Natalia Makarova: una delle più grandi ètoiles russe della seconda metà del XX secolo

di Sabrina Ronchetti
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Natalia Makarova, universalmente riconosciuta come una delle più grandi ètoiles russe della seconda metà del XX secolo, nasce a Leningrado il 21 Ottobre del 1940 ed inizia i suoi studi presso l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, dove si diploma nel 1952 entrando immediatamente a far parte dello stesso Kirov Ballet.

Si fa notare subito come una delle migliori ballerine della compagnia, acclamata e amata per la sua impareggiabile tecnica e la sua facilità nell’interpretare i ruoli più importanti del balletto classico, Giselle, Odette, Aurora.

Questo successo le agevola il lasciapassare per andare fuori dalla Russia, in tournée e proprio nel 1970, quando si trova a Londra, Natalia Makarova decide di fare il grande passo, come già avevano fatto Nureyev e Baryshnikov, chiedendo asilo politico alla Gran Bretagna per il pressante bisogno di una sua libertà artstica.

Lo stesso anno si unisce all’American Ballet di New York, e danza sia ruoli contemporanei che classici, tra cui, per la prima volta, Bayadére, e per tutti gli anni Settanta e Ottanta continua la sua sfolgorante carriera anche come ospite di molte compagnie europee, tra cui Opera di Parigi, National Ballet of Canada, Stuttgart Ballet, compagnia di Maurice Béjart..

Nel 1980 la delusione per la nomina di Mikhail Baryshnikov a Direttore dell’American Ballet, ruolo a cui lei stessa ambiva, la porta a lasciare la compagnia e a fondarne una tutta sua la “Makarova and Company” che però, causa lo scarso successo  e il poco seguito, chiuderà dopo una sola stagione.

Questo insuccesso la riporta all’American Ballet, dove continua a ballare per un altro lungo periodo e concedendosi, al contempo, nuove esperienze; innanzitutto rimonta il balletto “La Bayadére” facendo dell’ABT la prima compagnia occidentale ad avere questo capolavoro nel suo repertorio e viene chiamata per questo da altre prestigiose compagnie, (la Royal Ballet, il Balletto Reale Svedese, Teatro Alla Scala, Teatro Colon Di Buenos Airs, Balletto di Amburgo..) desiderose anch’esse di acquisire la versione integrale del balletto.

Sempre per l’ABT allestisce una nuova produzione di “Paquita”e per il London Festival Ballet, un nuovo “Lago dei Cigni”.

In seguito, debutta anche a Broadway, nel 1983, nel Musical “In your toes”, con grande successo, vincendo un Tony Award e un Laurence Olivier Award.

Ma numerosi sono anche i suoi lavori per la televisione, tra i più famosi ricordiamo la seie “Ballerine”, “La leggenda di Leningrado”, “In a class of her own”, “Natasha”.

La riconciliazione con il Balletto del Kirov, e di conseguenza con la madrepatria Russia, si ha nel 1988 quando danza per la BBC, un estratto da “Lago dei Cigni” con la compagnia pietroburghese e l’anno dopo viene invitata, prima artista esule russa, a tornare in Russia, dove riprende a ballare con il Kirov in alcune performances, ma decide da lì a poco di ritirarsi dalla scene.

La sua carriera di danzatrice lascia il passo ad una nuova e brillante carriera, quella di attrice.

Debutta nel 1991 a teatro con “Tovarish”, produzione ripresa nel West End, nella commedia “Two for the Seesaw” nei teatri di Mosca e San Pietroburgo, è protagonista della commedia “Misalliance” di Shaw al Chichester Festival.

Il suo primo amore, la danza, torna nella sua vita nel 1998 quando viene chiamata dapprima dall’Australian Ballet e poi dal Teatro Alla Scala e dalla Royal Ballet per riallestire “La Bayadère”.

Sempre per la Royal Ballet dirige la produzione di “Bella Addormentata” (“2003”), e poi per il Balletto Reale Svedese, “Giselle”(2000) e per finire nel 2005, riprende il Lago dei Cigni per il Balletto Perm in Russia.

La sua piu recente apparizione si ha però in Inghilterra, come attrice protagonista della commedia:”Bilthe Spirit” di Noel Coward.

Danzatrice completa, curiosa, dotata di un grande entusiasmo che l’ha portata nel corso della sua carriera ad affrontare prove ardue, a mettersi in discussione come persona e come artista, mai soddisfatta, sempre irrequieta.

Quando era ancora nell’ABT, in una famosa intervista che rilasciò, confessò al giornalista di avere appena imparato una nuova parola inglese che la definiva, a suo parere, in maniera perfetta: la parola era “Insaziabile”: “Ebbene ,questa sono proprio io”.

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