PrimaveraDanza a Napoli: un immaginifico tour da Rocco a Raffaele Viviani

di Massimiliano Craus
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È da poco primavera ed a Napoli il sole è già più che un ospite discreto, con temperature quasi estive e giornate sempre più lunghe. E soprattutto la danza torna a risvegliarsi con un festival nuovo di zecca, “PrimaveraDanza” appunto, previsto inizialmente al Teatro Mercadante ed al Teatro San Ferdinando dal 4 al 12 aprile, con quattro titoli ed otto rappresentazioni divisi equamente tra i due teatri napoletani. Poi la primavera si è improvvisamente guastata con il fulmine a ciel sereno della chiusura del centralissimo Teatro Mercadante per inadempienze legate agli impianti di sicurezza relativi ai locali frequentati dal pubblico. Una burrasca improvvisa per un teatro che da poco tempo era stato insignito del titolo di Nazionale e che si era fregiato dell’ideazione e della creazione del festival “PrimaveraDanza”.

Una rassegna che a stretto giro sta portando in questi giorni in città una ventata di danza rigorosamente contemporanea pensata dal Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, concependola come un viaggio coreutico nei meandri europei, mediorientali e finanche partenopei con l’ultimo appuntamento dedicato al teatro di Raffaele Viviani. L’inconveniente della chiusura del Teatro Mercadante ha senz’altro influito sulle location della rassegna ma, soprattutto, ha costretto l’organizzazione ed il coreografo ospite Emio Greco a rimodulare la programmazione per due serate, sostituendo il previsto “Extremalism” con il dittico “Two” e “Bolero” per le rappresentazioni di sabato 8 e domenica 9 al Teatro Augusteo di Napoli, sede alternativa al malcapitato Teatro Mercadante.

Ma ora concentriamoci sul programma. Il debutto con “Rocco” di Emio Greco e Pieter C. Scholten di martedì 4 ha segnato il ritorno a Napoli del coreografo brindisino, oggi direttore del Ballet National de Marseille, con un titolo evidentemente ispirato alla pellicola del 1960 “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti. Il film ed il balletto si sono abbracciati a distanza di tanti anni all’insegna della fratellanza nei momenti di crisi e di difficoltà, soprattutto nella necessità di abbandonare la propria terra natia com’è avvenuto per Emio Greco, emigrato da Brindisi e dall’Italia verso i lidi olandesi più promettenti dell’ICKamsterdam. Un viaggio fisico ed intimo che ci ha condotto su un improbabile ring nel bel pieno del palcoscenico del Teatro Augusteo. Le provocazioni cominciano con i due pugili con tanto di sigaretta accesa e fumo dappertutto in sala! Sopraggiungono due topi atleticissimi e danno il via alle danze con una sana alternanza tra i quattro interpreti. Si parte con l’intimità di due ballerini/pugili in un cono di luce che cresce man mano fino a comprendere, al termine della piece, tutti e quattro gli interpreti nell’immaginifica solidarietà dopo uno scontro che unisce inevitabilmente la delicatezza della danza e la fisicità della boxe.

Al Teatro San Ferdinando, il 6 e 7 aprile è andato in scena “Yama”, una coreografia firmata da Noa Wertheim, con musiche originali di Ran Bagno, presentata dalla compagnia israeliana di Tel Aviv, Vertigo Dance Company che collabora da diversi anni con il Teatro Stabile di Napoli, interpretata da nove danzatori. Uno spettacolo dedicato al tema dell’impatto umano sull’ecosistema, attraverso l’osservazione di ogni movimento e l’effetto sull’ambiente. Qui il nuovo progetto è un amalgama di misticismo poetico e spiritualità new age. Esplorando l’impatto umano sull’ecosistema, la dipendenza e la capacità rigenerativa, la coreografia osserva l’origine di ogni movimento e il suo effetto sull’ambiente. La compagnia di danza Vertigo Dance Company è caratterizzata da un forte senso di appartenenza alla società e alla comunità, unendo le persone e attraverso il linguaggio del corpo spingono i confini della danza.

Il secondo appuntamento con Emio Greco e Pieter C. Scholten è poi nelle corde non più di un ring, bensì del dittico “Two” e “Bolero”. Il primo titolo è una creazione che riflette sul doppio a tutti i livelli. Un duo/duello, maschile/femminile, in cui ciascuno riproduce il gesto dell’altro, lo accompagna o lo subisce. Uno procede e l’altro riprende il movimento. Non vi è dialogo tra i due, solo un effetto di mimetismo, come se fossero un solo corpo sdoppiato, o come dei siamesi prigionieri dei loro legami fisici e spirituali. Questa creazione si focalizza sull’utopia della sincronicità, o sulla condivisione dello stesso movimento, nello stesso spazio e nello stesso momento ivi comprese le rotture o le rivolte così care alla ricerca di Emio Greco e Pieter C. Scholten. Il “Bolero” di Bronislava Nijinska, invece, cede il passo alla lotta impari tra i danzatori e la musica di Maurice Ravel, vera colonna sonora del Novecento. Qui i corpi degli interpreti diventano strumento al pari dello spartito, fino a manifestarsi nelle inevitabili lacerazioni ed esitazioni. Fino al caos finale!

Infine “Vivanesque”, una libera incursione nell’universo teatrale di Raffaele Viviani con la coreografia e la regia di Gennaro Cimmino, direttore artistico di Korper. Una messinscena danzata dove sono annullati i generi maschile e femminile e l’approccio degli artisti all’interpretazione dei personaggi è completamente libero dall’identità di genere. Il lavoro procede per quadri che confluiscono l’uno nell’altro senza soluzione di continuità: il lavoro, i mestieri, la malavita, i guappi, le prostitute, il teatro nel teatro, a comporre una vivace partitura dei tanti temi del teatro di Viviani. Lo spettacolo si colloca nel percorso di ricerca e indagine che la Compagnia ha avviato intorno al tema della Napoletanità e le nuove istanze sociali e culturali del presente. Lo stesso coreografo Gennaro Cimmino ci spiega i suoi intenti e la sua aderenza ad un programma così internazionale come quello proposto da PrimaveraDanza.

Sin da giovane ero appassionato al teatro di Raffaele Viviani e ho voluto guardare alla sua immensa produzione dal punto di vista meramente coreografico. Per la prima volta il suo repertorio diventa anche di danza contemporanea. I miei dodici interpreti devono diventare giocoforza danzattori e danzattrici con un piglio sempre più trasversale per andare incontro alle poesie, alle canzoni ed al teatro dell’autore che tanto amo. Questi professionisti sono la meglio gioventù della danza contemporanea della Campania ed il progetto non può che tenerne conto! i prossimi appuntamenti seguono inevitabilmente questo solco con la “Tammurriata” al Napoli Teatro Festival, il 25 ed il 26 giugno nella storica Piazza del Gesù, e la chiusura di questa immaginifica trilogia con un lavoro su Giuseppe Patroni Griffi previsto per il prossimo anno.

Crediti fotografici: Jean-Charles Verchere

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