Negli anni in cui insegnavo ai giovanissimi, ho assistito più volte alla somministrazione di merende ai piccoli ballerini, sia prima che dopo la lezione. Chiaramente mi sono sempre ben guardata dal fare commenti a riguardo, poiché non è affar mio quello che i genitori e i familiari decidono di far mangiare ai propri bambini, però mi sono sempre chiesta come mai tanta solerzia nel rimpinzamento post danzereccio dal momento che non si tratta di un’attività così massacrante per loro, sempre così pieni di energie. Ce ne sarebbe da dire su alimentazione e danza, argomento attuale e molto ‘caldo’ negli ultimi anni, ma possiamo cominciare partendo dal fatto che il corpo è lo strumento del danzatore e una adeguata alimentazione -in termini di qualità e quantità – può incidere sul rendimento in modo importante. Chi sostiene che non ci siano pressioni sulla forma fisica delle ballerine, probabilmente ha la fortuna di avere un fisico asciutto per natura e quindi non gli è mai stato chiesto di dimagrire. Io non sono tra questi, essendo il classico tipo di donna mediterranea, così le continue richieste ricevute a scuola, per farmi perdere peso, mi hanno spinta verso quella terribile malattia che non si osa neanche nominare, ma che io chiamo col suo nome: anoressia. Un baratro oscuro, per fortuna lentamente risalito negli anni, passo dopo passo, fino al ritorno in superficie.
Credo che, in particolare nel caso di bambini e ragazzi che praticano danza a livello amatoriale, ma anche per tutti coloro che la studiano con obiettivi professionali, l’insegnante di danza non dovrebbe mai fare commenti sulla forma fisica. In alcuni momenti della crescita si è estremamente vulnerabili alle critiche che hanno a che fare con il proprio aspetto, perché si sta vivendo una fase complessa nella quale si cerca di imporsi come individui, ci si chiede qual è il proprio posto nel mondo e come conquistarlo, per questo è molto importante non interferire con questo delicato processo, minando l’autostima. Inoltre esiste una fase in cui il corpo stesso è in preda alle trasformazioni più radicali, condizione già di per sé molto difficile da gestire anche in assenza del senso di inadeguatezza o del Sé Giudicante: presenze pericolose per l’equilibrio psicofisico dei ragazzi, ma che potrebbero mostrarsi prepotentemente in seguito a pressioni di questo tipo.
Augurando con tutto il mio cuore a coloro che in questo momento stanno lottando contro il mostro silente del disturbo alimentare di avere la forza per guarire e ritornare alla luce, vorrei però tornare alle merende, poiché è anche da lì che una sana igiene alimentare può cominciare. La questione chiave di questa discussione è la necessità, per chiunque in generale, ma in particolare per chi vuole sostenere una attività fisica intensa, di conoscere le proprietà degli alimenti, per poter ricevere energia da essi e non, al contrario, sentirsi bolsi e appesantiti per aver mangiato la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Questo è un punto di vista che non mira all’aspetto estetico del corpo, ma alla sua salute e alla consapevolezza che il cibo che introduciamo nell’organismo non serve solo a saziare ma principalmente a nutrire le cellule, ed è qui che la scelta della tipologia e della qualità del cibo che mangiamo può fare la differenza.
Vorrei suggerire, quindi, alle mamme, ai papà e alle nonne (le ultime da sempre le più generose in fatto di merende) di non far mangiare nulla subito prima la lezione di danza, perché la digestione catalizza molte energie dell’organismo, specialmente se si ingeriscono cibi complessi come prodotti da forno (pizze e focacce, ad esempio, che contengono anche lieviti e olio), zuccheri o peggio, formaggi o insaccati, alimenti che permangono a lungo nel tratto digerente rallentando tutte le altre funzioni, dando ai bambini un senso di sonnolenza e rallentamento. Il pasto principale andrebbe consumato almeno due ore prima dell’attività fisica e, se proprio viene fame prima della lezione, la cosa migliore è fare merenda con la frutta, fresca o anche secca, come ad esempio le mele o le albicocche disidratate, un alimento che sazia, saporito, nutriente, che fornisce energia disponibile a breve termine senza appesantire il corpo o rallentare la mente. Anche subito dopo l’attività fisica sarebbe meglio attendere almeno mezz’ora, affinché il corpo ritrovi un suo equilibrio energetico e termico, prima di mangiare nuovamente. Anche qui, in vista della cena serale, sarebbe meglio optare per un cibo naturale e salutare, leggero e semplice, non prodotto industrialmente, poiché dopo una buona attività fisica che ripulisce il corpo eliminando le scorie, non c’è alcun motivo di consumare cibo tossico contenente conservanti, coloranti, grassi idrogenati e zucchero. Per una adeguata idratazione, infine, è meglio non bere durante l’attività fisica, preferendo farlo prima o dopo. Se proprio non si resiste per un’intera ora senza bere, si può insegnare ai bambini a deglutire a piccoli sorsi per volta, solo l’acqua a temperatura ambiente e non gasata.
So che può sembrare un’esagerazione, ma credo che una sana e corretta educazione alimentare dovrebbe essere parte integrante della formazione coreutica, per far comprendere loro che la parola dieta non ha a niente a che vedere con privazioni, piatti tristi, rinunce e bilance. La parola dieta dovrebbe essere per loro sinonimo di regime alimentare sano, ricco e soddisfacente sotto tutti i punti di vista, anche quello emotivo e del piacere del palato, perché un ballerino felice danza meglio!
Foto: Renée Rodenkirchen
1 commenti
BRAVISSIMA LIA..
GRZ