Oggi il nostro Danzaperché è dedicato al tango ed è quindi un Tangoperché! Sapete che quando tolgo le mezze punta rosa della danza classica indosso i tacchi argentini, vero? E sono anche convinta che prima o poi al tango arrivino tutti gli amanti della danza perché il tango è una lunga camminata di vita e sono quindi certa che vi appassionerete a questo Tangoperché di oggi!
È nato per caso questa mattina chattando su Whatsapp con… Jack e Jill, così li chiamerò per questione di privacy perché al momento non sanno che sto condividendo con voi, navigatori della danza, le loro risposte alle mie domande e perplessità! Sono certa che quando leggeranno ne saranno felici!
Constatavo con Jack e Jill quanto una determinata milonga dove ero stata la sera precedente (la milonga è il luogo dove si balla tango) se pur molto bella nella sua location, avesse in definitiva comunque un’atmosfera triste e me ne chiedevo la ragione.
Jack ha risposto che le milonghe sono sempre tristi, sono nostalgia, pensiero, amore, passione, umiliazione, tradimento perché il tango é questo, non è il divertimento che la gente crede.
Ho chiesto quindi perché alla gente piace e lo va a ballare se il tango è più sofferenza che divertimento.
Jill ha preso la parola e ha scritto che è la vita ad essere così, vita di cui il tango è specchio e noi in milonga ne prendiamo consapevolezza. Per questo ci affascina e quindi titanicamente cerchiamo di interrompere il cerchio e di innamorarci di nuovo per trovare di nuovo la felicità: siamo esseri umani che vogliono sprofondare per poi risorgere!
Ho obiettato che a me però piace più ridere che piangere nella vita… Jack e Jill quasi all’unisono e forse nel loro intimo tango virtuale mi hanno risposto che:
“é la voglia di essere supereroi a farci ballare”.
Questo è il loro Tangoperché!
In attesa dei vostri Danzaperché alla nostra email [email protected] come sempre vi saluto e vi auguro
Buona settimana di danza!