A 3 mesi dalla scomparsa prematura del grande coreografo ISMAEL IVO, si è tenuta lunedì 12 luglio 2021, all’interno del cartellone del festival internazionale di danza Fuori Programma di Roma – Sezione Progetti Speciali, la proiezione della videoinstallazione “OMAGGIO A ISMAEL”, un percorso attraverso il quale è stata raccontata con un’eleganza intima e magnetica che contraddistingueva l’artista la sua arte. Interviste, frammenti di spettacoli e di prove, hanno catapultato gli spettatori in 20 minuti di arte pura. Una ricostruzione che ha visto la collaborazione attiva delle sue due storiche assistenti Elisabetta Violante e Valentina D’Apuzzo Schisa, campane di origine come me, che erano presenti all’evento e che ho avuto l’occasione di incontrare ed intervistare.
È stato un momento molto interessante ricco di spunti e di ricordi emozionanti, tra tutti le sue splendide parole nel corso delle interviste raccolte, ricche di significato e di insegnamenti di vita.
“Questo lavoro che abbiamo visto stasera è stato prodotto dal Festival Fuoriprogramma – ci racconta Elisabetta – con il quale io e Valentina abbiamo collaborato per la ricerca delle immagini, di cui alcune devo ammettere sono state alquanto difficili da reperire, ma la determinazione ci ha fatto vincere.
A Napoli invece, oggi 16 luglio, presso il Maschio Angioino, debutterà un altro progetto di videoinstallazione sempre in omaggio ad Ismael Ivo che vi ha viste ulteriormente coinvolte. Ce lo raccontate?
“Sì. Quello di Napoli è un lavoro di videoinstallazione totalmente diverso, più lungo innanzitutto e che ha visto me e Valentina maggiormente coinvolte, non solo nella realizzazione ma anche nell’organizzazione dell’intero evento. Debutterà proprio al Maschio Angioino di Napoli nell’ambito della Rassegna Quelli che la danza, promosso dal Teatro Pubblico Campano con la direzione Artistica di Mario Crasto De Stefano e che ci vedrà impegnate nella messa in scena di due performance. Io danzerò un Solo che Ismael ha coreografo per me nel 2017 tratto dallo spettacolo “OXYGEN”. Valentina danzerà un Solo tratto dallo spettacolo “BLACK/OUT” che ha debuttato a Vienna nel 2016. Se questo è stato un momento commovente sono certa che a Napoli ci aspetta una serata di grandi emozioni”.
Carica di emozione e con un’energia straripante Elisabetta Violante per 11 anni assistente di Ismael Ivo, sorride ricordando pezzi della sua vita.
“Il ritorno a Napoli attraverso un omaggio video è stato fortemente voluto da Mario Crasto De Stefano, direttore del CDTM, che mi ha contattata per lavorare subito al progetto – continua Valentina – La perdita di Ismael cosi prematura per l ‘energia e la voglia di fare che aveva ci ha lasciati tutti senza fiato, perderlo così all’ improvviso è stato un duro colpo per tutti noi e ci siamo cominciati a riconnettere anche per darci conforto. Io ed Elisabetta abbiamo ricevuto chiamate e messaggi da tutto il mondo perché eravamo tra le persone più’ vicine a lui, tutti chiedevano o semplicemente ci tenevano a stringersi a noi in quel dolore. Ismael era una di quelle persone che se avevi la fortuna di incontrare ti lasciava un segno forte, non passava inosservato aveva un aureo speciale. Mario de Stefano aveva curato il primo progetto de “Le Sacre du Printemps” con Ismael e durante una telefonata mi ha detto che avrebbe voluto rendergli omaggio, così abbiamo acceso i motori e dopo varie peripezie siamo riusciti in poco tempo a creare questo piccolo omaggio, nella speranza di poter riportare in scena una sua creazione in un futuro molto prossimo insieme anche agli altri danzatori che ha formato.”
L’arrivo a Napoli nel 2010 di Ismael Ivo, fu proprio per l’allestimento de “Le Sacre du Printemps” prodotto per la Rassegna Internazionale Napoli Teatro Festival, ed entrambe eravate lì per il provino ed entrambe non volevate esserci, perché un po’ insicure e timorose, poi invece il destino ed Ismael vi hanno accolto nelle loro braccia. Quali furono le vostre sensazioni in quel momento?
Ricordo ancora in maniera nitida la prima volta in cui ho visto Ismael – Racconta Elisabetta – vestito totalmente di nero, elegantissimo come sempre, circondato da un’aura così potente da poterla quasi toccare. Rimasi folgorata e affascinata e devo ammettere che l’agitazione non fece altro che crescere.”
Per Valentina ci fu molto timore. “Mi trovavo li ma non ero in forma fisicamente, a causa di un incidente d’auto che mi aveva costretto i mesi prima a stare ferma, per cui non potevo ambire ad essere selezionata dal direttore della Biennale di Venezia: ricordo esattamente una scena di quel giorno. Prima di iniziare la sbarra Ismael si alzò e venne a dare la mano a ognuno di noi guardandoci negli occhi molto attentamente: Quello sguardo, quel primo sguardo non lo dimenticherò mai, i suoi occhi erano profondi di un colore ceruleo, mi ci persi per un attimo non sapevo come e cosa ma qualcosa dentro di me cambiò in quell’ istante, non c’ era altro che lui, non avevo più pensieri volevo solo ballare per lui, in realtà da quel momento cambiò tutta la mia vita.”
Da quel momento infatti la vita di Elisabetta e Valentina cambiò per sempre, furono selezionate per lo spettacolo e per la compagnia e per 11 anni sono state assistenti coreografe in giro per il mondo.
“Grazie a Ismael ho vissuto tante vite e in molte delle esperienze che conservo nel mio cuore c’è lui.”
Ma chi era Ismael per voi?
Elisabetta: Ismael per me era più di un maestro. Era un padre, un amico, un fratello. Qualche giorno fa c’è stata la cerimonia di sepoltura a Berlino e una sua cara amica ha tenuto un discorso splendido nel quale l’ha definito un “liberatore”. Ismael per me è stato esattamente questo: un liberatore.
Valentina: è così Ismael mi ha reso libera. Mi ha insegnato tutto, mi ha spinta come danzatrice a esplorare cose che non pensavo di avere dentro e come performer a dare in scena tutto a non risparmiarmi mai a superare i miei limiti nel corpo e nella mente.
Il Progetto di videoinstallazione che avete curato per l’evento di Napoli vi ha messo davanti a tante scelte ed emozioni. Cosa avete voluto raccontare?
Ismael era un artista poliedrico: non solo un danzatore e coreografo, ma un performer, un direttore, un coach, soprattutto il suo contributo nella formazione di tantissimi danzatori molti dei quali campani oggi inseriti nelle migliori compagnie del mondo. Era importante per noi che venisse fuori tutto questo.
Sicuramente ricostruendo la sua vita artistica saranno ritornati alla mente ricordi e aneddoti quale é stato quello più significativo?
Elisabetta: E’ risaputo che i ricordi che restano nitidi nella nostra memoria sono quelli accompagnati da una forte emozione. Ricordo un momento bellissimo vissuto con lui a Berlino, durante gli inchini dello spettacolo “120 Tage von Sodom” con coreografie di Johann Kresnik. Eravamo tutti lì sul palco, attori e danzatori, mano nella mano a ringraziare il pubblico che era in piedi. Mi sono guardata intorno e ho visto Ismael, Johann Kresnik, Gottfried Helnwein (che aveva curato le scenografie dello spettacolo), tutti quegli artisti straordinari lì vicino a me, con me sullo stesso palco. Ricordo di aver incrociato lo sguardo orgoglioso e felice di Ismael e ricordo questa sensazione d’immensa gioia e gratitudine per essere lì con loro. Ho avuto in quel momento la consapevolezza di essere riuscita a realizzare il mio sogno più grande.
Valentina: Ricordi e aneddoti ce ne sonno tanti perché in 11 anni con Ismael sono 111 di una vita normale, con lui tutto era possibile. Nei primi anni io ho avuto spesso attriti con Ismael, ero piccola insicura e in scena lui mi spremeva, mi sceglieva come solista per i suoi pezzi e mi massacrava nelle prove, piangevo spesso, mi levava i soli e me li ridava all’ ultimo solo per spronarmi, era inflessibile, lui sapeva dove voleva spingermi. Un giorno alla biennale di Venezia stavamo provando una scena di Babilonia terzo paradiso io ero al centro palco e stavamo danzando una frase che avevamo creato fondendo la capoeiera con il contemporaneo, ero arrabbiata perché non riuscivo a renderlo fiero, danzai con un altro impeto con il fuoco nel cuore, Ismael si alzo dalla platea attraversò il palco mentre la prova continuava a mi venne vicino e mi disse “questa è la mia Vale” mi strinse forte la mano, quel sorriso fiero , quello sguardo che ardeva di passione …il mio cuore esplose.
Cosa vi è rimasto dentro da questo progetto?
Riattraversare la vita di Ismael e stato molto doloroso non c’è stato video davanti al quale non ci siamo commosse, spesso ci sentivamo per darci forza a vicenda perché dover creare qualcosa per una persona che è stata così grande non è facile, oltre al dolore che è ancora molto vivo c’è anche tanta pressione e tanta voglia di rendergli onore. Danzare una sua coreografia, oggi ci fa sentire responsabili del suo linguaggio e repertorio che è radicato dentro di noi.
Se poteste parlare con lui un’ultima volta e salutarlo, cosa gli direste?
Elisabetta: Con Ismael abbiamo sempre chiacchierato di tante cose, lui sapeva tutto di me…Se dovessi salutarlo per l’ultima volta oggi gli direi che lo amo moltissimo, solo questo.
Valentina: Lo stringerei forte, sprofonderei nelle sue enormi braccia farei una boccata del suo profumo gli darei un bacio enorme, gli direi che mi manca il suo sguardo che mi manca troppo, che lo sento al mio fianco, sotto pelle e nel mio cuore e che lo amo immensamente con ogni fibra del mio corpo.
“Dite a tutto il mondo che ci ho provato.” Ismael Ivo