Proprio nel mese in cui ho scelto di parlare della dittatura dell’immagine sui social, e delle ricadute che questa ha sull’immaginario relativo alla danza, ecco che Fabiola Di Blasi fa girare nella redazione di Dance Hall News una foto, postata sulla pagina Facebook brasiliana Núcleo de Dança Carolina Cox, che ritrae Rudolf Nureyev in Diana e Atteone, con tanto di crediti della foto.
L’autrice dello scatto è certamente Martha Swope, fotografa inglese che ha immortalato teatro e danza nelle sfere più alte dell’arte del suo tempo, per tutta la sua lunga vita, conclusasi nel 2017 all’età di 88 anni. Quello che tutti ci siamo chiesti, però, è chi abbia mai avuto l’ardire di ritoccare quello scatto per dare al bellissimo corpo di Rudy una forma più, diciamo, in linea con i canoni contemporanei.
Alla fine della sua gamba destra, infatti, compare un piede che palesemente non è il suo, con un arco esagerato: praticamente il piede di Malakov sul corpo di Nureyev.
Rudy aveva piedi bellissimi, che sembravano delle sculture, modellati e deformati dal lavoro quotidiano per diventare strumenti di precisione. Quei piedi sono stati fotografati e ammirati da tutto il mondo, hanno ispirato e raccontato, la loro bellezza non sta nell’ampiezza della mobilità articolare della caviglia, o nella forma dell’osso, ma nella storia che raccontano: l’avventura intensa e straordinaria del tartaro volante.
Il torace e la vita sono stati assottigliati perché evidentemente, per chi ha profanato il meraviglioso corpo di Rudy a colpi di mouse, la sua linea non era abbastanza slanciata.
La cosa più incredibile, leggendo i commenti sotto alla pubblicazione, è che la maggior parte delle persone non si è accorta di niente, addirittura una commenta: “His arches are better than mine!”, tutti gli altri sono commenti di ammirazione per il danzatore più grande di tutti i tempi, ma che evidentemente non hanno mai visto neanche in foto, perché il risultato del fotoritocco è davvero grottesco. Soltanto una persona ha sollevato la questione ed espresso indignazione per questo gesto irrispettoso, postando a sostegno della sua esternazione le due immagini, quella originale e quella ritoccata, una di fianco all’altra, così come le pubblichiamo noi qui.
A vederle così, appare evidente quanto sia triste che qualcuno abbia perso il suo tempo nel tentativo di migliorare qualcosa che era già perfezione e armonia. Nell’epoca in cui viviamo, totalmente dominata dall’immagine e dal senso della vista, tendenza amplificata dall’uso di social come Instagram, i ballerini hanno ceduto inesorabilmente al narcisismo più sfrenato. Tutte le star e i solisti dei corpi di ballo più famosi si fanno immortalare come modelli, con corpi splendidamente definiti, probabilmente ritoccati per essere ancora più vicini ad un ideale di perfezione estetica (semmai esista davvero qualcosa di simile), illuminati a dovere per mettere in evidenza ogni minimo dettaglio della muscolatura e delle linee estreme. Le gambe sempre più iper estese e il collo del piede esagerato; gli uomini sempre più muscolosi e le donne sempre più sottili e flessibili; sembrano bambole di porcellana modellate da Bernini, ma la danza è questo? Davvero pensiamo se Rudy avesse avuto un corpo simile, anziché il suo così vissuto, un corpo che ha sconfitto il rachitismo, conquistando una padronanza del gesto senza tempo, sarebbe stato più grande di come è stato?
Cosa vuol dire questa immagine ritoccata? Quale tipologia di feticismo rivela?
La foto originale di Martha Swope mostra Rudy in scena, divino e maestoso, in un gesto perfettamente equilibrato, tecnicamente impeccabile, forte e intenso come sempre. Quel collo del piede non aggiunge proprio niente, anzi, toglie l’armonia ad uno strumento del suo tempo, quando certi aspetti non avevano l’importanza che hanno oggi e la pregnanza di un artista del movimento non era data dalle caratteristiche genetiche ma dall’elettricità che riusciva a creare sulla scena. Dalla seduzione, dal magnetismo, dall’energia della persona, dall’anima di un artista e non dalla carne e dalle ossa soltanto.
La cosa più sgradevole di tutta questa faccenda è che la foto ritoccata è stata postata come se fosse l’originale, e questo vuol dire che l’amministratore di una pagina dedicata alla danza non conosce uno dei più grandi danzatori mai esistiti nella storia della danza, che per sua sfortuna è anche uno dei più immortalati. In un colpo solo ha fatto un torto a Rudolf Nureyev, all’autrice della foto, Martha Swope, e anche alla Danza stessa, riducendola ad una stupidissima, inutile questione di collo del piede.
Che nessuno tocchi Rudy! Soprattutto che nessuno lo ritocchi: non ne ha alcun bisogno.