Qualche giorno fa ho partecipato al convegno “L’Opera, il Balletto, la grande Musica, beni comuni da preservare? Quale futuro per le Fondazioni Lirico Sinfoniche?” .
Ho condiviso con tutti i partecipanti, conti alla mano, quanto sia folle e assurda questa decisione di tagliare i Corpi di Ballo dalle Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Se ci fossero 10 Fondazioni lirico sinfoniche con 10 Corpi di Ballo di 50 ballerini l’una, incluso direttori, maîtres de Ballet, assistenti e collaboratori, costerebbero 20 milioni di euro lordi l’anno. Il che ovviamente significa 10 milioni di euro, perché il 50% ritorna allo Stato come contributi e tasse.
Come è possibile che non si trovino 10 milioni di euro per 500 artisti che farebbero rinascere un’arte e tutto il suo infinito indotto, quando solo i dipendenti della Camera dei Deputati (esclusi i deputati) costano 315 milioni di euro l’anno?
A chi serve questa politica folle e perché?
Che senso ha sottrarre motivazioni di studio, di passione e disciplina della danza a centinaia di migliaia di ragazzi italiani?
Quanto costerà allo Stato italiano questa clamorosa debacle storica che farà diminuire drasticamente il numero dei giovani che si impegnano per anni a studiare quest’arte fondamentale per la mente e per il corpo?
Perché in Germania, nazione pragmatica e senza la tradizione storica secolare del Balletto che ha l’Italia, di Corpi di Ballo ce ne sono 54 e in Italia (dove il balletto è nato) soltanto 4?
Perché accade questo in Italia? Che senso ha?
Tutto ciò, credetemi, fa paura.
Chi fa del male all’arte e alla cultura, ma soprattutto ai nostri giovani, non merita alcun rispetto e non dovrà assolutamente tornare ad avere i nostri voti.
Di qualsiasi partito politico si tratti.
Dobbiamo lottare uniti e compatti. Senza paura. Perché tanto, peggio di così nella storia della danza italiana non si potrà andare.
È inimmaginabile che una Nazione di 60 milioni di abitanti abbia in futuro solo uno o due Corpi di ballo di grandi teatri nazionali.
Ciò accade solo in Egitto (che giustamente ha ben poco a che fare con il balletto), in alcuni Paesi asiatici senza alcuna tradizione storica di balletto o in piccoli Stati di 3 o 4 milioni di abitanti.
Non arrendetevi. Siete un numero impressionante di persone.
Ma se non si diventa un’unica forza e se si resta singoli agnellini impauriti di tutto e tutti pur di non perdere il contrattino di 2 mesi o la speranza di un ruoletto, faranno di voi ciò che vorranno.
Come ad esempio far passare quest’ultimo decreto sulle Fondazioni, che hanno fatto passare quatti quatti ad agosto scorso e che rischia di portare ben altro che sole di agosto nella nostra storia culturale, rendendo il nostro Paese ancora più povero, non solo economicamente, ma anche artisticamente e culturalmente.
E ancora una volta mi chiedo perché.
Se trovassi anche un solo senso logico a tutto ciò, potrei perlomeno farmene una ragione.
Perché ovviamente alla bufala del “costa troppo” ormai non credono neppure più i ragazzini di quarta elementare, visto che lo sanno pure le caprette che fanno ciao che lo spettacolo dal vivo produce ricchezza economica, crescita culturale, benessere, indotto produttivo e ritorno di immagine.
Quindi inventatevene un’altra…
Baci & affettuosità.
Luciano Cannito