Da tempo non sentivo Mia Molinari, mia concittadina, e precisamente da quando, dopo aver frequentato la mia stessa scuola di danza a Piacenza, aveva spiccato il volo giovanissima grazie al suo straordinario talento, verso orizzonti prestigiosi. Di lei da bambina mi avevano sempre colpito la sua esuberanza, la sua anima solare, la simpatia, oltre alla sua danza forte di tecnica e ricca di quel carisma che l’ha sempre contraddistinta. Mia Molinari, una fulgida carriera costellata di grandi successi, è stata la protagonista indiscussa della danza in televisione negli anni Novanta, degna sostituta di altre due eccezionali ballerine come Heather Parisi e Lorella Cuccarini. Oggi, splendida e solare come allora, si dedica all’insegnamento nei migliori stages organizzati in Italia ed è spesso chiamata, grazie alla sua riconosciuta esperienza, nelle giurie di prestigiosi Concorsi di danza Nazionali ed Internazionali.
Cara Mia, è davvero un piacere per me poterti intervistare e ritrovarti dopo tanti anni. Abbiamo condiviso alla “Domenichino da Piacenza” i nostri primi anni di studio della danza a cui ti sei avvicinata molto presto, se non sbaglio a sei anni: è stata una tua scelta, o qualcun altro ti ha spinto?
È stata assolutamente una mia scelta: io volevo ballare. Anzi, i miei genitori erano persino meravigliati e non capivano da dove fosse sbocciata questa mia passione, ma decisero comunque di assecondarla, tanta era la mia insistenza. Così, da Ponte dell’Olio, dove vivevo, mi portarono a Piacenza, dapprima alla scuola di danza della signora Alida Bianchi, e poi, un anno più tardi all’Accademia “Domenichino da Piacenza”, dove iniziò la mia formazione con Giuseppina Campolonghi, Alessandro Prati e Claudio Bellussi.
Il tuo talento si mette in luce molto presto: a soli 12 anni ti viene offerta una borsa di studio per studiare con Peter Laslov, poi vinci il Concorso del Teatro Carcano, finalista al Gran Prix de Lausanne e a soli 16 anni borsa di studio per il Teatro Nuovo di Torino.
Fu in occasione dello stage “Vignaledanza” che venni scelta per entrare alla scuola del Teatro Nuovo di Torino, prima, e nella compagnia poi. Dopo sei mesi passati lì, i docenti cubani, notando evidentemente del talento in me, mi offrirono la possibilità di andare direttamente a Cuba, per studiare e lavorare al Ballet de Camaguey e al Ballet National del L’Havana, il che, per una ragazza di 17 anni significava vivere letteralmente il sogno della vita.
Decisamente una grande occasione. Al tuo rientro in Italia, un’altra esperienza indimenticabile accanto a veri mostri sacri della danza come Vassiliev, Maximova, Iancu, Savignano all’Arena di Verona.
Poter studiare e lavorare così giovane accanto a nomi tanto importanti e allo stesso tempo poter calcare un palco così prestigioso, è stata per me un’emozione unica, da togliere letteralmente il fiato. Ricordo ancora quando la signora Maximova mi chiamava accanto a sé durante la sbarra a lezione: ero incantata da lei, in completa adorazione.
Poi ad un certo punto il tuo percorso devia dai teatri alla televisione: com’è successo?
Direi quasi per caso perchè in realtà io avevo avuto una formazione prettamente classica, il moderno lo avevo approcciato davvero poco. Ma fu durante una lezione a cui stavo partecipando, che la grande Marta Levis mi disse che vedeva in me un talento televisivo e mi propose di provare l’audizione per “Serata D’Onore” che si teneva proprio in quei giorni. Io non la presi sul serio, ma lei insistette al punto da prepararmi lei stessa la borsa con dentro un paio di scarpe col tacco, mi pagò il biglietto del treno e mi spedì a Roma all’audizione.
È stata in quella occasione che ti ha notato Franco Miseria vero?
Era lui il coreografo di “Serata D’Onore” e stava cercando una ballerina che potesse essere la degna sostituta di Heather Parisi, ma io non pensavo neanche di arrivare alla fine dell’audizione, visto che eravamo più di cinquecento ragazze presenti. Invece, con mia grande sorpresa, Franco Miseria mi chiese un’improvvisazione: così infilai le mie scarpette da punta e lo convinsi con 32 fouetté doppi con cambio di direzione.
Niente male, direi! E da lì è partita la tua straordinaria avventura televisiva che ti ha portato a ricoprire sempre ruoli da prima ballerina in trasmissioni popolarissime come “Buona Domenica”, “La Corrida”, “Simpaticissima”, “La Città delle Donne”, solo per citarne alcune.
Esattamente, quello che io considero il mio vero debutto in realtà, la trasmissione che mi ha consegnato al successo è stata “Fantastico”, sempre con Franco Miseria. Da lì, oltre alla notorietà, sono seguite tante collaborazioni con coreografi quali Marco Garofalo, Brian e Garrison, e magnifici incontri come con Denis Bragatto e Eugenio Buratti, Fabrizio Mainini, Silvio Oddi, ecc..
A proposito di Silvio Oddi, la notizia della sua recente scomparsa ha lasciato tutti sgomenti. Tu che hai collaborato con lui e sei stata sua compagna di lavoro per tanti anni, puoi darci un tuo ricordo personale di Silvio?
Ricorderò sempre Silvio per il suo sorriso, per le risate che ci siamo fatti durante gli anni in cui abbiamo lavorato insieme. Abbiamo in realtà anche tanto discusso, ma abbiamo vissuto insieme l’essenziale. Adesso che non c’è più, lo voglio immaginare come una stellina che è ritornata al cielo, la sua vera origine e desidero mandare un abbraccio grande, d’ amore ai suoi figli.
A parte Silvio Oddi, di cui conservi un bellissimo e struggente ricordo, qual è la persona che ti è rimasta di più nel cuore, quella che ricordi con più affetto?
Senza dubbio il grande Corrado: un vero signore, davvero unico come uomo, come professionista e come persona, un maestro di rispetto e di umiltà, una grande persona.
Hai raggiunto il clou della tua carriera nella tv negli anni Novanta, poi improvvisamente hai lasciato quel percorso, cosa è successo?
La fine degli anni Novanta segnò anche la fine dei corpi di ballo televisivi, e quindi la mia scomparsa dai teleschermi. Per fortuna, durante gli anni precedenti, contestualmente al mio lavoro televisivo, si erano aperte altre strade che, una volta abbandonato quel mondo, decisi di proseguire e approfondire. Mi riferisco soprattutto all’insegnamento. Iniziarono a chiamarmi per partecipare ai più grandi stage nazionali ed esteri, ma continuai a ballare ancora tanto come guest in importanti compagnie, come quelle di Biagi, di Astolfi, di Celli, e in tanti Galà.
L’insegnamento è una strada che non hai abbandonato, ma che anzi porti avanti tuttora, sei sempre richiestissima come docente in tantissimi stages e tra i più prestigiosi tra l’altro.
All’apice del successo, mi volevano in tantissimi nei loro stages. Col senno del poi, penso però di avere iniziato ad insegnare quando ero troppo giovane. Ero troppo acerba sia per donare davvero agli altri qualcosa di me, sia per apprezzare questo tipo di esperienza nel profondo. Invece poi, con la maturità, ho imparato a mettermi al servizio dei ragazzi, a dedicarmi a loro con generosità e pazienza.
Però la televisione torna nella tua vita nel 2011, quando ti vediamo far parte del cast insegnanti della trasmissione “Amici” di Maria De Filippi.
Sono stata contattata dalla produzione di Amici su indicazione del Maestro Luciano Cannito perchè seguissi un ragazzo, allievo della trasmissione. Inizialmente rifiutai perchè era un progetto che non mi interessava particolarmente. Poi, Maria De Filippi in persona si fece viva per convincermi a far parte della scuola, con la promessa che avrei avuto campo libero in tutto. Questa sua disponibilità mi fece quindi accettare il suo invito.
Ma dimmi cosa pensi realmente dei Talent Show?
Sicuramente ha riacceso la curiosità della gente nel voler capire di più del nostro mondo, e penso questo abbia giovato tanto soprattutto alle scuole di danza che hanno registrato anche ad un incremento delle iscrizioni. Ma allo stesso tempo, sono dell’idea che i Talent alimentino aspettative sbagliate. Il percorso formativo che si deve seguire per arrivare ad essere un ballerino, o cantante o presentatore davvero professionali, è lungo e durissimo, e ve lo dice una che prima di arrivare in televisione è passata attraverso una faticosissima preparazione classico-accademica.
Visto che hai frequentato il mondo televisivo in momenti storici diversi, riesci a dirci che cosa secondo te è cambiato di sostanziale in quell’ambiente?
Direi tutto. Una volta chi approdava al successo televisivo, aveva alle spalle una gavetta durissima che gli garantiva però una formazione di alto livello, completa. Se ne eri sprovvisto, non potevi far parte di questo mondo. E questo valeva per tutti gli artisti dai presentatori fino ai danzatori. Adesso è tutto diverso.
Fin qui abbiamo parlato del passato, dimmi invece quali sono i tuoi progetti per il futuro, c’è qualcosa che ancora non hai realizzato in campo professionale e per cui ti vorresti mettere alla prova?
Dal punto di vista lavorativo, c’è effettivamente un sogno che ancora non si è ancora concretizzato: mi piacerebbe tantissimo cimentarmi nella coreografia televisiva, per mettere a disposizione tutta la mia esperienza, per lasciare qualcosa alle nuove generazioni, sempre con amore e rispetto.
A proposito di nuove generazioni, so che sei mamma di tre bellissimi bimbi, di cui due femminucce. Pensi che potrebbero seguire le tue orme, o li vedi orientati in tutt’altro?
Il maschietto è ancora troppo piccolo, quindi su di lui non mi sbilancio, ma le due femmine non ne vogliono proprio sapere nulla della danza! Fanno pallavolo e ne sono felicissime, in più adesso sono nella città giusta perchè so che la squadra femminile ha vinto il campionato proprio quest’anno, e quella maschile, ha vinto la Coppa Italia ! Di ballerina in famiglia, per il momento ne resta una sola!