MM Contemporary Dance Company applaudita al Teatro Coccia di Novara

di Beatrice Micalizzi
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Lo scorso 9 aprile, il Teatro Coccia di Novara ha ospitato la MM Contemporary Dance Company, la compagnia di danza contemporanea diretta da Michele Merola che sta raccogliendo un successo dopo l’altro.

Lo spettacolo è pensato in due partizioni coreografiche. Il primo tempo si apre con La sagra della primavera, firmata da Enrico Morelli, il quale offre la sua personale versione della celebre coreografia ideata da Vaslav Nijinsky. Prendendo spunto dal rito del sacrificio propiziatorio, il coreografo indaga i mali e le paure che affliggono l’uomo di oggi e che lo portano a ricercare senza sosta un capro espiatorio cui addossarli. 

E il suo intento è chiaramente leggibile nel movimento coreografico che crea. Linee nette, passaggi repentini e cambi di intensità si intersecano tra loro in una sequenza ininterrotta, che procede senza sosta fino all’epilogo. I danzatori si modificano con la coreografia, passando da carnefice a vittima sacrificale e viceversa; una volta è la donna ad essere oggetto di accusa, il momento dopo è l’uomo. 

Le scelte di Morelli si rivelano mano a mano che la coreografia procede sempre più interessanti, arricchite dall’interpretazione di tutti i danzatori che vivono ed esprimono la sofferenza che li opprime in modo personale. La tensione aumenta fino all’estremo, e le ultime battute vorticose e intense concludono questa prima parte.

Nel secondo tempo, l’atmosfera cambia decisamente. Proposta dallo stesso direttore artistico, la coreografia si concentra sull’analisi dell’”inesauribile ventaglio” delle relazioni che si vengono a creare tra gli esseri umani. 

Riconoscibili al pari della precedente melodia, dopo un iniziale intervento ritmico, si odono quasi in lontananza le note del Bolero di Ravel sulle quali si costruisce l’intera coreografia. 

Particolarissima la struttura che campeggia al centro del palcoscenico: una sorta di fisarmonica mobile dalla quale emergono i danzatori per porsi in relazione tra loro e con il pubblico, e nella quale alla fine rientrano. In coppia, in trio o a gruppi, ogni volta il rapporto umano cambia forma e con lui si trasforma il movimento, del quale si apprezza in particolare la sinuosa fluidità, a fronte di un sottofondo ritmico ripetitivo, quasi ossessivo.

D’impatto la sorpresa finale del cambio d’abito di tutti i danzatori, da vestiti neri a bianchi, che insieme portano a termine la coreografia. Un brano d’effetto con interpreti di grande presenza, coinvolgenti, in grado di darsi totalmente al pubblico nella loro esibizione.

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