Non servirà a nulla, ma non lasceremo nulla di intentato

di Giada Feraudo
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Queste sono le parole con cui si conclude il testo di un post che da alcuni giorni, a partire da poche ore prima dell’approvazione del nuovo DPCM, è diventato virale sui social.
L’invito è quello alla massima condivisione, con i tag riferiti al Ministro della Cultura e al Ministero dei Beni Culturali MIBACT.
L’accorato appello parte dai lavoratori dello spettacolo, i quali, grazie a questo nuovo colpo di scure che, ancora una volta, colpisce la cultura molto più duramente rispetto ad altre realtà, si trovano ad affrontare enormi difficoltà. Molti il lavoro l’hanno già perso, tanti ancora lo perderanno, alla luce dei fatti. Si sta combattendo una battaglia per la sopravvivenza.
Di seguito il post.

Alla C.a. Del ministro &
Dario Franceschini – pagina ufficiale e alla direzione del MiBACT
Gentilissimi,
Siamo a poche ore dall’uscita del nuovo dpcm e, come lavoratore dello spettacolo, chiedo vivamente che si faccia qualcosa per il nostro settore. Non chiedo cose strabilianti, ma l’attuazione della stessa prassi usata per gli altri ambiti lavorativi. Chiedo con fermezza che si applichi il principio di distanziamento sociale anche al teatro, senza la folle imposizione dei 200 posti draconiani che tagliano le gambe a qualsiasi realtà che potrebbe, in tutta sicurezza, ospitare più spettatori, proprio come accade per locali, ristoranti, bar e palestre. Quello che chiedo è EQUITÀ. Se un calciatore viene trovato positivo e, giustamente, messo in quarantena, ma senza bloccare la squadra, allora se un attore viene trovato positivo la compagnia va avanti. Se si ferma la compagnia per un attore, allora si fermerà la squadra di calcio per un calciatore (l’ASL di Napoli ha già fatto letteratura). Questa deve essere la cifra morale che dovrebbe vigere in questo momento, oltre al buon senso. Questo maledetto Covid sta facendo danni e vittime. Ma anche il silenzio crea danni e vittime. Non siate silenziosi. Rispondete ad un lavoratore dello spettacolo. Rispondete ad un cittadino.

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