Paolo Bortoluzzi, il danzatore che incarnava la gioia della danza

di Giada Feraudo
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Artista italiano fra i più celebrati della sua generazione, Paolo Bortoluzzi nasce a Genova il 17 maggio 1938. Per una strana coincidenza condivide con Rudolf Nureyev non solo il palcoscenico ma anche l’anno di nascita (Rudy era nato esattamente due mesi prima, il 17 marzo 1938) e quello di morte, il 1993. Nureyev si spegne il 6 gennaio, mentre Bortoluzzi muore a Bruxelles il 16 ottobre, a causa di una congestione cerebrale causata da una polmonite virale, dopo due mesi di coma.

Proprio al fianco di Rudy Bortoluzzi aveva interpretato uno dei suoi massimi exploit, il passo a due dal titolo Canto di un compagno errante di Béjart-Mahler.

Allievo di Ugo Dell’ Ara, Nora Kiss, Viktor Gsovsky e Messerer, debutta a soli 19 anni a Genova, sua città natale, partecipando al Festival di Nervi nel ‘ 57, con il Balletto Europeo diretto da Massine.
Risale a quell’ esordio la sua amicizia con Carla Fracci, che a Nervi, giovanissima, danzava con Alicia Markova, Yvette Chauviré e Margrete Schanne nella storica riproposta del Pas de quatre romantico da parte di Anton Dolin.

Nel 1960, a Milano, Maurice Béjart nota Bortoluzzi e lo introduce nella sua compagnia, Ballet du XXème Siècle, a Bruxelles. È con lui che si rivela internazionalmente l’artista nostrano: Béjart diventa infatti il coreografo che più di ogni altro ne valorizza il talento e l’ espressività, a cui si accompagnano le migliori caratteristiche di eleganza e portamento di una salda tecnica classico-accademica di scuola italiana.
Il suo repertorio di ruoli béjartiani è molto vasto: fra questi si ricorda in modo particolare l’intensa versione al maschile del celeberrimo Boléro di Ravel.

Nel 1963  debutta alla Scala di Milano con Les Demoiselles de la nuit di Roland Petit.

Lasciata la Compagnia belga nel 1972 (dove, nel frattampo, conosce sua moglie, la ballerina iraniana Jaleh Kerendi), dal 1975 al 1979 è danzatore étoile del Teatro Alla Scala di Milano, per il cui Corpo di Ballo, del quale diventerà direttore nel 1981, crea coreografie come Omaggio a Picasso, una discussa versione di Cinderella (1977), Nuits d’été (1980), Il principe felice (1987).

Sempre nel 1981 Bortoluzzi, divenuto ormai uno tra i guest artist più richiesti del momento, ottiene la nomina di principal dancer all’American Ballet Theatre di New York dove danza grandi titoli del repertorio classico quali Il lago dei cigni, Giselle, Les Contes d’Hoffmann.

Nel 1984 è nominato direttore del Balletto di Düsseldorf (Deutsche Oper Am Rhein), teatro con cui aveva già collaborato come danzatore ospite tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta grazie ai ruoli creati per lui da Erich Walter;  nel 1990 Alain Lombard gli affida la direzione del Balletto di Bordeaux, per il quale crea Les Nuits d’été e La Belle et la Bête  (1992).

Accanto alle maggiori ballerine italiane come Carla Fracci, Luciana Savignano e Vera Colombo Paolo Bortoluzzi interpreta i titoli più popolari del repertorio: dal ballo Excelsior a Giselle, dal Il Lago dei Cigni fino a La Bella Addormentata e Lo Schiaccianoci, che lo consacrano come un eccellente danseur noble, senza tuttavia trascurare i suoi abituali ruoli moderni.

Di lui Béjart affermò che incarnava la gioia della danza nella sua essenza più pura.

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2 comments

Monica Bragagnoli 3 Aprile 2019 - 19:58

Buonasera
Meraviglioso ricordare Paolo Bortoluzzi, il più grande ballerino italiano del novecento. Ma vorrei anche che fosse ricordato che il suo debutto alla Scala fu voluto da Luciana Novaro, che lo fece ballare in Le Bouffon (Chout) su sua coreografia. Nella stessa sera Bortoluzzi ballò Il Giovane nelle Demoiselles de la Nuit di Petit, ma per il suo debutto sulla scena scaligera ricordare Luciana Novaro oggi 96 anni, è doveroso.
Grazie mille
Monica Bragagnoli

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Francesco Borelli
Francesco Borelli 4 Aprile 2019 - 8:43

Grazie a lei Monica per questa giustissima precisazione. Bello poter contare su persone appassionate e informate come lei. Peccato che Bortoluzzi sia così poco ricordato.

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