Londra è una delle città da sempre piú attente all’arte, metropoli enorme in cui musical, teatro, opera lirica e danza trovano ampio spazio durante tutto l’anno.
Ma c’è un appuntamento che si ripete e che rappresenta nel suo genere qualcosa di magico ed unico: è la soirée RUSSIAN BALLET ICONS, gala giunto alla sua 13° edizione e prodotto dalla Ensemble Production, sotto la direzione di Olga Balakleets. Il Gala riunisce, da sempre, nella stessa sera, le più grandi stelle del panorama ballettistico mondiale in una cornice di assoluto prestigioso come il Teatro Coliseum, uno dei più importanti della città.
Lo spettacolo ha proposto in passato grandi nomi come Svetlana Zakharova, Uliana Lopatkina, Tamara Rojo, il seguitissimo Sergej Polunin, e tantissimi altri danzatori ben conosciuti al pubblico accompagnati dall’English National Orchestra diretta magistralmente dal direttore Valery Ovsyanikov.
Anche quest’anno i personaggi che si sono esibiti sono stati tutti di enorme rilievo. L’ apertura della serata è stata affidata al pas de deux di “Coppelia” danzato da Mayara Magri e Stanislaw Wegrzyn del Royal Ballet, i quali han regalato un’esecuzione corretta e molto tecnica specie nelle variazioni. A seguire un balletto creato appositamente per questo gala: “ A Flashback”, su coreografia di Ilya Zhivov, con Ekaterina Kondaurova e Roman Belyakov, Principals del Teatro Mariinsky. Una coreografia che rievoca il passato di una donna, delle sue debolezze e dei suoi amori, uniti a rabbia e pentimento.
Scenografia lunare invece per “Giselle” pas de deux II° atto con Francesca Hayward e l’italiano Federico Bonelli, entrambi Principals del Royal Ballet, che hanno proposto un’ottima esecuzione del balletto in perfetto stile romantico.
Poi la serata continua con un bellissimo pas de deux del celebre coreografo Nacho Duato, “Cello Suite”, danzato da Alexei Orlenco (bravissimo danzatore della Deutche Oper di Berlino) e dalla stella mondiale Polina Semionova come di consueto, perfetta.
Aria spagnola e ritmi incalzanti sono poi arrivati con il celebre pas de deux “Don Quixote” danzato da due nomi del Teatro Bolscioj di Mosca, Maria Alexandrova e Vladislav Lantratov, che hanno infiammato il pubblico con salti, fouettes e grandi virtuosismi, propri della grande scuola russa.
La seconda parte si è invece poi aperta con una seconda creazione in prima mondiale: “Warrior of Light”, coreografato dai giovanissimi Julian Mackay e Nicholas Mackay che racconta come i dipinti di un vecchio pittore prendano vita e forma nei suoi pensieri, trasponendoli nelle gesta di un guerriero impavido e di due affascinati fanciulle.
La coreografia è infatti articolata in un quartetto di danzatori, Mara Sacha Khan, Nadia Khan (attualmente impiegata al Teatro dell’Opera di Roma), Julian Mackay e Fernando Montano (Royal Ballet). Una creazione particolarmente elaborata e sponsorizzata dai noti brand Grisko e Swarovsky per i costumi e le acconciature.
Si torna poi ad uno dei classici più amati del repertorio, il pas de deux del Cigno Nero danzato da Viktoria Tereshkina e Xander Parish, che danno prova di una tecnica molto solida e grande interpretazione (lui principe innamorato, lei perfida ingannatrice). La coda finale si è caratterizzata per i grand jeté di lui puliti e raffinati e i trentadue fouettes di lei, semplici e composti.
Un momento etereo è regalato al pubblico con la nuova creazione“The Swan”, sull’idea del celebre assolo danzato dalle più grandi danzatrici di tutti i tempi (storica la versione di Maya Plisetskaya): Il protagonista, questa volta, è un uomo, il danzatore Sergio Bernal, Principal della Compagnia di Rafael Aguilar. La particolarità di questo assolo, la cui coreografia porta la firma di Ricardo Cue, risiede nella riproposizione dell’eterea figura del cigno in un corpo maschile, dalle movenze virili ma delicate al tempo stesso, proponendo cosi un’alternativa alla esecuzione canonica. Bellissimo il gioco di luci che ha completato il quadro scenografico.
E se il repertorio romantico è sicuramente amato dal pubblico, “La Sylphide” ne è certamente il capostipite. James, interpretato dal Principal del Bolscioj di Mosca, Artem Ovcharenko, ha sfoderato delle bellissime batterie e salti di primo livello, mentre l’interprete femminile, Anna Tikhomirova, si è distinta per movenze delicate ma, a tratti, fuori stile.
Ovviamente in un gala tutto al russo, non poteva mancare un titolo del repertorio tipicamente russo: “ La Leggenda dell’Amore” coreografia del grande Yuri Grigorovich e danzato magistralmente da Viktoria Tereshkina (il costume di licra nero elasticizzato mostr un corpo invidiabile dell’artista) e da Vladislav Shklyarov, virile, possente a dalla grande presenza scenica.
“Nureyev” Adagio, coreografato da Yury Possokhov, porta invece alla mente il celebre danzatore tartaro in versione prova sala ballo con la sua partner storica Margot Fonteyn, in quest’occasione danzato da Maria Alexandrova e Vladislav Lantratov: un omaggio sicuramente dovuto in una città come Londra in cui i due artisti sono stati osannati per anni, divenendo star assolute e coppia artistica di primo rilievo.
La serata si chiude con il virtuosistico pas de deux “Le Corsaire”, danzato da Ekaterina Krysanova, con una variazione perfetta e fouette da manuale, e il tanto applaudito Kimin Kim che, nonostante una scivolata in palcoscenico durante la diagonale della variazione, ha mostrato una grande attitudine al giro, ai manege, e ha eseguito meravigliosi jetes finali (dava sensazione di rimanere sospeso in aria proprio come Nureyev ai tempi d’oro) che han mandato in visibilio il pubblico.
Menzione finale va però sicuramente ai danzatori italiani invitati e contraddistintisi in questa serata speciale: Claudia D’Antonio, del Teatro San Carlo di Napoli e alla sua prima apparizione a Londra, e l’étoile e Direttore del Teatro San Carlo di Napoli, Giuseppe Picone, più volte già presente in questo gala e conosciutissimo al pubblico inglese per il suo trascorso come Principal all’English National Ballet. D’Antonio e Picone hanno danzato il celebre pas de deux “La Rose Malade di Roland Petit. Claudia D’Antonio ha dimostrato una grande professionalità ed introspezione nel ruolo, calandosi perfettamente in esso e lasciandosi guidare dalle sapienti mani di Giuseppe Picone, che ad ogni suo minimo movimento ha lasciato il pubblico in un silenzio magico durante tutta l’esecuzione, interrotta alla fine da applausi interminabili di vero compiacimento e soddisfazione da parte del pubblico.
Sold-out per il teatro che conferma ancora una volta uno spettacolo di altissimo livello.
Antonio Desiderio
Crediti fotografici: Marc Haegeman