Luciano Cannito: “Tenete duro. La bellezza salverà il mondo”

di DANCE HALL NEWS
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Riportiamo la lettera-articolo di Luciano Cannito, redatto in seguito alla seduta in Senato del 19 ottobre, dove la Senatrice Bernini ha tenuto un importante intervento in merito al Disegno di legge sulle Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia.

“Lo scorso giovedì 19 ottobre la Senatrice Anna Maria Bernini ha fatto al Senato un intervento importante e direi storico, mettendo per la prima volta da anni, il focus sul balletto italiano e sul corto circuito inspiegabile che riguarda i nostri Corpi di Ballo e la loro lenta e inesorabile dismissione.

(Trovate il video qui: https://www.dancehallnews.it/anna-maria-bernini-interviene-al-senato-sui-corpi-di-ballo/)

Qualche giorno fa poi – sempre sullo stesso argomento – c’è stata alla Camera, alla VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), la discussione degli emendamenti sulla nuova legge che regolamenterà lo spettacolo dal vivo.

Dopo mesi di battaglie e 16 mila firme raccolte (Petizione), NON C’È nel testo della nuova legge alcun accenno specifico ai Corpi di Ballo delle Fondazioni Lirico Sinfoniche ed alla loro funzione storica per la tutela e conservazione della grande tradizione del balletto classico e per la valorizzazione del grande repertorio moderno e contemporaneo.

Nel testo di legge c’è solo un breve cenno al fatto che in futuro bisognerà trovare modi per incentivare la danza (ve l’ho riassunta in due parole in italiano, tradotto dal burocratese). Insomma una frase tipo “poi vedremo”.

In realtà eravamo riusciti dopo innumerevoli incontri e discussioni (e grazie alla buona volontà di politici seri, persone che ascoltano indipendentemente dal colore politico), a presentare un emendamento alla legge che menzionasse ESPRESSAMENTE la parola Corpi di Ballo (presentato dal parlamentare Bruno Murgia).

Ce l’abbiamo messa tutta, vi giuro, e il numero di “ma-chi-te-lo-fa-fare-ad-esporti-che-poi-quelli-se-lo-segnano-al-dito-e-non-lavori-più” che mi sono beccato è infinito. Ma io credo che il senso della vita non sia solo quello di fare i propri interessi a testa bassa, ma anche di lottare per la giustizia ed il rispetto dei diritti. Quindi emendamento presentato.

(Il testo dell’emendamento potete leggerlo QUI.)

Sembra poca cosa, ma in realtà è tantissimo, perché sancisce un diritto all’esistenza, al dovere istituzionale dello Stato di tutelare l’eccellenza culturale dell’arte della danza, all’interno di luoghi di eccellenza che sono i grandi Teatri d’Opera e Balletto.

Noi tutti speravamo che in Commissione Cultura questo emendamento potesse passare, perché avrebbe messo le basi di una futura seria discussione sull’argomento senza preconcetti. Avremmo potuto tutti insieme discutere del riposizionamento dell’arte della danza in una fascia di pari dignità rispetto alle arti di eccellenza della nostra storia culturale italiana.

Invece no. In Commissione Cultura l’emendamento non è passato. Nonostante abbiano votato quasi tutte le forze politiche a favore, evidentemente al nostro governo in carica, la danza proprio non piace.

L’emendamento sarà presentato di nuovo alla discussione in aula, alla Camera. Vi prego dunque, con tutto il cuore, fate pressione presso i politici che avete eletto nel vostro territorio, quelli che hanno avuto il vostro voto, di qualsiasi partito essi siano, perché appoggino questo emendamento e facciano il loro dovere di nostri rappresentanti eletti per tutelare i nostri diritti. Si tratta di cultura.

Non c’entrano ideologie o colori politici.

E soprattutto non si tratta di favorire una lobby a discapito di altri cittadini, ma di farsi garanti di una volontà popolare che riguarda i nostri giovani ed il naturale sbocco professionale di una passione, sana, positiva, costruttiva che necessita di anni e anni di studio.

Abbiamo pochi giorni. Non sottovalutate la forza della spinta dal basso.

Cercando di tener fede, per quanto mi è possibile, all’impegno che ho preso con me stesso di condividere con voi, colleghi ed amici, quante più informazioni possibili sul nostro complicatissimo mondo della danza italiana, vi faccio presente che nel testo di questa nuova legge sullo spettacolo, c’è un articolo che potrebbe avere un impatto non indifferente nel mondo della didattica della danza. Ve ne trascrivo alcuni stralci, presi direttamente dal testo della legge in discussione:

…si provveda all’introduzione di una normativa relativa all’istituzione, controllo e vigilanza delle scuole di danza, nonché, al fine di regolamentare e garantire le professionalità specifiche nell’insegnamento della danza in questi contesti, individuazione di criteri e requisiti finalizzati all’abilitazione di tale insegnamento tramite la definizione di percorsi formativi e professionalizzanti certificati e validi su tutto il territorio nazionale”.

Anche qui, traducendo in due parole, il significato (neppure tanto sottinteso) di questo testo parrebbe essere: “fine dell’egemonia dell’Accademia Nazionale di Danza”.

Ora, amiche ed amici che dirigete o insegnate nelle scuole di danza private, se siete persone oneste e fate un lavoro serio e sincero, non fatevi prendere dal panico, perché non vuol dire che dovrete chiudere la scuola senza una specifica abilitazione statale, ma significa che lo Stato dovrà individuare percorsi di abilitazione alternativi, dal momento che l’Accademia Nazionale di Danza, da sola (e se ne sono accorti finalmente…), non riesce a sopperire l’enorme richiesta di iscrizioni da parte di insegnanti di scuole di danza private che vogliono e farebbero di tutto per abilitarsi. Ma tantissimi non ci riescono per esaurimento posti o non hanno i mezzi economici per vivere 3 anni a Roma.

52 conservatori, 1 Accademia Nazionale di danza. Beh, non è che ci voleva poi molto a capirlo… Evidentemente ad un musicista è garantito il diritto costituzionale allo studio universitario, ad un danzatore no.

Quindi, non è un vostro problema, ma un dovere dello Stato che si è dato un anno di tempo per trovare i “…percorsi formativi e professionalizzanti certificati e validi su tutto il territorio nazionale”.

Chiaro, no? Niente panico, dunque. Quando saranno individuati i nuovi percorsi formativi professionalizzanti, non esitate ad aggiornarvi, studiare, approfondire questa materia delicatissima, perchè la didattica è una cosa seria ed i nostri ragazzi meritano il meglio visto che sono il nostro futuro. Inoltre in quanto minori dobbiamo tutelarli e prenderci cura della loro formazione con serietà e professionalità.

Comunque, fino a prova contraria, gli insegnanti delle scuole di danza pagano le tasse e creano economia di settore e se esiste un VUOTO LEGISLATIVO e la danza non se la sono filata di pezza per decenni, la colpa non è certo vostra.
Ora però dovremo capire quali sono questi “percorsi formativi professionalizzanti”.
Vi terrò informati sugli ulteriori sviluppi.

Un grande abbraccio. Tenete duro. La bellezza salverà il mondo.”

Luciano Cannito

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