Passione Tango: dalla sofferenza alla felicità

di Alessandra Colpo
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Oggi il nostro Danzaperché è dedicato al tango ed è quindi un Tangoperché! Sapete che quando tolgo le mezze punta rosa della danza classica indosso i tacchi argentini, vero? E sono anche convinta che prima o poi al tango arrivino tutti gli amanti della danza perché il tango è una lunga camminata di vita e sono quindi certa che vi appassionerete a questo Tangoperché di oggi!

È nato per caso questa mattina chattando su Whatsapp con… Jack e Jill, così li chiamerò per questione di privacy perché al momento non sanno che sto condividendo con voi, navigatori della danza, le loro risposte alle mie domande e perplessità! Sono certa che quando leggeranno ne saranno felici!

Constatavo con Jack e Jill quanto una determinata milonga dove ero stata la sera precedente (la milonga è il luogo dove si balla tango) se pur molto bella nella sua location, avesse in definitiva comunque un’atmosfera triste e me ne chiedevo la ragione.

Jack ha risposto che le milonghe sono sempre tristi, sono nostalgia, pensiero, amore, passione, umiliazione, tradimento perché il tango é questo, non è il divertimento che la gente crede.

Ho chiesto quindi perché alla gente piace e lo va a ballare se il tango è più sofferenza che divertimento.

Jill ha preso la parola e ha scritto che è la vita ad essere così, vita di cui il tango è specchio e noi in milonga ne prendiamo consapevolezza. Per questo ci affascina e quindi titanicamente cerchiamo di interrompere il cerchio e di innamorarci di nuovo per trovare di nuovo la felicità: siamo esseri umani che vogliono sprofondare per poi risorgere!

Ho obiettato che a me però piace più ridere che piangere nella vita… Jack e Jill quasi all’unisono e forse nel loro intimo tango virtuale mi hanno risposto che:

“é la voglia di essere supereroi a farci ballare”.

Questo è il loro Tangoperché!

In attesa dei vostri Danzaperché alla nostra email [email protected] come sempre vi saluto e vi auguro

Buona settimana di danza!

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