Balletto in tre atti
Musica
- Smeraldi(Emeralds): estratti da Pelléas et Mélisande (1898) e Shylock (1890) di Gabriel Fauré
- Rubini(Rubies): Capriccio per pianoforte e orchestra (1929) di Igor Stravinskij
- Diamanti(Diamonds): Sinfonia in re maggiore Polacca 29 (1875) di Pëtr Il’ič Čajkovskij, senza il primo movimento
Prima rappresentazione: New York, State Theatre, 13 aprile 1967
Interpreti: Violette Verdy, Conrad Ludlow, Mimi Paul, Francisco Moncion, Patricia McBride, Edward Villella, Patricia Neary, Suzanne Farrell, Jacques d’Amboise.
Si racconta che Balanchine stesse passeggiando a New York, sulla 5th Avenue, un grigio giorno d’inverno, quando improvvisamente la sua attenzione fu attirata da una vetrina contenente bellissimi gioielli. Da qui l’ispirazione di trasformare la sua sensazione di meraviglia in un’opera d’arte che potesse riportare sul palco quello splendore. Così smeraldi, rubini e diamanti sono diventati i protagonisti di un balletto senza trama in stile neoclassico. Senza trama non significa però astratto. Affermava infatti Balanchine: «Il balletto non può mai essere astratto. Mostra donne e uomini che si muovono in sincronia molto meglio che nella vita reale. Può esserci qualcosa di più concreto?».
Balanchine fu ispirato dall’arte del disegnatore di gioielli Claude Arpels e scelse una musica che rivelasse l’essenza di ciascun gioiello: Gabriel Fauré, da Pelléas et Mélisande e da Shyloch per gli “Smeraldi”, il Capriccio per pianoforte e orchestra di Stravinskij per i “Rubini”, estratti dalla Sinfonia n.3 in re magg. op. 29 di Čajkovskij per i “Diamanti”.
Balanchine realizzò il balletto vestendo i danzatori come se fossero pietre preziose, avvalendosi dell’opera della costumista Barbara Karinska; le scene furono idate da Peter Harvey e le luci realizzate da Ronald Bates.
La prima rappresentazione ebbe luogo il 13 aprile 1967 allo State Theatre di New York con il New York City Ballet; interpreti principali furono Violette Verdy, Conrad Ludlow, Mimi Paul, Francisco Moncion, Patricia McBride, Edward Villella, Patricia Neary, Suzanne Farrell, Jacques d’Amboise.
Il trittico, differente in ogni sua parte per musica e atmosfera, rappresenta le tappe fondamentali del percorso creativo e di formazione di Balanchine: il Teatro Mariinskij dove fece il suo apprendistato, l’Opéra di Parigi e il New York City Ballet, compagnia da lui fondata.
Emeralds elegante e di stile classico, richiama le danze ottocentesche del romanticismo francese, Rubies, frizzante e spiritoso, è audace, sensuale, rappresenta la collaborazione fra Stravinskij e Balanchine e sperimenta stili differenti; Diamonds, invece, rievoca i fasti e l’opulenza della Russia Imperiale e del Teatro Mariinskij, dove Balanchine crebbe artisticamente.
Anche se Jewels non è mai stato rappresentato dalle tre compagnie riunite, come avrebbe auspicato Balanchine, il balletto nella sua interezza fa comunque parte del loro repertorio: dal 1999 è entrato nel repertorio del Mariinskij e, nel 2000, in quello dell’Opéra National de Paris, così come in quello di molte altre compagnie nel mondo.
Crediti fotografici: Brescia – Amisano