Ode all’astragalo

di Vittoria Maggio
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Tango
concedimi un tango
in questa notte allo sbando
finché la luna cadrà.

Tango
dove ti vedo arrivando
sotto le stelle nel fango
che piove sulla città.

Tango
mentre ti muovi vibrando
e ti ritrovo al mio fianco
come nessun altro sa.

 Tango
avanzo un po’ traballando

e finalmente danzando
qualsiasi cosa accadrà.

 Astragalo
in movimento sotto il tavolo
un corpo cubico e dinamico
che si distende su di me.

Astragalo
all’improvviso appare il diavolo
e col suo piede oscuro e sadico
si prende tutto quel che c’è!

Finché c’è tango c’è vita questa settimana canta un’ode all’astragalo con un tango moderno firmato Il Boom, progetto discografico nato nel 2015 dalla collaborazione tra il musicista Raffaele Rinciari e l’autore e produttore Eugenio Ciuccetti, presentato un paio di settimane fa nella storica milonga milanese ARCI Bellezza.

Un’ode all’astragalo: ma che cos’è l’astragalo? Se lo chiamiamo collo del piede, la caratteristica curvatura del suo dorso, ci siamo chiariti le idee?

Certo che sì, ormai tutti nel bene e nel male sappiamo dell’esistenza del collo del piede e della sua fondamentale importanza per la bellezza della linea dei piedi delle ballerine classiche!

L’astragalo, chiamato anche talo, è un osso breve situato nel tarso che trasmette il peso del corpo sul piede: si articola superiormente con la tibia e il perone, inferiormente col calcagno e anteriormente con un altro ossa dal simpatico nome di scafoide. L’astragalo ha una testa di forma rotondeggiante, un corpo di forma cubica un ed un collo di forma cilindrica che li collega.

Anche per le ballerine di tango è un osso dal grande potere estetico e seduttivo! Credo che il piede di una ballerina accessoriato da un bel sandalo da tango sia più sexy di uno spacco o di una scollatura; quando è bello e ben curato è sufficiente a far scattare sogni proibiti nell’immaginario maschile.

Ecco perché ode all’astragalo: perché nei versi di questo tango c’è tutto il senso, il mistero e l’incanto ammaliatore di questo osso, protagonista indiscusso tra le 28 ossa, 33 articolazioni e 20 muscoli di cui è composto il piede, definito come un capolavoro unico di architettura.

Pensatelo mentre oscilla sotto il tavolo aspettando l’invito dell’uomo mentre, un po’ impaziente per l’attesa, marca il ritmo della musica, ruotando, basculando, fermandosi e riprendendo la sua danza sottile di seduzione. È un invito silenzioso, ma chiaro e deciso nella sua avvenente bellezza.

Un collo del piede alto è da sempre simbolo di bellezza, grazia e flessibilità, ma un sogno irraggiungibile per molti ballerini.  L’altezza di ogni collo del piede è condizionata dalla struttura dello scheletro e dipende dalla muscolatura del piede. In pratica un po’ ci nasciamo col collo del piede pronunciato, è una fortuna o una dote naturale: con esercizio appropriato, serio e costante possiamo certamente migliorarlo, ma se non eravamo già neonati dall’astragalo magico….nemmeno lo avremo da adulti.

Il “collo del piede” si forma dalla rotazione dell’astragalo a livello dell’articolazione tibio-astragalica, formando la regione anatomica definita caviglia, che per la ballerina di tango è esteticamente tanto importante quanto l’astragalo.

Le caviglie delle tanguere infatti sono solite lambire la gamba del cavaliere e accarezzarsi dolcemente una con l’altra durante la danza, interrompendo la linea naturale che, nelle ballerine più esperte, diventa spezzata assumendo  maggiore potere seduttivo: tobillo quebrado viene definita, caviglia spezzata, è la particolarità di questo ballo che possiamo ritrovare nella danza classica solamente nella famosa e bellissima attitude, quando la caviglia spezza la linea diritta della gamba.

Tobillo quebrado! Bisogna essere brave ballerine e aver fatto una buona esperienza per dare questa linea così anomala ma così affascinante, ammaliante, intrigante…sexy!

Astragalo e caviglia spezzata…si può fare magia seduttiva con eleganza e sobrietà insomma, non è necessariamente lo spacco che fa la ballerina di tango, non è il bel seno o il lato B…

È più semplicemente il nostro bel piede, “oscuro e sadico che si prende tutto quel che c’è” …accompagnato naturalmente da un bella mirada!

E come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio!

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