Eccoci tornati in modalità on line, nello spazio limitato della cornice rettangolare di un monitor, nel tentativo di creare, a distanza, quel coinvolgimento che caratterizza ogni lezione di danza, urlando e incitando gli allievi mentre ce ne stiamo al centro del nostro salotto, da soli, facendo vedere i movimenti in una gestione del concetto di destra e sinistra quantomeno fantasiosa. Ho notato che alzo un casino il volume della voce, nelle lezioni su zoom, e non capisco perché, dal momento che il microfono del mio computer funziona benissimo, forse è il mio tentativo di raggiungere le persone con maggior chiarezza, fatto sta che tra poco mi basterà aprire le finestre affinché possano comodamente ascoltare quello che dico anche senza l’audio del computer attivato. Mi aspetto da un giorno all’altro le lamentele dei vicini…
Non tutte le persone hanno abbastanza spazio in casa per poter mettere la camera sufficientemente lontano da riprendersi a figura intera, e quindi quello che normalmente vedo durante le lezioni sono pezzi di corpo: teste, piedi, chiappe, parti sconosciute e irriconoscibili, ambienti in penombra, a volte la finestra sullo sfondo che fa l’effetto silhouette, insomma: impossibile capire con assoluta certezza cosa stiano facendo, per cui mi limito ad intuire o vado sulla fiducia.
Ogni tanto qualcuno si congela, una volta mi è capitato di sorprendermi per l’incredibile controllo dell’aplòmbe in attitude derriere alla sbarra di una allieva, prima di accorgermi che da almeno un minuto aveva perso la connessione e l’immagine si era bloccata. Non parliamo di ciò che viene utilizzato come sbarra, potrei farci una raccolta di foto: ringhiere, balconi, scale a pioli, il cane, la nonna sdraiata su due sedie, il filo della biancheria e vari oggetti dalle misteriose fattezze.
La musica arriva con un leggero ritardo nei devices delle persone connesse, e questa è la questione più irritante per me, che quando vedo un danzatore muoversi fuori musica comincio ad accusare eruzioni cutanee, asma, produzione di muco nasale, conati e nausea.
A volte vomito.
Bisogna tapparsi occhi e orecchie per poter condurre una lezione di balletto on line, dimenticarsi ogni idea, anche vaga, di ritmo e fraseggio musicale, ma menomale che abbiamo almeno questa possibilità, per mantenere un contatto di cuore con i nostri studenti! Il momento più triste infatti è quando si chiude la conference room e la casa ripiomba nel silenzio.