Lia Courrier: “Il Prix de Lausanne e la danza del futuro: i vincitori”

di Lia Courrier
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Con un po’ di ritardo oggi arrivo con un commentario sull’appena concluso Prix de Lausanne, appuntamento irrinunciabile per assaporare la fragranza della danza del futuro. Il Prix de Lausanne, per chi non lo sapesse, è uno dei più prestigiosi premi per giovani danzatori dai 15 ai 18 anni che raccoglie il meglio dei talenti da tutto il mondo. La selezione è lunga e difficile poiché i candidati sono tantissimi e l’ultima settimana di lavoro che porta alla finale viene trasmessa in streaming così da poter apprezzare questi giovani danzatori anche durante le lezioni e le sessioni di coaching.

A questo proposito spendo due parole per la meravigliosa Elisabeth Platel. Adoro il suo modo di condurre le lezioni, sempre puntuale e precisa, con una tale dolcezza nella voce e nel linguaggio del corpo da mettere le candidate sempre in grado di dare il meglio nonostante la pressione psicologica del momento. Ogni volta che la guardo lavorare imparo qualcosa su cosa voglia dire insegnare danza.

In questa edizione ho notato una maggiore richiesta tecnica anche per i più giovani. Durante le selezioni che si sono succedute nei giorni precedenti alla finale ho visto molti ragazzi affrontare con grande incertezza variazioni troppo difficili per loro, riempite di qualsiasi elemento tecnico, anche quelle che nella versione originale non lo prevedevano e questo ovviamente è stato un criterio di selezione importante ma ha anche accentrato molto l’attenzione sul virtuosismo e questo per me rappresenta un parametro importante sulla danza di domani.

Il Prix de Lausanne non ha un vero e proprio vincitore ma prevede una classifica dei migliori nove danzatori che però, tuttavia, consegna ad un candidato la scholarship numero uno. Le variazioni hanno un tempo estremamente breve e in quella manciata di secondi devi dare tutto te stesso, dal momento in cui il tuo piede oltrepassa la soglia della quinta fino al saluto finale. Ogni dettaglio è frutto di grande lavoro, attenzione, focalizzazione, in ogni istante ci si gioca tutto e questi giovani danzatori hanno dimostrato di avere carattere, oltre che tecnica, per mantenere il controllo in un simile prestigioso contesto.

Ma procediamo con ordine a partire dalla scholarship numero nove:

207, Taichi Toshida dal Giappone, 15 anni, ragazzo dal grande entusiasmo, che prima di entrare in scena ha guardato sempre la camera con un sorriso meravigliosamente aperto ripetendosi “ganbatte” per darsi la carica, che in giapponese vuol dire “dare il meglio di sé, fare del proprio meglio”. Danza con grande musicalità e controllo una variazione da “La Fille Mal Gardeé”, incantando il pubblico con la sua delicatezza, bellissime linee e grande controllo di ogni elemento tecnico, nonché un gusto musicale molto maturo e personale rarissimo in danzatori così giovani. Sembrava proprio super contento di essere lì.

302, Natalie Steele dagli States, 17 anni, l’incarnazione stessa di Aurora, di cui porta la variazione da “La Bella Addormentata”. Ho visto le sue prove durante il coaching e devo dire che ha saputo mettersi addosso le correzioni in modo impeccabile, facendo crescere molto la sua performance sia dal punto di vista artistico che tecnico, con una bellissima finale in cui ha danzato come una vera professionista, perfettamente nel ruolo, squisitamente pulita e chiara in ogni gesto.

417, Juliann Fedele-Malard dalla Francia, 18 anni. Questo è il candidato che forse mi ha convinta meno, non perché non abbia dato ampia prova delle sue capacità e del potenziale enorme ma perché secondo me avrebbe potuto scegliere una variazione più adatta alla sua fisicità e alla sua energia. Questo ragazzo ha un portamento innato da principe e forse la variazione di Paquita, che richiede grande esplosività, non ha valorizzato questa sua attitudine innata. Mia opinione personale su un danzatore estremamente interessante, elegante, musicale e tecnicamente impeccabile.

411, Blight Jenson dall’Australia, 17 anni. La sua variazione è tratta da “il Talismano”. Un ingresso davvero esplosivo ed esuberante per questo giovane canguro capace di salti incredibilmente alti, meraviglioso ballon naturale e atterraggi leggerissimi. Variazione dal grande coefficiente tecnico per un ragazzo così giovane, compiuta dominando totalmente la scena nonostante una piccola incertezza nella finale brillantemente salvata e portata a casa con la padronanza di un professionista. Unica nota sul costume: il pantalone per me non era ben tagliato, non fasciava bene il corpo, facendo un po’ l’effetto pigiama.

315, Kobayashi Airi dal Giappone, 18 anni, la mia personale vincitrice di questa edizione. La sua Raymonda è stata un sogno già dal suo ingresso, avvolta in un tutù incredibilmente bello con un gioco cromatico dalla grande eleganza e un’acconciatura che le incorniciava perfettamente il suo bel viso.  Grande controllo nella prima parte che richiede padronanza della scarpa da punta, capacità di rotolare con controllo giù dal relevè senza la possibilità della benché minima sbavatura. Airi incanta: meravigliosa parte superiore, padronanza, virtuosismo, una performance che mi ha letteralmente tolto il fiato perché è l’unica che ha davvero sospeso il tempo e lo spazio portandomi altrove mentre la guardavo. Il suo nome presto comparirà certamente tra le stelle di qualche prestigiosa compagnia.

Numero 106, Crystal Huang dagli States, 15 anni, variazione di Gulnara da “Le Corsaire. La sua danza è incredibilmente musicale, coreografia piena zeppa di pirouettes (il suo super power, come ha anche dimostrato durante le lezioni in cui sembrava una trottola) che ha eseguito restando sempre perfettamente aderente alla partitura musicale. I suoi giri sono straordinariamente in asse e il finale è sempre ben tenuto con una naturalezza rara persino nelle ballerine professioniste delle più grandi compagnie. Una variazione perfetta per lei, che si porta a casa anche un premio per il balletto contemporaneo, dimostrando di essere versatile.

317, Paloma Livellara Vidart dall’Argentina, 18 anni. La sua variazione è un classico: Gamzatti da “le Corsaire”. Rispetto alle altre candidate, mio parere personale, il suo punto forte non sta nella tecnica (pur sempre ottima ma, almeno in questo contesto, non particolarmente brillante) ma nel suo charme, carisma, il gioco di sguardi, la meravigliosamente espressiva parte superiore e la sua eleganza regale. Paloma si porta a casa ben tre premi, tra cui anche quello del pubblico.

415, Lima Santos Martinho dal Portogallo, il mio personale vincitore ex aequo con Airi. Questo ragazzo dallo sguardo magnetico ha eseguito la variazione da “Le Corsaire” che inizia con una corsa felina da un angolo all’altro del palcoscenico, nel silenzio, per poi esplodere con la prima nota in una posa piena di vigore e potenza. Già solo con questo ingresso mi ha conquistata per intensità. La danza di questo ragazzo è davvero di grande livello, la sua parte superiore nobile, elegante e seducente, grande precisione e attenzione ai dettagli nelle transizioni, pirouettes con grande controllo e musicalità. Variazione perfetta per lui, che vince anche un premio per il balletto contemporaneo.

201, Joao Pedro Dos Santos Silva dal Brasile, 15 anni, con la variazione da Harlequinade. Fin dalle riprese dietro le quinta appare calmo e perfettamente centrato, la sua performance è stata incredibilmente ben progettata dal sapiente uso della tecnica all’espressività che questa variazione richiede. Anche durante le selezioni ha dato un’ottima prova di controllo e padronanza, mantenendo uno standard molto alto ogni volta e conquistando il pubblico (me compresa) con la sua grande maturità artistica, specialmente vista la giovane età.

È lui il vincitore del Prix de Lausanne 2024.

Crediti fotografici: Gregory Batardon

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