Lia Courrier: bisogna sempre parlare di grassezza? o, in alcuni casi, di grossezza?

di Lia Courrier
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La danza, oltre ad essere la passione di tantissimi ragazzi che la praticano costantemente, sempre con rinnovata gioia, è anche un efficace training fisico, intenso e tonificante, reso ancora più prezioso dal fatto che, praticando un'attività che si ama, l'organismo è portato a produrre sostanze chimiche legate al benessere. Un'esperienza totale, insomma, appagante e arricchente se e quando svolta in modo sano e con il giusto equilibrio. Per ottenere tutti questi risultati virtuosi, però, è necessario disporre di una valida guida, nel ruolo del maestro, che si assicuri della corretta esecuzione di ogni movimento, per non influire negativamente sullo sviluppo della muscolatura, con una particolare attenzione al rispetto delle articolazioni, specie quando gli allievi si trovano nella delicata età dello sviluppo. Ciò non vuol dire che per gli adulti non sia necessaria una simile cura, poiché il nostro corpo è in grado di modificarsi per tutta la durata dell'esistenza, quindi anche di imbattersi in problemi di vario genere ed entità, qualora i movimenti non siano eseguiti correttamente. Il compito principale del maestro è proprio quello di vigilare sulla danza dei propri allievi, di qualunque età e livello, accertandosi che questa venga eseguita nel modo giusto, e vissuta nel pieno equilibrio psicofisico. Le correzioni, infatti, non riguardano solo l'aspetto tecnico, ma anche quello emotivo, nel tentativo costante di convogliare le energie in qualcosa di costruttivo e portando tutti i pensieri inquinanti a dissiparsi come fumo. 

Tra i tanti linguaggi coreutici esistenti il balletto, in particolare, può rivelarsi estremamente dannoso per il corpo, quando vengono applicate le regole del codice così come sono state scritte senza tenere conto delle peculiarità e dei limiti di ogni specifico corpo. La condizione costante di rotazione esterna dei femori, per esempio, può essere considerata uno degli elementi che più crea danni a carico della struttura, a causa della sua presenza costante durante ogni movimento e anche della oggettiva difficoltà a mantenerlo in corpi che non hanno le giuste caratteristiche fisiologiche. Se l'en dehors viene mantenuto secondo le indicazioni di Vaganova, con una rotazione di 180 gradi, anche quando nelle articolazioni coxofemorali non c'è abbastanza spazio per raggiungerla, la muscolatura, a causa della reiterazione di un atteggiamento errato, nel tempo può sviluppare una massa importante, per potenza e volume, che non fa altro che evidenziare l'errore di interpretazione del codice stesso, che fa riferimento ad un solo tipo di corpo. Quando viene forzata la rotazione esterna dei femori, si tende a perdere l'allineamento di bacino, colonna e cranio e questo, al di là dei traumi da usura, porta la struttura a cercare compensazioni attraverso la muscolatura, per di mantenere la forma usando la forza, irrigidendosi, anziché disporre delle energie biodinamiche che attraversano costantemente la struttura e che possono essere utilizzate. 

Mi capita di incontrare allieve, parlo al femminile perché il desiderio di magrezza nella danza è una questione quasi esclusivamente le donne, che si mantengono a strettissimi regimi alimentari per cercare di perdere peso, quando per me risulta evidente che quello che loro pensano sia grasso, in realtà altro non è che uno sviluppo esagerato della massa muscolare che riguarda, nella maggior parte dei casi, la vasta area dei grandi glutei e la regione delle cosce, quadricipiti ma anche bicipiti femorali, mentre la parte superiore spesso risulta sottile e poco tonica. La loro frustrazione principale è dovuta al fatto che, quando avviene, il dimagrimento non riguarda le parti che loro considerano problematiche, ma neanche riescono ad immaginare che, in molti di questi casi, è sufficiente correggere l'allineamento, risolvere il sovraccarico di forza superflua e scoprire la possibilità di prendere forza dalla muscolatura profonda dell'addome e dal pavimento pelvico. Questo permette di modificare radicalmente la struttura muscolare, rendendola più leggera, lunga, sottile ed elastica. È doveroso avvisare, però, come ogni questione che riguarda l'allineamento del corpo, qualcosa che ci accompagna non solo nella danza ma anche nella vita quotidiana, richieda una particolare cocciutaggine e pedanteria per essere definitivamente compresa e risolta, poiché prima di poter agire per la costruzione della postura corretta, bisogna lavorare per abbandonare le vecchie abitudini. 

Quando pianifico con qualcuno di affrontare questo aspetto, che io considero fondamentale e propedeutico a tutto il resto, trascorro un periodo più o meno lungo, facendomi sentire più vicina e presente durante le lezioni, particolarmente attraverso il tocco, che considero uno strumento ideale per questo genere di correzioni.  Si tratta di un lavoro lungo, costellato da un permanente senso di precarietà fisica ed emotiva, perdita delle certezze e delle relazioni tra le varie parti del corpo. Per questo è necessario accompagnare da vicino in questo percorso di consapevolezza. Non appena una nuova propriocezione comincerà a farsi strada, la muscolatura comincerà a cambiare e quel corpo continuerà a modificarsi, irrobustirsi e modellarsi sulla base di un corretto allineamento durante il movimento, secondo un modello di armonia ed equilibrio tra le parti, e con il minor dispendio possibile di forza muscolare.

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