Monica Sava: “L’insegnante di danza è un lavoratore italiano”

di DANCE HALL NEWS
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Perché, nonostante il continuo e ininterrotto “dovere” come cittadini italiani nel pagare le tasse, IRPEF, IMU, ICI, … non ci viene riconosciuto il diritto al lavoro?

Quand’è che lo Stato rispetta il primo emendamento della costituzione????

Il LAVORO NOBILITA L’UOMO certo, ma perché il nostro Stato italiano non lo rispetta PER TUTTI??

Nel mio settore, da un anno sino adesso, non abbiamo fatto altro che ribadire l’importanza e il beneficio che le scuole di danza apportano, sui bambini, sui ragazzi, quanto sia salutare, che da la possibilità a tutti di comunicare, dialogare ed esprimersi.

Perché l’arte, la cultura e l’espressività, a qualunque arte appartengano, sono alla base della nostra società.

Ma, della figura dell’insegnante di danza come lavoratore non è stato dato uno spazio di importanza e dignità che gli spetta.

Noi docenti e lavoratori del settore ci siamo sempre espressi con umiltà, rispetto e altruismo, che sono le nostre caratteristiche; alti valori che il nostro “mondo” rispetta e  continuerà a sostenere.

Voglio citare la nostra tanto decantata e mai come oggi calpestata Costituzione:

art. 1 DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

“Accanto ai diritti civili e politici la Costituzione stabilisce dei diritti sociali che hanno valore di programma politico-sociale per guidare la società italiana verso obiettivi d’uguaglianza sostanziale. Questo aspetto, che contraddistingue la Costituzione italiana, trova espressione diretta nell’articolo 3, comma secondo: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese“. In questo senso vanno interpretati il riconoscimento del diritto al lavoro e la subordinazione della proprietà e dell’iniziativa privata agli interessi collettivi.”

Lo Stato sta togliendo la dignità lavorativa a milioni di lavoratori indipendenti, circa il 21% della nostra popolazione complessiva, e nel settore cultura e spettacolo di circa 19%.

Ora, di grazia,  solo per fare un esempio, qualcuno mi può spiegare perché i dipendenti pubblici firmano il contratto con 107 euro di aumento, (anche se la maggior parte sono svolti in Smart working e durante l’epidemia non hanno subito perdite economiche), e invece le partite IVA e affini non hanno nessun aiuto economico, oggi dimenticate, ma perfettamente considerate quando debbono essere tassate e tartassate?

Monica Sava   

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