In questi anni hanno avuto molto successo le lezioni di danza classica rivolte ad allievi adulti o anziani, anche principianti.
Innumerevoli sono le volte in cui, nel dire quale fosse il mio lavoro, molte persone mi abbiano confidato che avevano coltivato da piccole il sogno di abbracciare la professione tersicorea, ma poi la vita le aveva portate altrove, per i motivi più svariati. Oppure che credevano esaurita quella fiamma e solo successivamente, magari dopo aver accompagnato i propri figli a lezione di danza, ha ripreso a bruciare e chiedere attenzione.
Per addentrarsi nella professione della scena danzante, credo che la determinazione sia forse la caratteristica immancabile, persino più della prestanza fisica. La determinazione è un fuoco che arde grazie all’indispensabile propellente della motivazione: devi davvero amare profondamente la danza per fronteggiare le enormi richieste energetiche, fisiche, psichiche che pretende di soddisfare anche da esseri umani molto piccoli di età. Quando cresci e diventi più grande devi attraversare vari tipi di tempeste: infortuni, incertezza lavorativa, mancanza di risorse economiche, rispondere adeguatamente alle aspettative di maestri e coreografi, le audizioni, insomma la lista è lunga. Sul corpo cosa si può dire: se hai vinto la lotteria della genetica e hai sia corpo che determinazione allora vuol dire che sei un predestinato.
Sono tanti gli ostacoli che si frappongono tra te e il tuo sogno, senza determinazione si viene inesorabilmente attratti da altre calamite.
Le persone che in passato hanno sognato di realizzarsi con la danza, spesso sono coloro che occupano le poltrone nelle platee dei teatri, seguendo appassionatamente tutte le nuove stelle emergenti e quelle già note, con una cultura a riguardo persino più puntuale di chi lavora nel settore. Nutrono un amore puro per quest’arte, nettato da tutto ciò che impastoia coloro per cui la danza è lavoro quotidiano. Secondo me sono proprio loro a godersi il meglio della danza, sia come spettatori che come praticanti, assaporando la gioia pura che questa trasmette a chi la fa e a chi la guarda da amatore.
Mi è capitato di condurre delle classi per adulti, alcune volte con persone a cui ho proposto una vera e propria lezione, sbarra e centro, ovviamente tarando al livello di conoscenza culturale e preparazione fisica del gruppo.
Altre volte nel gruppo c’è stata presenza di principianti assoluti e molto avanti con l’età, con loro sono dovuta partire da altri presupposti per portarli prima dentro allo “spirito” della tecnica, raccontandogli anche un po’ di storia della danza, permettendo loro di capire da dove arrivano quei gesti, quel portamento, quell’atmosfera indefinibile ma presente che si coglie in qualsiasi aula in cui è in corso una lezione di danza classica. Con loro abbiamo volto lo sguardo più verso un aspetto più coreografico, legato ai grandi balletti di repertorio di cui abbiamo cercato di cogliere l’essenza attraverso coreografie riadattate.
Esistono realtà molto belle in cui bravissimi insegnanti trasmettono i principi della tecnica della danza classica a gruppi di adulti, come ad esempio “Silver Swan” della RAD, un programma specifico con contenuti che spaziano dalla trasmissione della tecnica e del codice ad una parte più incentrata sulla coreografia appositamente creata per questi interpreti speciali. La Royal Academy of Dance, del resto, ha nel metodo una proposta che trovo formidabile per i più piccoli, formandoli da ogni punto di vista: tecnico, musicale, spaziale ed estetico, non stupisce che abbiano formulato una tale delizia per gli adulti. Silver Swan, però, non è l’unica opportunità, ormai in ogni parte del mondo esistono corsi per adulti e anziani e questo è meraviglioso perché prima se avevi voglia di studiare danza classica da adulto principiante dovevi frequentare un corso di bambini (conosco diverse persone che lo hanno fatto per anni).
A partire dalla mia esperienza, penso sia importante avere cura che nella proposta per adulti sia contenuto l’ingrediente magico: i tutù, le coroncine, la coinvolgente musica dei balletti, le coreografie iconiche, le storie, il sogno, l’incanto. Però penso anche non si debba mai rinunciare a quell’altro aspetto, forse più duro e abrasivo, che è parte integrante di questo mondo, cioè la tecnica, lo sforzo, la focalizzazione mentale per ottenere un movimento ben organizzato, lo sviluppo della memoria, della forza muscolare, della coordinazione, disciplina, serietà e continuità. Quando le persone chiedono gli venga servito questo piatto, credo lo si debba presentare con tutti gli ingredienti, per poterne assaporare il gusto originario. Ovviamente il coefficiente di difficoltà va calibrato a seconda delle persone presenti in sala, della loro età e del loro stato di salute ma anche qualora si riuscissero ad eseguire solo i movimenti di base, non significa che il corpo lavori meno.
Grazie ad un allenamento fisico come quello della danza classica le gambe diventano più forti e questo garantisce agli allievi più anziani le passeggiate senza accusare stanchezza, anche in natura. Il centro del corpo e le braccia acquistano potenza, per poter spostare gli oggetti e compiere le azioni quotidiane senza il rischio di farsi male alla schiena. La danza classica migliora l’equilibrio, aspetto cruciale da coltivare per evitare le cadute, ovvero una delle principali cause di infortunio tra i più anziani. Tutto questo benessere che riguarda l’aspetto fisico non sarebbe nulla senza il condimento essenziale, un bel succo di ghiandole deputate alla produzione degli ormoni del benessere che ormai la scienza tutta ha riconosciuto come uno degli effetti collaterali di ballare: puro piacere e gioia.
Non ci sono solo persone così avanti con l’età in questo tipo di corsi, ma penso che per loro in particolare la lezione di danza classica possa essere un bel modo di mantenersi in forma e divertirsi con altre persone che coltivano la stessa passione. Avrei potuto scrivere scherzosamente “diversamente giovani” anziché usare una parola come “anziani”, che per qualcuno può essere percepita come “forte”. La nostra è una società che non ama molto parlare di vecchiaia, come se fosse un tabù innominabile e non una naturale stagione dell’esistenza; la mia sensazione è che dovremmo ripensare alla questione ricordandoci che invecchiare è un privilegio che non spetta a tutti noi, bisogna anzi essere grati di poter dire di esserlo e cercare di stare più in forma possibile per godersi questo momento, in cui si aprono molte possibilità che prima non erano disponibili, per questioni di lavoro, tempo, figli, famiglia. Le splendide ballerine che ho avuto in classe avevano anche 82 anni, come dovrei chiamarle se non, con tutto il rispetto e la tenerezza possibili, anziane?
Per noi insegnanti, quando siamo di fronte a questo tipo di utenza, il compito è quello di trovare armonia nella proposta, né troppo blanda, né troppo intensa, credo che chi si avvicina alla lezione di danza classica da adulto lo faccia per viverne l’esperienza completa, promuovendo nel corpo e nella mente quella specifica qualità di fatica e impegno. Sono convinta che questa apertura verso allievi adulti e anziani, infine, faccia bene alla danza tutta, perché chi prova sulla propria pelle la bellezza e la durezza di questa tecnica, sarà certamente uno spettatore più attento e competente quando la danza andrà a vederla a teatro, in grado di apprezzare l’arte coreutica ad un altro livello. Per questo motivo è sempre stato un piacere per me offrire questo servizio, mettendoci tutta la cura, l’attenzione e la professionalità di cui dispongo, anche se purtroppo al momento non ho nessuna classe per allievi adulti o anziani, ma chissà quali programmi ha l’universo per me! Resto in attesa.
1 commenti
A nessuno si dovrebbe negare una seconda possibilità! Danzare porta gioia e benefici fisici per tutti! Forse mancano le opportunità!? Credo che anche l’amore per la danza crescerebbe insieme all’interesse per una così bellissima forma d’arte.