“Pollicino Sognatore”: il progetto fotografico di Mario Voria e la coreografia di Francesco Posa con Oriella Dorella

di Francesco Borelli
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Sabato 18 novembre alle ore 17:30, presso il Teatrino di Villa Gonzaga a Olgiate Olona, si è tenuta l’inaugurazione della mostra POLLICINO SOGNATORE, dell’artista fotografo Mario Voria.

Soni intervenuti all’evento l’Arch. Paolo Maccabei, Vicesindaco e Assessore ai lavori pubblici, l’Assessore  alla cultura Sofia Conte, Andrea Monteduro, psicologo e psicoterapeuta, l’artista Mario Voria, l’etoile Oriella Dorella con il coreografo Francesco Posa e lo stilista Andrea Gentili.

Ha coordinato Angela Perrino e a distanza è intervenuta Patrizia Fazzini.

Il progetto è particolarmente coinvolgente e complesso. Mario Voria ha dato il via alla ricerca, proponendo un percorso personale e in parte autobiografico che testimonia il cammino e la crescita di un’anima nelle asperità della vita. Il focus è centrato sui bambini e le bambine, sull’attenzione o la distrazione della società adulta (ieri come oggi), sulla violenza e gli abusi di cui proprio coloro che andrebbero protetti sono troppe volte vittima.

A partire dal progetto fotografico di Mario Voria abbiamo articolato un percorso letterario che ha generato sinergie virtuose tra le diverse forme dell’arte e giovani danzatori e danzatrici: ecco la coreografia di Francesco Posa che ha visto partecipi i giovani in dialogo con Oriella Dorella, stella della danza e protagonista della cultura contemporanea e attuale.

I danzatori interpreti sono: Henrique Moris Hernandez, Florio Alessandro (Pollicino), Petrashchuk Maksym, Alessio Chinni, Leonardo Benzoni, Gaia Barchi, Cristiano Caldura e Francesco Posa nel ruolo del padre.

Il video è stato realizzato dal videomaker Filippo Cerra.

La danza racconta la storia di Pollicino e dei piccoli bambini perduti che bussano alla porta che li accoglierà, per la ricostruzione delle loro vite.  La porta apre uno spazio importante, la Sala alba di Villa Gonzaga, decorata da Antonio Rubino nel 1939 e spazio che ha accolto generazioni di ragazzi di famiglie povere che lì hanno trovato  istruzione e cure sanitarie.

Il percorso espositivo è talmente coinvolgente che la mostra ha naturalmente ‘generato’ interventi dedicati all’approfondimento e al tema della cura di sé e dell’altro.

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