Fra palcoscenico e didattica: la “danza totale” di Luisa Signorelli

di Fabio Paolo
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Dance Hall News incontra, per i suoi Lettori, Luisa Signorelli, personalità d’eccezione, a un tempo danzatrice e coreografa, il cui nome si lega in modo inscindibile alla Compagnia di Danza Ballet-ex, un ensemble interamente maschile nato nel 2007, di cui Signorelli è la sola interprete femminile. Una compagnia, appunto, che già immediatamente dopo la sua nascita, nel 2008, trionfa all’International Dance Competition di Atene, sino a divenire rapidamente una realtà coreutica affermata, presente sui maggiori palcoscenici italiani. 

Signora Signorelli, perché questo nome, “Ballet-ex”? Quale cifra artistica ne è embrione e anima? Più ancora, perché nasce, lungo lo svolgersi del Suo percorso di danzatrice, l’idea di una compagnia interamente e proprio al maschile, e che cosa vuol dire per una donna dirigere (e creare per) un gruppo di danzatori uomini?

Sono sempre stata affascinata dalla danza maschile per le sue molteplici sfaccettature: impeto, forza, vigore, ma anche delicatezza, sensibilità profonda, soavità. Creare per danzatori uomini è, per una donna, una sfida, un ricerca di qualcosa al di là di se stessi: significa spogliarsi della propria apparente identità e provare a ricercare la danza nel senso più puro, significa non percorre strade già battute, ma sperimentare modelli espressivi diversi. Di qui il nome Ballet-ex: “ex” sta per experimentum. 

Da Timeless a Migration, e da qui a Space, solo per citare alcuni titoli della Sua costante e vivida produzione: per uno che, come me, ha il privilegio di goderne molto da vicino, in sala e sul palcoscenico, i Suoi lavori coreografici si caratterizzano, nella loro policromia e nel loro incessante sperimentalismo di ricerca, per il rifiuto di ogni sofismo logoro e scaltrito, e per il forte impatto tanto concettuale quanto narrativo di ciò che Lei esprime in danza. Ebbene, quali contenuti, quale volto ha l’invenzione coreografica di Luisa Signorelli? E quale importanza assume la proiezione video nelle Sue creazioni? 

Sono sempre storie interiori, “di vissuto”, attuali. Amo riflettere sui temi della vita contemporanea e sugli interrogativi che tutti ci facciamo: «che cosa è il tempo? cosa lo spazio? verso dove andiamo?». Allo stesso tempo, non amo imbrigliare temi di tal genere in inutili e sterili intellettualismi, ma anzi voglio che la mia comunicazione sia semplice, diretta, immediata, il più possibile fruibile da tutti, anche da un pubblico poco preparato a vedere danza, anzi in verità proprio e soprattutto da questa categoria di pubblico. Il video è un’opportunità in più che do al pubblico, ma anche a me stessa, di rendere la comunicazione non solo più chiara, ma anche più espressiva, più sentita. 

Ballet-ex, se ai Suoi occhi è una scelta, una dottrina, costituisce anche e soprattutto una scommessa tutt’altro che facile: ciò perché la Compagnia non può contare su finanziamenti ministeriali o comunque provenienti da Enti culturali esterni, ma deve “camminare con le sue gambe”: quali sono le difficoltà che Lei incontra, nell’ambito delle insufficienti politiche culturali da tempo in atto nel Paese? 

è un peccato che la nostra arte dipenda così tanto dalla politica: ciò fa sì che molti talenti non vengano valorizzati e che siano sempre i soliti a beneficiare di fondi e aiuti. Se i fondi fossero meglio e più equamente distribuiti, non solo Ballet-ex, ma anche tante realtà valide potrebbero fare di più, creare sinergie, dare lavoro a tanti giovani. Camminare con la proprie gambe significa anche prendersi dei rischi e delle responsabilità, imparare dai propri errori e tirare fuori tutta l’energia e le capacità per poter andare avanti. Ogni spettacolo che si produce ha il valore di mille spettacoli, è una conquista e un traguardo, hai senz’altro dei limiti, ma è anche una grande soddisfazione. 

Ma Ballet-ex non è unicamente una realtà dei teatri nostrani. La Compagnia vanta, sin dal suo debutto, anche esperienze extra-nazionali, come la doppia partecipazione nel 2009 e nel 2011 in Polonia nell’ambito del “Sergei Diaghilev Competition of Chireographic Art” presso il Grand Theater di Lodz: com’è portare la propria Compagnia in vetrine internazionali di tale respiro e sapere che, in quel momento, si è, oltre che di se stessi, anche immagine del panorama artistico e coreografico italiano? 

Portare le proprie creazioni all’estero è sempre molto emozionante, fonte di confronto, ci si misura con artisti così diversi ma nello stesso tempo uniti dalla medesima passione per la danza. Noi italiani siamo sempre molto stimati e rispettati quando varchiamo il confine. Ho sempre trovato molto entusiasmo, a volte ammirazione, nel pubblico e tra i colleghi, forse perché la danza è vissuta diversamente, in modo meno superficiale, o forse perché la nostra anima mediterranea dà un tocco in più alla comunicazione. In Italia vengono esaltati artisti stranieri, mentre invece il nostro Paese è ricco di talenti e di creatori cui non viene, purtroppo, dato lo spazio dovuto. 

Quanto, di Luisa Signorelli, c’è in Ballet-Ex e che cosa Ballet-Ex, nel corso di questi anni, ha regalato alla donna e all’artista Luisa Signorelli? 

Ballet-ex è una creazione totalmente mia, frutto di un grande lavoro personale, fatto di arte, ma anche di grande rispetto e stima verso i miei collaboratori. Mi rispecchio nella definizione di “artigiana della danza”, per il lavoro di perfezionamento, revisione, ricerca che ogni giorno faccio nel confronto di tutte le mie creazioni. Ballet-ex mi ha regalato l’occasione di poter approfondire non solo il mio lato creativo e artistico, ma anche organizzativo e imprenditoriale. Ma soprattutto mi ha aperta a nuove esperienze di comunicazione e di vita. 

Ma non è semplicemente una compagnia: Ballet-ex è un vero e proprio modo di vivere la danza, che sceglie come interlocutori non solo i professionisti, ma anche gruppi di amatori e scuole di danza: mi riferisco alla rassegna per gruppi e scuole “Divertiamoci con l’arte” e ad altri due eventi, di rilievo internazionale: il “Concorso coreografico Ballet-ex”, presso il Teatro Orione in Roma, e il “Festival Ballet-ex”, in collaborazione con la Regione Lazio, presso il Teatro Olimpico di Roma. Che cosa Ballet-ex, per mezzo di queste attività, vuole promuovere, quale missione le anima? 

Organizzo ormai da anni rassegne e concorsi dedicate ai giovani perché credo sia importante, per i ragazzi che studiano, avere alte possibilità di esibirsi, oltre al saggio di fine anno. Mi piace inoltre dare la possibilità ai coreografi emergenti di mostrare il loro lavoro in un contesto che, seppur dedicato agli allievi, viene organizzato e gestito a livello professionale. Sono occasioni d’incontro anche per i maestri, in cui nascono delle sinergie che vanno avanti anni e che fanno crescere. 

Luisa Signorelli è divenuto un nome dietro cui si erge, forte, l’opportunità per numerosi danzatori, amatoriali e professionisti, di esprimere se stessi a un pubblico calcando palcoscenici importanti. Ciò è ancor più vero per gli allievi delle scuole, cui la generosità delle Sue iniziative permette di uscire dalle sale di danza e vivere quel sogno. Ebbene, Lei che ha quindi a che fare costantemente con le realtà scolastico-accademiche, e che si interfaccia con maestri e coreografi di cui esperisce il lavoro quotidianamente profuso in sala, come descrive il mondo delle scuole di danza in Italia oggi? Ne ha vista cambiare la fisionomia nel corso degli anni? 

Benché il panorama delle scuole italiane sia molto vario, trovo che in generale il livello in questi ultimi anni si sia alzato. Vi sono realtà che lavorano veramente bene, da cui escono danzatori pronti alla professione. Solitamente sono scuole aperte al confronto, in cui gli insegnanti si tengono aggiornati e vivono la loro professione realmente come una vocazione e non come un semplice mestiere. Ho visto piccoli gruppi crescere negli anni e migliorarsi: il lavoro e la serietà d’intenti paga sempre. Posso però dire che anche in realtà minori percepisco sempre la passione e la voglia di fare: il messaggio che cerco di dare è di studiare e mai credere che basti poco per arrivare al successo: la creazione di falsi idoli e il mito del “tutto e subito” porta solo illusioni destinate a svanire. 

Prima ancora che coreografa, Luisa Signorelli è una elegantissima danzatrice. Dove affondano le radici della sua vita di oggi? Quando nasce in Lei il bisogno di abbracciare la coreografia? L’interprete e la coreografa: come convivono in Lei queste due anime? 

Ho cominciato a coreografare molto giovane, un po’ per caso e mi sono subito appassionata. Ho però sempre pensato, contrariamente a molti, che un coreografo deve prima essere un danzatore e provare sulla propria pelle la vita del danzatore: l’allenamento quotidiano, le difficoltà tecniche, la ricerca del proprio corpo; se tutte queste energie vengono incanalate bene, si ha una carta in più da giocare nel rapporto con i danzatori e nel capire la danza in modo profondo. Interprete e coreografa fanno parte di un’unica ricerca e di un’unica fonte di ispirazione. 

Eppure, oltre che danzatrice e coreografa, Luisa Signorelli è anche una autorevole e apprezzata didatta della danza: talento, questo, che in veste di uditore ho avuto la preziosa opportunità di vedere  durante un’attività che ormai si sta con sempre maggior successo consolidando e che La vede presente in molti centri italiani: mi riferisco ai corsi di aggiornamento per insegnanti, veri incontri con la danza alla scoperta degli elementi caratterizzanti una “lezione tipo” sotto i suoi molteplici aspetti. Come nasce l’idea di questi corsi, e a chi si rivolgono? 

L’idea dei corsi di aggiornamento nasce da varie richieste che mi sono state fatte nel corso degli anni. All’inizio pensavo fosse quasi presuntuoso, poi mi sono messa alla prova, e ho scoperto un mondo. In questi corsi offro la mia esperienza su come impostare un allievo o una classe, paragono i vari stili, le varie scuole, metto in luce i punti deboli che dobbiamo rafforzare. Insomma, invito i partecipanti a essere prima di tutto “artigiani” delle propria arte e a curare il dettaglio, perché è dal particolare che si vede la scuola. Dopo i corsi tenuti a Roma a Settembre, sarò il 18 e 19 Ottobre a Cazzago di Pianiga, vicino a Venezia, e il 22 e 23 Novembre in Calabria, a Gioia Tauro, per dar modo anche a chi non può spostarsi di potersi aggiornare e studiare.

Sempre nel solco della didattica della danza, a Luisa Signorelli spetta il titolo di vera e propria pioniera, poiché da tempo ormai produce gli unici DVD didattici sulla danza classica reperibili in Italia e, a completamento, numerosi CD musicali. Una collana che è un guadagno meraviglioso per chiunque sia desideroso di indagare nel dettaglio l’arte coreutica e che nel 2014 ha accolto un nuovo, sensazionale lavoro, “Tecnica e segreti della danza classica”. Ci parli, Signora Signorelli, di come sia nata l’idea di produrre una collana così unica e preziosa e, più in particolare, dell’ultima creazione da Lei ideata. 

Anche questa è stata una delle tante sfide. Ho iniziato in maniera del tutto rudimentale, ma con il tempo ho acquisito capacità e conoscenza anche del linguaggio video e delle dinamiche di post-produzione. Ogni DVD è una sorta di figlio, perché prevede tanti mesi di lavoro. In questi video ho toccato e approfondito tanti aspetti della danza classica: dal passo a due, alla lezioni di tecnica per i vari livelli, alla tecnica maschile, fino a quella per bambini. L’ultimo, “Tecnica e segreti della danza classica”, è assolutamente straordinario perché in esso sono presenti affetti grafici dinamici che lo rendono veramente un lavoro unico, senza precedenti e di grande supporto didattico. 

Voglio prendere commiato da Luisa Signorelli chiedendoLe che cosa La attenda per le prossime settimane. So che ha avuto luogo una audizione per ricercare nuovi danzatori, il che ci porta a domandarci quale nuova creazione Lei abbia in serbo: qualche anticipazione, quali i prossimi appuntamenti? 

Ballet-ex è un ensemble composto da 6 o 7 danzatori, ma non è stabile. Per cui il gruppo si rinnova e cambia spesso. Ho infatti svolto recentemente un’audizione, il 9 Ottobre, perché avevo bisogno di nuovi interpreti per affrontare le prossime creazioni. La stagione si apre il 31 Ottobre con uno spettacolo al Teatro Greco di Roma, per poi proseguire con altri tre appuntamenti in altri teatri romani e a Caserta. In questo inizio di stagione riprendo e rielaboro alcuni lavori fatti per riproporli al meglio: ho nuove idee, tagli da fare, nuove ispirazioni … Insomma, l’artigiana della danza non di ferma mai!

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