Presentata la nuova stagione di balletto 2019/20 del Teatro dell’Opera di Roma

di DANCE HALL NEWS
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Roma vuole far dialogare il proprio territorio con l’opera lirica e la danza, riconoscendo al teatro quel valore educativo e quello stimolo intellettuale che si manifestano e trovano la loro più completa espressione nella potenza della musica, nella purezza della voce, nella creatività della coreografia” ha dichiarato la sindaca di Roma e presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, Virginia Raggi aprendo la conferenza stampa.

La nostra Capitale è impegnata da tempo nella salvaguardia dell’importante patrimonio teatrale che caratterizza e distingue il nostro Paese nel mondo e vuole continuare ad essere il mezzo grazie al quale le nuove generazioni potranno entrare in contatto con la ricchezza delle produzioni italiane, valorizzando i molteplici linguaggi dell’arte che nello spazio del teatro prendono vita” ha proseguito la sindaca.

È all’interno del teatro – culla di storie sorprendenti e uniche – che la varietà delle nostre tradizioni può rimanere viva; dove, grazie alla fantasia e al genio di alcuni, è possibile scoprire modi sempre nuovi e intelligenti per fare e consumare cultura; e dove voci, suoni e movimenti da sempre raccontano – e continueranno a raccontare – emozioni e sentimenti senza età” ha concluso.

Il cammino intrapreso dal Teatro dell’Opera di Roma qualche anno fa – ha dichiarato il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes nell’illustrare la nuova stagione – oggi allunga il passo e lo sguardo. Il programma che vi presentiamo è un percorso dove s’intrecciano più direzioni e più obiettivi. Verso l’eccellenza musicale, verso gli spettatori, verso la ricerca e la sorpresa, verso la rilettura di grandi classici del repertorio lirico e di balletto, guardando altrove“.

La nuova stagione di balletto 2019 – 20 del Teatro dell’Opera di Roma si sviluppa in continuità con gli ultimi anni e potenzia il lavoro di valorizzazione della cultura ballettistica tout court. La cura per i propri ballerini, le scelte di variegata qualità per la programmazione, l’attenzione per il proprio pubblico sono i punti focali del programma presentato.

I tersicorei sono il cuore del progetto. La Direzione con il suo staff lavora incessantemente per la crescita dei ballerini più giovani offrendo loro opportunità di rilievo internazionale per una crescita personale, tecnica e artistica. A tale lavoro si affianca quello di supporto degli artisti più maturi per accompagnarli verso l’ultima e delicata fase della loro carriera ballettistica. Tutto questo è possibile attraverso una programmazione attenta e bilanciata, tra grandi balletti del repertorio classico e titoli fondamentali di quello moderno e contemporaneo. Negli anni la scelta di titoli più moderni e di coreografi innovativi – come Jiří Kylián, William Forsythe, Angelin Preljocaj per citarne solo alcuni – conferma, anche in ambito ballettistico, che l’orientamento della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma di riscoprire il repertorio e di aprirsi a forme artistiche più attuali, sia una scelta di successo, gradita dal grande pubblico e dalla critica.

La nuova stagione di balletto si compone di 5 spettacoli: la ripresa de Il lago dei cigni di Benjamin Pech da Marius Petipa e Lev Ivanov; una serata celebrativa dedicata all’innovatore Jerome Robbins con tre camei Glass Pieces, In the Night, The Concert; la nuova creazione de Il Corsaro affidata a José Carlos Martínez; il trittico Suite en blanc/Serenade/Bolero opere di Lifar, Balanchine, Pastor; e un grande classico del repertorio moderno Notre-Dame de Paris del geniale Roland Petit.

La programmazione s’impreziosisce di guest internazionali che non si sostituiscono ai talenti del Teatro, ma che si alternano a essi. Gli ospiti che balleranno sul palcoscenico del Costanzi sono Amandine Albisson e Germain Louvet entrambi étoile dell’Opéra di Parigi, Anna Tsygankova principal dancer Dutch National Ballet, e Daniel Camargo étoile internazionale per la ripresa de Il lago dei cigniEleonora Abbagnato étoile dell’Opéra di Parigi con Zachary Catazaro étoile internazionale per In the NightOlesja Novikova principal dancer del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Leonid Sarafanov, principal dancer presso il Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo e Isaac Hernández lead dancer dell’English National Ballet per la nuova creazione de Il CorsaroFriedemann Vogel principal dancer dello Stuttgart Ballet per Bolero insieme ad Eleonora Abbagnato, e Adamzhan Bakhtiyar principal dancer del Teatro dell’Opera di Astana per Notre-Dame de Paris.

I protagonisti assoluti di questa nuova stagione sono l’étoile Rebecca Bianchi, i primi ballerini Susanna Salvi, Claudio Cocino e Alessio Rezza, i solisti e il corpo di ballo diretti da Eleonora Abbagnato.

La nuova stagione di balletto 2019 – 20 del Teatro dell’Opera di Roma s’inaugura con la ripresa del balletto record d’incassi, Il lago dei cigni di Benjamin Pech già étoile dell’Opéra di Parigi, primo maître e assistente alla Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Il lago dei cigni è in scena al Teatro Costanzi dal 31 dicembre 2019 all’8 gennaio 2020.

Il lago dei cigni è uno dei titoli più famosi e amati, una fiaba romantica percorsa dall’eterno conflitto tra Bene e Male che ancora oggi, con il suo intenso simbolismo, continua ad affascinare gli spettatori di tutto il mondo. Pech rimanendo in gran parte fedele al libretto immaginato da Marius Petipa, rielabora la drammaturgia e crea la sua versione. Il mago Von Rothbart, che nella storia originaria trasforma la principessa in cigno, non c’è. È Benno, l’insospettabile amico del Principe Siegfried, a ricoprire il ruolo del malvagio. Benno, geloso e avido di potere, manipola il Principe per tutto il balletto e solo alla fine del terzo atto rivela la sua vera natura e svela l’inganno. Il tradimento che si compie a opera di Benno nei confronti del Principe, e del Principe nei confronti di Odette pur senza volerlo, diventa il tema centrale di questa versione. La morte incombe metaforicamente sulla scena portando con sé Odette. Benno raggiunge il suo scopo, ma la purezza di cuore del principe, che tutto perdona, lo disarma. Il lavoro di Pech dialoga con un allestimento magico fatto di scene raffinate e preziosi decori dello scenografo Aldo Buti con le luci di Vinicio Cheli. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Nir Kabaretti e dal maestro Carlo Donadio.

Al geniale Jerome Robbins, il grande innovatore di tutti i tempi si consacra la Serata Robbins con un programma speciale composto da Glass pieces, In the Night e The Concert. La Serata Robbins è in scena al Teatro Costanzi dal 30 gennaio al 5 febbraio.

Glass pieces di Robbins debutta il 12 maggio 1983 al New York State Theater, con il New York City Ballet. Si tratta di un lavoro altamente formale, articolato in tre sezioni, dove Robbins sovrappone a un vocabolario tradizionale concetti provenienti dalla postmodern dance e costruisce schemi di movimento e ritmi visibili che traducono in architettura fisica le musiche di Philip Glass: Rubric e Façades (dall’album Glassworks), accanto a degli estratti dall’opera Akhnaten. Il risultato è un sofisticato linguaggio moderno che è allo stesso tempo ipnotico e carico di energia, quella di ben quarantadue ballerini in scena. Le scene sono dello stesso Robbins con Ronald Bates, i costumi di Ben Benson.

In the Night viene creato da Robbins nel 1970 per il New York City Ballet. Tre diverse coppie di innamorati sono le protagoniste di questo elegante e raffinato balletto: una prima coppia è formata da giovani, una seconda da lirici e un’ultima da passionali amanti che s’incontrano sotto il cielo stellato di mezzanotte. I tre Pas de deux esprimono coreograficamente i diversi temperamenti delle tre coppie sulle note di tre Notturni di Frédéric Chopin. La prima coppia invade il palcoscenico con una danza fluida di tenera espressività; la seconda interpreta un duetto molto raffinato ed elegante; l’ultima esegue una danza d’impetuoso contrappunto, qui affidato alla grinta di Eleonora Abbagnato. Lei oscilla tra il furore esplosivo e la supplica disperata, e con il partner anima una disputa e una riconciliazione. Questo affascinante affresco delle peripezie amorose si conclude con una danza d’insieme di tutte le coppie. I costumi sono di Anthony Dowell che nel 1973 danza in maniera memorabile In the Night al Royal Ballet.

Robbins crea The Concert, The Perils of Everybody per il New York City Ballet con il quale debutta il 6 marzo 1956 al City Center of Music and Drama di New York. Il balletto – particolarmente brillante, in un atto – ritrae i comportamenti di un pubblico che ascolta un concerto per pianoforte e affresca situazioni ricorrenti durante i concerti, innescando un crescendo di gag dalla forte componente umoristica. Il pianista suona Frédéric Chopin in scena: i suoi spettatori lo raggiungono, si portano una sedia e animano comicamente il concerto, esternando, con gesti e atteggiamenti, i comportamenti che li caratterizzano.  C’è il ragazzo attento che siede in prima fila, le due donne che scartano caramelle e disturbano il ragazzo parlando in continuazione, la donna bella e sinuosa che ascolta languidamente il concerto appoggiandosi al pianoforte, la donna vigorosa dal forte temperamento, il marito premuroso succube della moglie dispotica, il timido occhialuto, il ritardatario che disturba i presenti, la maschera che chiede i biglietti e fa spostare gli spettatori da un posto all’altro. Le scene sono di Saul Steinberg e Edward Gorey, i costumi di Irene Sharaff.

Le luci della Serata Robbins sono di Jennifer Tipton. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Carlo Donadio.

Il Corsaro di José Carlos Martínez è una nuova creazione coreografica sulla produzione del Teatro dell’Opera di Roma con allestimento di Francesco Zito e luci di Vinicio CheliIl Corsaro è in scena al Teatro Costanzi dal 1 all’8 marzo. Anteprima giovani 28 febbraio.

Il Corsaro dal momento della sua creazione è molto evoluto, ha conosciuto versioni differenti con spesso diverse aggiunte musicali. José Carlos Martínez per questa sua versione per il Teatro dell’Opera di Roma vuole tornare allo scenario originale facendone un balletto in due atti e alleggerendolo di tutte le aggiunte fatte nel tempo. L’idea non è quella di fare una ricostruzione storica, ma di tornare alle origini del Corsaro creando una nuova coreografia. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Alexei Baklan.

La formula del trittico, divenuta una consuetudine, si rinnova forte del successo ottenuto negli ultimi anni con tre capolavori Suite en blanc, Serenade e Bolero di tre grandi maestri George Balanchine, Serge Lifar e Krzysztof Pastor. Il Trittico Suite en blanc/Serenade/Bolero è in scena al Teatro Costanzi dal 6 al 10 maggioAnteprima giovani il 5 maggio.

La serata si apre con la poesia di Suite en blanc balletto non narrativo in un atto creato da Lifar nel 1943 per la compagnia dell’Opéra di Parigi. Il coreografo afferma che nel comporre questo capolavoro si è concentrato esclusivamente sulla danza pura, indipendentemente da ogni altra considerazione, animato dalla volontà di creare delle belle visioni. Il risultato è una successione di frammenti coreografici autonomi, tuttavia accomunati tra loro dal medesimo stile neoclassico. Eleonora Abbagnato balla l’Adage di Suite en blanc.

Segue Serenade, primo balletto americano di Balanchine creato nel 1934 a partire da Serenata in do maggiore per orchestra d’archi dell’amato musicista Čajkovskij. Il balletto, una vera pietra miliare della storia della danza, senza trama si divide in quattro movimenti. Come Balanchine stesso disse nasce dal desiderio di “fare un balletto che non mostrasse quanto danzavano male” i suoi ballerini, ma come lui aggiunse in Serenade c’è la traccia di un uomo che incontra una donna, se ne prende cura, e di un destino che li allontana. La creazione nel tempo ha subito varie modifiche, ma la struttura generale è rimasta quella originale. I costumi sono di Barbara Karinska.

Conclude la serata il Bolero di Pastor creato nel 2012. Il Bolero occupa un posto speciale nella storia della musica e della danza. La prima produzione ballettistica di Bolero è di Bronislava Nijinska insieme a Ida Rubinstein che nel 1928 la presentano al pubblico parigino, ma quella che ha segnato la storia e che ancora oggi si pone come un’icona dell’arte del balletto è la leggendaria versione di Maurice Béjart. Pastor, consapevole del fatto che da sempre il Bolero è stato concepito “in cerchio” generalmente con un tavolo rotondo al centro del palcoscenico con un solista, donna o uomo, che danza su di esso e gli altri ballerini tutti intorno, e a conoscenza del desiderio di Ravel di rappresentarlo in uno spazio aperto con un’industria sullo sfondo, decide di usare un ampio spazio rettangolare. Da qui sviluppa la sua idea e affida l’esecuzione del suo Bolero a un uomo e a una donna, una coppia principale con un corpo di ballo che li ingloba e li rilascia. Interprete d’eccezione di questo Bolero è Eleonora Abbagnato. Le scene e i costumi sono di Tatyana Van Walsum, le luci di Bert Dalhuysen. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Façal Karoui.

La stagione di balletto 2019 – 20 si conclude con un capolavoro dal titolo evocativo e tristemente attuale Notre-Dame de Paris del coreografo francese Roland Petit, qui ripreso da Luigi Bonino Direttore Artistico del Repertorio Roland Petit. Notre-Dame de Paris è in scena dal 24 settembre al 1 ottobreAnteprima giovani 23 settembre.

Mentre Roland Petit – affascinato dalle vicende del Medioevo, epoca caratterizzata da una visione mistica del mondo, e spinto dal desiderio di modernizzarlo – pensa di realizzare un balletto a partire da Il monaco di Lewis, si ritrova a leggere il capolavoro di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris e a riscrivere, seguendo la trama di Hugo, il libretto per l’omonimo balletto che nel 1965 debutta sul palcoscenico del Palais Garnier, Opéra di Parigi. Notre-Dame de Paris di Roland Petit è un balletto d’azione in due atti ambientato nella Parigi del 1482 e come sempre è una creazione totale, uno spettacolo unico e originale fatto di danza, partiture musicali, scene e costumi che dialogano vivamente tra di loro aggiungendo qualcosa in più al tema originale. Si tratta di una collaborazione d’eccezione che riunisce artisti di grande personalità come lo stilista Yves Saint-Laurent, lo scenografo René Allio e il compositore Maurice Jarre.

Il corpo di ballo è qui il popolo francese, un vero coprotagonista, un collante e un elemento di supporto per i personaggi principali. Esmeralda, Quasimodo, l’arcidiacono Frollo e il capitano Phoebus emergono, da questo corpus narrativo e coreografico dal forte impatto visivo ed emotivo, con potenza. Le loro intrigate vicissitudini danno vita a un vero dramma delle passioni dal quale svetta il protagonista assoluto, Quasimodo. Petit fa nascere questo personaggio dentro di sé e lo interpreta alla prima rappresentazione. Con Petit, Quasimodo perde la gobba e non è un mostro, ma un ragazzo complessato a causa delle conseguenze di un brutto incidente. In lui, come in Esmeralda considerata come una strega perché allevata dagli zingari, Petit vede delle persone rifiutate dalla società perché diverse: questo è il punto di partenza del suo balletto e della sua geniale opera di modernizzazione. Quasimodo è destinato alla rigenerazione ed è lui nell’ultima scena a portare la morta Esmeralda in un altrove dove anche i rifiutati trovano il riposo eterno. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Louis Lohraseb.

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