Per #storiedidanza Giada Feraudo vi racconta Cenerentola

di Giada Feraudo
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Balletto in 3 atti

Prima rappresentazione assoluta: Mosca,Teatro Bolshoi, 21 novembre 1945

Libretto: Nicolai Volkov e Sergei Prokofiev

Coreografia: Rostislav Zakharov

Musica: Sergei Prokofiev

Primi interpreti: Olga Lepeshinskaya e Mikhail Gabovich

Seconda messinscena: Teatro Marijnsky di San Pietroburgo, 8 aprile 1946

Coreoeografia: Konstantin

Musica: Sergei Prokofiev

Primi interpreti: Natalia Dudinskaya e Konstantin SergeyevCenerentola, fiaba in danza che si rifà alla tradizione del balletto spettacolare e fiabesco, è composto fra il 1941 e il 1944.

Sulla scia del grande successo di Romeo e Giulietta il Kirov commissiona un secondo balletto a Prokofiev, il quale inizia il lavoro nell’inverno del 1940. All’inizio dell’anno successivo è reso ufficialmente noto che il compositore ha firmato un accordo relativo al progetto di un balletto ispirato alla fiaba di Perrault. In primavera egli stesso dichiara che la coreografia sarebbe stata di Vakhtang Chabukiani, e l’interprete principale Galina Ulanova.

Insoddisfatto del lavoro del librettista, Prokofiev lo incalza affinché vengano ampliati gli aspetti farseschi e fatti maggiormente risaltare quelli lirici. Tuttavia la collaborazione si interrompe a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale e il progetto di una Cenerentola è ripreso solo nel 1943, quando il Kirov viene fatto evacuare a Molotov (l’attuale Perm). La compagnia inizia a provare la coreografia, ora affidata a Konstantin Sergeyev, e alla fine dell’estate Prokofiev e il librettista completano il libretto e lo schema musicale. Le idee dei due portano a un romantico poema d’amore colorato di connotazioni del tutto realistiche, nel quale una ragazza non è premiata in ragione delle sue virtù ma semplicemente realizza i suoi sogni e le sue fantasie, superando tutte le difficoltà che le si presentano durante il percorso.

Terminata l’orchestrazione, Prokofiev annuncia gli accordi presi affinché la sua opera abbia due rappresentazioni, la prima a Leningrado e la seconda a Mosca, dove va in scena nel 1945, al Teatro Bolshoi, con il titolo russo Zolushka. Il balletto riscuote subito un enorme successo di critica e di pubblico.”Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola era l’amore poetico tra lei e il Principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo” scrive Prokofiev in relazione al suo balletto.

Il tema principale della composizione è l’amore dei due giovani, la nascita e lo sviluppo di un sentimento che si realizza superando ogni ostacolo. L’intenzione di Prokofiev era fin dal principio quella di rappresentare autentici esseri umani con le loro passioni e le loro debolezze, in grado di coinvolgere emotivamente anche gli spettatori nel vortice delle loro gioie e dei loro dolori. Proprio per questo i personaggi non sono semplicemente abbozzati ma caratterizzati con una particolare cura, a partire da quelli secondari, ruoli di carattere molto spesso resi in modo ironico con scene che ne fanno delle vere e proprie caricature, vedasi le sorellastre e la matrigna di Cenerentola.

Esistono differenti versioni del balletto, alcune delle quali antecedenti quella di Prokofiev.

Nel 1810 viene rappresentata per la prima volta all’Opéra Comique a Parigi l’opera lirica Cendrillon di Charles Guillaume Etienne su libretto di Nicolas Isouard, ispirato alla fiaba di Perrault, e a questo adattamento fa riferimento una serie di balletti visti nel corso dell’ottocento nelle capitali Europee,

La versione ottocentesca più celebre è però quella creata nel 1893 a San Pietroburgo per il Marijnsky da Lev Ivanov, Enrico Cecchetti e Marius Petipa, su musica del barone Fitinghoff-Schell e libretto di Lidia Paskova, Il ruolo del titolo viene creato da Pierina Legnani al suo debutto al Marijnsky e, per l’occasione, l’artista folgora per la prima volta il pubblico pietroburghese con i suoi 32 fouettés.

Nel 1938 la Cendrillon di Michel Fokine debutta al Covent Garden di Londra.

Fra le molteplici versioni del balletto sulla partitura di Prokofiev si ricordano anche quella storica di Frederick Ashton del 1948, creata per il Sadlers Wells, dalla quale il coreografo ha voluto eliminare il lungo divertissement del terzo atto, utilizzato dalle produzioni russe per le danze di carattere. Primo lavoro a serata intera del balletto britannico, esso debutta alla Royal Opera House di Londra con scene e costumi di Jean-Denis Malclès, con Moira Shearer e Michael Somes nei ruoli principali.

Rispetto alle versioni sovietiche le differenze più vistose sono la totale assenza della matrigna e i ruoli en travesti, mutuati dal teatro inglese, delle sorellastre, anche qui differenziate nel carattere: una timida, l’altra aggressiva. Ai due personaggi, costruiti più come ruoli mimati che danzati, il coreografo assegna spazi assai importanti, soprattutto nel primo atto.

La versione di Rudolf Nureyev, creata nel 1986 per l’Opéra di Parigi su Sylvie Guillem e Charles Jude con scene di Pétrica Ionesco e costumi di Hanae Mori, è ambientata a Hollywood negli anni Trenta: qui un produttore in incognito, ruolo creato e interpretato al debutto dallo stesso Nureyev, scopre in Cenerentola la futura diva del cinema. Fra riferimenti ai fratelli Lumière, a Charlie Chaplin, al Cappello a Cilindro e a King Kong, il primo attore del film in preparazione si innamora della ragazza e la storia prosegue tornando ad aderire a un copione fedele a Perrault, con tanto di scarpetta.

Del 1992 è invece la Cinderella Story di John Neumeier per l’Hamburg Ballet.

LA TRAMA

Atto I

La scena si svolge nella casa del padre di Cenerentola.

Arabella e Araminta, le due sorellastre della ragazza, ricamano uno scialle da indossare al gran ballo che il Principe ha organizzato a palazzo. Cenerentola è impegnata nelle faccende domestiche, come al solito a lei riservate, quando le due sorellastre, litigando, la lasciano per un attimo sola. La povera fanciulla, pensando alla propria infanzia, ricorda come tutto era diverso quando la madre era in vita. Sa che il padre l’adora ma anche che è incapace di imporsi alle altre due figlie, le quali invece la odiano.
Una mendicante entra a chiedere un’offerta: le due sorellastre la scherniscono ma Cenerentola le offre un pezzo di pane e l’accompagna alla porta, mentre la vecchietta la ringrazia.

Parrucchieri, ricamatrici e gioiellieri giungono per agghindare le due sorelle per la gran serata. La matrigna (in alcune versioni interpretata dal padre) le scorta al ballo lasciando Cenerentola con la sua scopa a pulire la casa. La mendicante allora ritorna e, tolto il travestimento, si rivela nelle sue vere sembianze, quelle della Fata Madrina che, riconoscente, compie il prodigio e trasforma Cenerentola vestendola con un incantevole abito da sera. Prima che la carrozza trasporti in volo Cenerentola al ballo, la Fata l’avverte che dovrà rientrare entro lo scoccare della mezzanotte, altrimenti la magia si dissolverà, la carrozza si trasformerà in una zucca, i cavalli in topi e il meraviglioso abito da sera in un mucchio di stracci.

II Atto.

A palazzo la festa è iniziata quando giungono le sorellastre di Cenerentola. Poco dopo fa il suo ingresso il Principe. Per ultima arriva Cenerentola, che viene subito scambiata per una principessa tanto è bella e raggiante; neppure la matrigna e le due sorellastre la riconoscono. Tutti restano affascinati dalla bellezza della ragazza e iI Principe le offre tre arance, la frutta più pregiata e rara del suo territorio, che lei generosamente le divide con le sorellastre.

Il Principe e Cenerentola si dichiarano il loro amore. Un giro di valzer dopo l’altro e Cenerentola scorda il limite dell’incantesimo che la avvolge. Ma, inesorabile, l’orologio batte la mezzanotte e lei all’improvviso fugge via. Il principe, attonito, raccoglie sullo scalone del palazzo la scarpetta che la fanciulla ha perso nella sua corsa e si promette di ritrovare la splendida principessa che l’ha perduta.

III Atto

Cenerentola si risveglia nelle propria casa e inizialmente non capisce se ha sognato o meno il gran ballo. Ma la risposta al suo dubbio non tarda a palesarsi: nel grembiule c’è una scarpetta di cristallo. Arabella e Araminta la raggiungono e si fanno belle nel raccontare della loro esperienza a palazzo la notte precedente. Arriva un gruppo di giovani ad annunciare che il Principe sta cercando la principessa cui appartiene la scarpetta in suo possesso. Le due perfide, nonostante gli sforzi di tutti, Cenerentola compresa, non riescono a vestire la scarpetta. All’improvviso l’altra calzatura cade giù dal grembiule di Cenerentola e iI Principe riconosce immediatamente in lei la sua bella principessa. La Fata Madrina riappare allora per benedire l’unione dei due innamorati, Cenerentola perdona le sorellastre e la matrigna e da quel momento vivono tutti con grande serenità.

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