Spero che il mio intervento (o forse più la mia preghiera), possa contribuire, insieme ad altre voci più in vista e più importanti, a mettere in luce la gravissima situazione del nostro settore (chissa, ..l’unione fa la forza!)
La vita di scuole professionali, amatoriali e autonome di danza, associazioni sportive dilettantistiche, associazioni culturali, associazioni onlus (e sono circa 40 mila in Italia), per non parlare di molti lavoratori che si trovano nelle “retrovie” come artisti, autori, registi, guide turistiche, mediatori, curatori, operatori culturali, progettisti e scenografi, sarti, attrezzisti, sono solo alcune delle professionalità che alimentano le suddette istituzioni e che rischiano di essere letteralmente travolti: infatti si tratta per lo più di lavoratori autonomi, con contratti a tempo parziale e privi di molte garanzie.
Ricordiamo che le scuole di danza amatoriali sono indispensabili per la base di formazione del danzatore che diverrà professionista, ma il panorama professionale della danza comprende anche i coreografi, gli insegnanti di danza, i critici del balletto, gli insegnati di storia della danza, del costume, per arrivare poi ai contrattisti, in teatri, licei Coreutici, settori Universitari, Conservatori, regie televisive senza dimenticare il Teatro, Cinema, settore turistico e tanti altri.
Il settore Danza in Italia purtroppo è aimé considerato non essenziale e, in questo specifico momento di emergenza in quanto settori appartenenti al mondo del lavoro e dell’economia italiana devono essere come gli altri tutelati e presi nella giusta attenzione dal Governo, mentre invece appaiono nella loro estrema fragilità o addirittura nella totale invisibilità.
Mi chiedo, come sia possibile che il nostro Governo non capisca quale grande contributo culturale, economico, sociale, artistico, l’Arte e la cultura apportano nella nostra vita.
Eppure tutti noi abbiamo dato segno di grande vitalità, immaginazione e creatività apparendo in ogni contesto con video, lezioni on line a volte in improvvisate “location”, discussioni e proposte. Questo grande coro di voci avrebbe dovuto da solo far comprendere a chi di dovere il grande ruolo ed il seguito che ha la danza in Italia.
Spero che questo doloroso momento possa diventare in futuro un grande presa di coscienza di tutto il settore della danza per una azione forte e congiunta che porti finalmente al pieno riconoscimento della nostra professione in tutta la sua enorme valenza per l’arte e la società.
Monica Sava,
insegnante di danza classica, coreografa e ideatrice del Metodo Sava.