I giovani talenti della Scala protagonisti eccellenti di “Sempreverdi”

di Sabrina Ronchetti
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Il cartellone del Festival Verdi di Parma si è arricchito quest’anno di un appuntamento nuovo: quello con la danza. Ospiti del Teatro Regio, gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro Alla Scala in scena nelle serate del 30 e 31 Ottobre, con lo spettacolo Sempreverdi, un omaggio al grande compositore Giuseppe Verdi.

Il programma presentato ha permesso al pubblico parmigiano di apprezzare le tante e diverse qualità degli allievi scaligeri che si sono cimentati in tre diversi brani: dapprima “Serenade”, bella coreografia di George Balanchine su musiche di Tchaikovsky, poi “Gymnopedies” di Roland Petit, su musiche di Satie e, per finire, “Le quattro stagioni” tratte dai Vespri Siciliani di Verdi e coreografate dallo stesso direttore della Scuola di Ballo, Frédéric Olivieri.

“Serenade”, creata da Balanchine nel 1934 per gli studenti che iniziò a formare nella sua School of American Ballet e ora rappresentata dalle più grandi compagnie del mondo, è sicuramente una prova ardua che ha però permesso di mettere in luce le qualità artistiche delle allieve della scuola, più che degli allievi. La delicatezza e la fluidità dei movimenti, elementi che hanno contraddistinto l’esecuzione delle ballerine avvolte in leggerissimi tutù verde acqua, si fondevano alla perfezione con le note nostalgiche ed evocative della Serenata per archi di Tchaikovsky. Molto espressiva ed elegante la danzatrice solista impegnata nel passo a due del balletto, ma di cui non conosciamo il nome, poiché i nomi degli allievi non sono stati indicati sul libretto di sala distribuito al pubblico, il che, a mio avviso, non ha reso giustizia a chi si è più distinto nel corso della serata.

Anche nella coreografia successiva, “Gymnopedies”, di Roland Petit, degno di nota è stato un giovane e talentuoso allievo, di cui però non conosciamo il nome, impegnato in un assolo tecnicamente complesso, (soprattutto per gli equilibri da eseguire il più delle volte al termine delle pirouettes), ma ben affrontato anche nei passaggi più ostici. Di seguito, un passo a due molto particolare, in cui la ballerina, allieva dalle belle linee, vestita in tutù romantico e guanti da sera neri, diventa un’ammaliatrice misteriosa tra le braccia del suo compagno, partner preciso e sicuro nonostante la giovane età.

Ma il momento più atteso e al contempo più apprezzato dal pubblico del Regio è stato sicuramente quello de “Le Quattro Stagioni”, ballabile tratto dall’opera lirica “I Vespri Siciliani” del grande Maestro di Busseto, vera perla musicale, purtroppo quasi sempre assente negli allestimenti contemporanei. Frédéric Olivieri, Direttore della Scuola, si è cimentato in questa coreografia, spiegando di avere scelto i quattro movimenti per l’accesa bellezza della musica, ideale per presentare l’entusiasmante giovinezza degli allievi della scuola, tutti di età compresa tra i 16 e i 18 anni, orgogliosi di esibirsi in questa composizione creata per proprio per loro.

È un susseguirsi e un incatenarsi di assoli, pas de trois, pas de deux, variazioni dove rifulgono i talenti artistici e tecnici di questi giovani, e soprattutto di alcuni di loro di cui sentiremo sicuramente parlare in un prossimo futuro. Apre l’Inverno, dove ritroviamo la solista, giovane promessa già incontrata in “Serenade”, che conferma qui le sue doti espressive e tecniche che raggiungono il culmine nel finale del divertissment, grazie all’esecuzione di una sequenza infinita di fouettés che ha strappato un grande applauso ad un pubblico incantato da tanta sicurezza.

In questo primo movimento, si sono messi in luce anche gli allievi maschi della scuola, che comunicavano con la loro danza, una profonda gioia ed un grande entusiasmo, impegnati in belle sequenze di batterie e di pirouettes, anche se non sempre perfettamente eseguite.

La Primavera ispira ad Olivieri, dapprima un passo a due malinconico e languido, poi assoli, passi a due tutti dinamici, frizzanti, mentre l’Estate impersonata da un’allieva impegnata in una variazione dal sapore vagamente arabeggiante, trova il suo culmine in un passo a quattro affidato ad allievi molto promettenti alle prese con batterie complesse eseguite però con leggerezza e precisione.

Nell’Autunno non si può non parlare di un’altra allieva davvero molto talentuosa. Questa ragazza, si distingue da tutte le altre non solo per le belle linee e per il bel salto esaltato da Olivieri nelle sequenze create per lei, ma soprattutto per l’espressività viva, per la danza gioiosa e per la forte presenza scenica, caratteristiche peculiari e strettamente artistiche di questa giovane allieva, davvero molto apprezzata dal pubblico .

Trascinante il finale voluto dal coreografo, come la stessa musica del resto suggerisce, fatto di un susseguirsi vorticoso di virtuosismi di ogni tipo: manèges, diagonali di salti, prese, pirouettes, fouettés che riporta in scena tutti gli allievi della scuola impegnati nella serata.

Tanti gli applausi per tutti, e i commenti positivi che si sono sprecati nel Foyer del Teatro Regio, segno di un pubblico preparato , addetto ai lavori, che non ha potuto fare a meno di notare un progresso notevole nella preparazione di questi ragazzi rispetto a qualche anno fa. Valutazioni che condivido in pieno, ricordando un’esibizione abbastanza mediocre di un po’ di tempo fa tenuta dagli allievi scaligeri, che mi aveva lasciato a dir poco un po’ perplessa.

Al Direttore Frédéric Olivieri si deve non solo riconoscere la capacità di avere portato un forte miglioramento a livello tecnico negli allievi dell’Accademia, ma anche di avere dato loro molte più occasioni rispetto al passato, di uscire dalla scuola per cimentarsi di più con la performance, il che è esperienza fondamentale nella crescita artistica di ogni ballerino. 

Crediti fotografici: Roberto Ricci

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