“Étoile, la mia vita”. Il sogno di Liliana Cosi

di Sabrina Ronchetti
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Liliana Cosi, milanese di nascita, entra all’età di 9 anni alla Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala dove, sotto la guida di Esmée Bulnes, si diploma all’età di 21 anni come migliore allieva del corso e nello stesso anno, viene assunta nel Corpo di Ballo partecipando a tutti gli spettacoli di opera e di balletto.

Aprendosi nel 1963, gli scambi culturali tra il Teatro Bolshoj di Mosca e il Teatro Alla Scala di Milano, Liliana Cosi viene inviata per ben tre volte a frequentare prestigiosi corsi di perfezionamento studiando con i maggiori maestri del tempo, (Ulanova, Messerer, Simionova..), e proprio durante il suo secondo viaggio in Russia, la Direzione del Bolshoj decide, a sorpresa, di affidarle il ruolo di protagonista ne “Il Lago dei Cigni” e di farla debuttare al Palazzo dei Congressi del Cremlino ottenendo uno straordinario successo.

Al suo ritorno in Italia, è promossa Solista e poi Prima Ballerina , il che le permette di danzare alla Scala tutti i ruoli più impegnativi del repertorio classico: “Romeo e Giulietta”, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Coppelia”, “L’Uccello di fuoco”, solo per citarne alcuni, ma iniziano anche le sue prime tournées all’estero che diventano sempre più frequenti finchè, nel 1968, la sua carriera di Guest Artist raggiunge il livello più alto.

In quel periodo, viene richiesta da coreografi tra i più quotati, tra cui il grande Rudolf Nureyev, che vuole proprio lei per ballare ne “La Bella Addormentata” e in “Schiaccianoci” momenti di cui Liliana Cosi conserva bellissimi ricordi: “Nureyev è stato un grande professionista, un artista generoso. Non si risparmiava mai.. forse per questo andavamo d’accordo!”.

Ed è proprio la grande dedizione di questa meravigliosa danzatrice a condurla alla nomina più prestigiosa per la carriera di una ballerina, quella di Étoile, titolo che le viene assegnato nel 1970.

Ormai Liliana Cosi è una stella di prima grandezza: viene invitata dai più grandi teatri a London Festival Ballet e al Coliseum di Londra, negli Stati Uniti a Boston, Baltimora e New York, poi a Lisbona, in Francia e in Spagna dove, nel 1972 in occasione di un Galà a Madrid, danza per la prima volta con Marinel Stefanescu, figura che si rivela fondamentale nel percorso artistico di Liliana Cosi, e che ritrova nel 1975 alla Scala in occasione di “Excelsior”.

Questo incontro inaugura un sodalizio artistico lungo e fecondo che la porta dapprima a danzare le creazioni coreografiche dello stesso Stefanescu: (“Patetica”, “Romeo e Giulietta” “Spartacus”,”Nozze D’Aurora” ), e poi, nel 1977, quando la carriera della Cosi è al culmine e nel suo repertorio sono entrati tanti titoli tra cui anche quelli della produzione balanchiniana,  a fondare a Reggio Emilia, insieme a Marinel Stefanescu, una propria Compagnia di Danza: l’”Associazione Balletto Classico” tanta è la stima e l’ammirazione per il lavoro di Stefanescu: “Marinel è un artista di primo piano – racconta – con una grande sensibilità musicale, e una particolarissima  fantasia nel creare nuovi passi su musiche anche mai pensate dagli autori per essere danzate. Amo l’unitarietà dei suoi spettacoli, dove nulla prevale, non ci sono divi, ma si cerca di raggiungere una bellezza complessiva”.

La necessità di dare vita a questo nuovo percorso, deriva dalla volontà di diffondere ad un pubblico più vasto l’arte del balletto, che Liliana Cosi non considera elitario: “ Non esiste arte di élite, esiste arte o non arte – sostiene -. Quando l’arte è fatta male, il pubblico non la capisce e, non restando coinvolto, dice essere di élite. Non c’é niente di più popolare della danza perché offre armonia e bellezza del corpo, unito alla musica, ai costumi e alle luci..”

La Compagnia ha subito un grande successo con un’intensissima attività in Italia e all’estero e che porta alla realizzazione di 2000 spettacoli in circa trent’anni.

In poco tempo, oltre ad un centro di produzione, l’Associazione diventa sede di una importante e fruttuosa Scuola professionale: grande infatti è il desiderio della Cosi di poter passare alle giovani generazioni, tutta la ricchezza accumulata negli anni di esperienza.

Non rinunciando alla sua brillante carriera di ballerina, Liliana Cosi porta avanti negli anni contemporaneamente i ruoli di Direttrice della scuola e della Compagnia di balletto e di danzatrice, lavorando instancabilmente, sempre con meticolosa professionalità.

Nel frattempo, un altro incontro è determinante per la vita di Liliana Cosi, quello con Chiara Lubich, leader dei focolarini, di cui diventa una figlia spirituale: “La fede è un dono, non un merito. Ne ero priva, ma ad un certo punto ho incontrato la spiritualità di Chiara che ha fatto unità di me: nei pensieri, nelle aspirazioni, nei sogni, nella forza.” e da qui il cambiamento di prospettiva nella vita di questa grande ballerina: “Il lavoro, l’arte, non erano più la cosa principale, ma una visione molto più ampia della vita”.

Dal 2001, Liliana Cosi non danza più, ma la sua frenetica attività continua tra congressi, convegni, organizzazione della Scuola, della Compagnia, insegnamento, e anche scrittura; infatti i libri che Cosi aveva scritto all’inizio della sua carriera avevano avuto già un grande successo, ( ricordiamo “Scarpette Magiche”, “Sarò ballerina”, “Un sogno in punta di piedi”), ma è nell’ultimo libro intitolato “Étoile, la mia vita”, che raggiunge la completezza rivelando in quelle pagine, non solo la radice della sua anima di artista, ma soprattutto la sua ricca umanità.

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