Lia Courrier e lo chignon perfetto

di Lia Courrier
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La pettinatura principe alla lezione di danza classica è lo chignon.  

Viene chiamato anche cipolla, hair bun in inglese, tuppo in siciliano (chiamato come la famosa ‘brioche col tuppo’ che si consuma con la granita, che ha sulla cima una mezza sfera che ricorda proprio uno chignon). 

Diventato un simbolo della danza, quasi al pari delle scarpette rosa, lo chignon è un’acconciatura semplice, elegante ma che ha anche una sua funzione specifica. Dal punto di vista estetico lo chignon lascia scoperto totalmente il viso e la nuca, quasi nascosto dietro alla testa permette di ammirare la curva elegante del collo e mette in risalto lo sguardo. Si tratta di una pettinatura neutra, senza alcuna particolarità, che dona alla classe, o al corpo di ballo, la necessaria omogeneità estetica. Durante gli spettacoli, inoltre, funge come appoggio per le varie acconciature decorative che completano il costume.  

Ma lo chignon è anche una pettinatura comoda per studiare, poiché nella lezione di balletto si gira, e per farlo, lo sappiamo bene tutti, bisogna dare il famoso ‘scatto di testa’, con lo sguardo che parte per ultimo e arriva per primo, dando alla rotazione quella caratteristica dinamica. Ebbene, se per acconciatura abbiamo una coda di cavallo, o peggio, una treccia, il risultato sarà quello di darsi delle sonore frustate in faccia ad ogni giro. Durante un manége di piques en dedans si dovrà quindi procedere con le palpebre che continuano a sbattere come quando si nuota ad occhi aperti nel mare con il sale a tormentarci i bulbi oculari, rendendo meno efficace il movimento della testa e influendo sulla qualità del giro stesso. 

Nelle mie classi, frequentate principalmente da danzatori contemporanei alla ricerca di un valido allenamento per il corpo, non è molto di moda farsi lo chignon a lezione, dico quello con forcine, mollette e la retina, proprio quella che si usa fino a quando non rimane che l’elastico attorno ad un buco gigante. Di solito si preferisce fare un doppio giro con un fermaglio e lasciare questa massa informe e spelacchiata di capelli a sormontare il capo, se va bene, altrimenti trecce e code volanti, con sporadici eventi esplosivi durante le diagonali di giri, che iniziano con un’acconciatura claudicante che rimbalza sulla testa per finire con la chioma svolazzante e selvaggia, liberata in virtù della forza centrifuga. Consiglio a chi ha una notevole massa di capelli, per numero o lunghezza, di raccoglierli ordinatamente sulla testa per poter girare con la libertà necessaria e la presenza dello sguardo, al contempo salvandosi le cornee da eventi traumatici. 

Nelle scuole dove si pratica balletto, invece, c’è molta attenzione a questo aspetto, poiché l’ordine e la pulizia delle forme in questo ambito non riguardano solo il movimento ma anche la tenuta che si indossa mentre lo si esegue, e la pettinatura fa parte di questo completo. Nella borsa di una ballerina non manca mai una scatoletta piena di attrezzi utili allo scopo, in quantità tale da non restare mai senza.  

Sulla mia testa ho dei capelli davvero difficili da pettinare, sottilissimi e ricci, con molte rose che li fanno andare in tutte le direzioni, e sebbene siano pochi e mai troppo lunghi, è sempre stato un problema per me avere un aspetto ordinato. Ai saggi venivo tirata e pettinata così tanto che alla fine facevo fatica persino a sbattere le palpebre, mi sembrava di aver fatto un lifting esagerato e che gli occhi si stessero spostando verso le orecchie. Nonostante questo e i chili di lacca, gel e forcine, nelle foto sono sempre la bambina con tutti i ciuffetti attorno alla testa a disegnare una specie di aureola. Un’anarchica scapigliata per nascita. 

Oggi esistono nuovi attrezzi per fare lo chignon, che ai miei tempi non c’erano, come queste ciambelle spugnose nelle quali si infila la coda di cavallo e che servono poi da guida per avvolgerci attorno i capelli e farne una bella cipollotta tonda. Il problema è che questi oggetti sono utili se devi andare ad una festa e vuoi farti notare per eleganza o eccentricità, ma sono assolutamente da evitare in una sala danza. Ho visto bambine alla sbarra con la piccola testolina sormontata da un’astronave aliena grande come un cocomero, che quasi non riuscivano neanche a mettere le braccia nella posizione di couronne per via dell’ingombro.  Altre che invece portano lo chignon appoggiato esattamente sulla cima più alta del cranio, dove una volta c’era la fontanella, a farle sembrare un ananas, e che fatica tirare in alto con la spazzola tutta la chioma, in senso contrario alla forza di gravità, insomma: un’opera degna di un ingegnere edile. 

Il ‘vero’ chignon danza si fa partendo da una coda di cavallo, con i capelli tutti tirati indietro, posizionata né troppo in basso ma neanche sugli alpeggi craniali. Si arrotolano i capelli a formare una spirale, da appiattire sulla testa con un paio di mollette, in seguito vi si avvolge attorno la retina, per dare una forma definita e pulita allo chignon, evitando la fuoriuscita di ciuffetti che farebbero somigliare la ballerina a Woody Woodpecker. Infine si aggiungono altre mollette per rendere solida e stabile la pettinatura, nonché agire con le forcine sulle tempie per fissare eventuali capelli ribelli. Se proprio vogliamo aggiungere un tocco di colore possiamo usare un nastro sottile da avvolgere attorno alla base dello chignon, facendo un bel fiocco per chiuderlo e fissando anche questo con una forcina per evitare che voli via durante le pirouettes. 

Pensate sia esagerato fare tutto questo ad ogni lezione? In realtà fa parte delle abilità di ogni ballerina, esattamente come saper cucire e preparare le proprie scarpette prima del loro utilizzo. 

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