Oggi nel giorno del suo compleanno vogliamo ricordare Paolo Bortoluzzi, nato il 17 maggio 1938, magnifico danzatore, il più importante rappresentante italiano della danza maschile del secondo Novecento.
Genovese, allievo di Ugo dell’Ara, approda alla Scala nel 1963 chiamato da Luciana Novaro, ma già dal 1960 era stato notato da Maurice Bèjart che, chiamandolo nel suo Ballet du XXme Siècle, inizia a forgiarne la carriera aprendolo ad un respiro internazionale che lo accompagnerà per tutta la sua vita. Resterà nella compagnia di Béjart fino al 1972, per poi diventare Étoile al Teatro alla Scala, affiancando Carla Fracci, Vera Colombo, Liliana Cosi e Luciana Savignano, con cui aveva già ballato a Bruxelles. Nel 1975 è protagonista insieme a Gelsey Kirkland, Mikhail Baryshnikov e Carla Fracci di una splendida serata a 4 in piazza San Marco a Venezia per la rassegna Danza 75. Nel 1981 diventa Principal dell’American Ballet Theatre.
Elegante, sempre al lavoro senza grandi battage, Bortoluzzi si dedica alla coreografia, ricordiamo una bellissima Cinderella alla Scala con Luciana Savignano, e poi inizia la sua carriera di direttore di compagnia prima alla Scala poi a Balletto di Düsseldorf e infine al Ballet de l’Opéra National de Bordeaux.
Muore a Bruxelles il 16 ottobre 1993, lo stesso anno di nascita e di morte di Rudolf Nureyev suo “Compagnon Errant” ma così diverso da lui. Paolo Bortoluzzi fu un genio di un altro tipo, un artista che della discrezione, dell’eleganza e dello stile sempre fece le caratteristiche della sua vita e della sua carriera.