Omaggio a Judith Jamison: ci lascia la stella dell’Alvin Ailey American Dance Theater

Era entrata in compagnia nel 1965 e dal 1989 al 2011 ne aveva curato la direzione artistica

di Fabiola Di Blasi
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Tutti conosciamo Judith Jamison e abbiamo ammirato incantati le immagini di lei danzante.

If you look at a dancer in silence, his or her body will be the music. If you turn the music on, that body will become an extension of what you’re hearing. JUDITH JAMISON


Diventata una delle figure più emblematiche della danza moderna e contemporanea per il suo talento di ballerina e coreografa e per il ruolo fondamentale che ha svolto nell’Alvin Ailey American Dance Theater, Judith Jamison ha lasciato un segno indelebile nella storia della danza internazionale.

Nata nel 1943 a Philadelphia, aveva studiato sia balletto presso la Philadelphia Dance Academy (oggi parte dell’Università delle Arti) che la danza moderna che l’ha poi condotta all’Alvin Ailey American Dance Center (oggi Alvin Ailey School) forgiando, grazie anche alle influenze della cultura afroamericana, un linguaggio unico e personale che l’ha resa celebre in tutto il mondo.

Alvin Ailey and Judith Jamison (1969)

Era il 1965 quando la Jamison si univa all’Alvin Ailey American Dance Theater e diventava rapidamente una delle interpreti di punta della compagnia riuscendo a eccellere in molti ruoli. Tra le sue interpretazioni più celebri, ricordiamo il capolavoro di Alvin Ailey Revelations che racconta il la storia e il cammino del popolo afroamericano dalla schiavitù alla libertà. Nel 1971, è stata protagonista di Cry, il solo di 17 minuti che Ailey ha dedicato “A tute le donne nere del mondo, specialmente le nostre madri”.
Nel 1989, dopo la morte di Alvin Ailey e per volere dello stesso, la Jamison prese la direzione artistica della compagnia portando avanti, fino al 2011, l’eredità del suo mentore ma anche aprendosi all’innovazione, a nuove sfide artistiche e dando spazio a giovani talenti. Ha commissionato lavori a coreografi contemporanei e ampliato il repertorio della compagnia che quindi ha continuato ad essere un punto di riferimento sia per l’impegno artistico che sociale e culturale.

Judith Jamison è stata anche una coreografa affermata. Tra le sue creazioni più significative si trovano Divining (1999), A Case of You (2002) e Love Stories (2004), che mettono in evidenza la sua abilità nell’intrecciare narrazione e movimento, spiritualità ed emozioni. La Jamison ha sempre cercato di usare la danza come mezzo per esprimere storie di resistenza, speranza e identità, in particolare riguardo la cultura afroamericana. La sua carriera, dunque, non è stata solo una questione di performance artistica, ma anche di impegno sociale, di diffusione della cultura e delle tradizioni che erano al centro della visione di Alvin Ailey. Tra i premi ha ricevuto il Kennedy Center honor e la la National Medal of Arts.

Fino alla fine della sua vita terrena, avvenuta il 9 novembre 2024, Judith Jamison è stata una figura di riferimento nel mondo della danza per la creazione di nuove opere e per la formazione dei danzatori ma anche per il suo impegno nel rendere possibile l’accesso alla danza per le comunità svantaggiate. Il suo prezioso lavoro, continuerà a ispirare le generazioni future.

Così su Instagram, l’Alvin Ailey American Dance Theater:

“Ricordiamo e siamo grati per la sua abilità artistica, umanità e luce incredibile, che hanno ispirato tutti noi”.

Il Dance Theater of Harlem ha espresso sentimenti simili, scrivendo:

“Celebriamo la vita della grande Judith Jamison. Un’icona e una leggenda. Siamo tutti cambiati per sempre grazie alla sua abilità artistica e al suo impatto sul mondo. Possa riposare in pace.”

Deborah Roberts, dell’ABC su X:

“Triste perdere questo spirito elegante e maestoso, Judith Jamison, all’età di 81 anni. Per decenni ha ballato e guidato la compagnia di ballo Alvin Ailey e ha commosso il pubblico. Riposa in pace!”

*Alvin Ailey and Judith Jamison (1969). Photo by Jack Mitchell. (©) Alvin Ailey Dance Foundation, Inc. and Smithsonian Institution

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