Lia Courrier: “I buoni propositi di un insegnante di danza”

di Lia Courrier
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Voglio proprio mettere nero su bianco i buoni propositi per questo 2021, dando per scontato che presto torneremo tutti in sala a lavorare come si deve. Tutti voi, lettori e allievi, siete testimoni di questa dichiarazione pubblica, e vedremo poi al prossimo bilancio quale di questi sarà stato raggiunto.

Il primo è certamente quello di spiegare meno volte gli esercizi. Non perché non abbia voglia di fare il mio lavoro, intendiamoci, ma perché vorrei che gli allievi imparassero a memorizzare più rapidamente le sequenze. Dal momento in cui danno per scontato che ad ogni richiesta dell’ennesima spiegazione si verrà accontentati, la memoria non diverrà mai autonoma. Ho l’abitudine di spiegare due volte le sequenze, prima di chiedere: “avete capito?” …quello che  spesso arriva in risposta è un silenzio irreale e delle espressioni simili a quella della mucca che guarda il treno. Allora chiedo: “cosa non avete capito?” e loro : “niente”.

Ecco, questo è il momento in cui si sente il rumore sordo delle mie braccia che tonfano per terra, perché, sapete,  se c’è una cosa che mi riesce proprio bene è spiegare le combinazioni di passi.

Un altro proposito molto importante è quello di arrivare tutte le volte a saltare.

Ma voi ci riuscite? Io ho sempre l’occhio all’orologio, gli faccio fare la sbarra senza lasciargli manco il tempo di fiatare, per guadagnare tempo, allora penso che – dato che manca ancora un’ora – forse posso spendere qualche minuto per dare qualche approfondimento. Quando abbiamo fatto, ributto l’occhio all’orologio e la lezione è praticamente finita, dannazione! Ogni volta mi sembra di essere il bianconiglio, nel tentativo di fargli fare almeno tre o quattro esercizi di salti, con una mano allo stereo e l’altra all’orologio nel panciotto. Sovvertirò questa tendenza: nel 2021 si salta, anche se questo vorrà dire chiudere un occhio (e pure l’altro) su alcune questioni che considero importanti.

L’ultimo proposito è quasi una mission impossible: aiutare gli allievi a diventare più musicali. Non so perché, ma ogni anno che passa la situazione peggiora, e purtroppo (per loro) mi diverto molto a giocare con la musicalità, ma a volte quando li guardo eseguire, a stento riconosco la sequenza che ho assegnato e sento le orecchie tapparsi dall’interno, per un meccanismo di autodifesa. Ecco. Vorrei che ognuno di loro sapesse spiegare una sequenza cantandone anche la musicalità.

Che dite, ce la farò?

E i vostri propositi? Dai, su, confessate!

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