Sabato 24 febbraio alle ore 21, presso il Teatro Asioli di Correggio (corso Camillo Benso Conte di Cavour 9, Correggio, RE – www.teatroasioli.it) andrà in scena la nuova produzione 2018 della MM Contemporary Dance Company. Lo spettacolo è composto da un dittico:
– GERSHWIN SUITE di Michele Merola (il cui debutto è previsto l’8 febbraio al Teatro Ristori di Verona)
– SCHUBERT FRAMES di Enrico Morelli – in PRIMA NAZIONALE.
PRIMA PARTE
SCHUBERT FRAMES prima nazionale
Coreografia: Enrico Morelli
Musica: Franz Schubert
Disegno luci: Cristina Spelti
Interpreti: Emiliana Campo, Angelo D’Aiello, Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Lorenza Matteucci, Giovanni Napoli, Miriam Re, Cosmo Sancilio, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Lorenza Vicidomini
Alla musica straordinaria di Franz Shubert Enrico Morelli ha voluto affidare il suo nuovo lavoro: nessuno meglio del compositore viennese ha saputo interpretare i sentimenti contrastanti d’amore, la tensione, la malinconia, il rimpianto, ma anche la speranza.
Un collage di celeberrimi brani di Schubert, estratti da veri e propri capolavori di infinita bellezza – composti due secoli fa, stupiscono ancora oggi per la loro grande attualità – fanno da colonna sonora a questo lavoro dedicato alle molte anime dell’uomo contemporaneo, dove l’amore lascia il posto al disinganno, il distacco alla condivisione, la passione al timore, e viceversa, in un andare e venire fra crescendo e diminuendo, a rivelare interi universi e legami segreti.
La coreografia non ha alcuna pretesa o ambizione descrittiva, vive dell’unica ricchezza determinata dall’ispirazione musicale: Schubert Frames è un racconto astratto di solitudini e anime affini, in un’epoca come la nostra, stanca, torbida, disincantata, tormentata da un malessere che si respira nell’aria, ma anche ansiosamente alla ricerca di un senso e di una speranza di felicità.
Un lavoro denso di immagini poetiche, che diventano tutt’uno con la musica e ne sposano la ricchezza compositiva legandosi intimamente alla sua inesauribile varietà e a ciò che essa esprime. Sono scene in movimento, in cui ci si sofferma soprattutto sul momento del ritorno, perché la felicità è una casa in cui riandare, magari cambiati, incuranti della velocità accelerata di un presente che rischia di farci rimanere indietro e di un futuro che magari si ha paura di esplorare. Il problema non è arrivare, ma tornare. Imparare ogni volta ad amare, di nuovo. Avere il coraggio di riconoscersi fragili, e quindi generosi nella tenerezza.
SECONDA PARTE
GERSHWIN SUITE
Concept: Michele Merola e Cristina Spelti
Coreografia: Michele Merola
Musica: George Gershwin
Disegno luci e ideazione scenografie: Cristina Spelti
Realizzazione scenografie: Alice De Lorenzi
Costumi: Carlotta Montanari
Adattamento musiche e recomposing: Stefano Corrias
Assistente alla coreografia: Paolo Lauri
Interpreti: Emiliana Campo, Angelo D’Aiello, Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Lorenza Matteucci, Giovanni Napoli, Miriam Re, Cosmo Sancilio, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Lorenza Vicidomini
Nelle note di George Gershwin (1898-1937), musicista tra i più rappresentativi del Novecento, si riflette lo spirito del tempo in cui sono create, con gli umori e le atmosfere degli Anni Ruggenti. Partendo dai migliori brani del compositore, e dalle suggestioni provenienti dalle opere pittoriche di un altro grande artista americano del ‘900, Edward Hopper (1882-1967), Michele Merola ha realizzato Gershwin Suite, nuova produzione per la MM Contemporary Dance Company, la cui colonna sonora antologizza le più accattivanti pagine dell’autore, come, tra le altre, Summertime, che sigla lo spettacolo e ricorre in più momenti e in diverse versioni, e Rhapsody in blue, che lo conclude.
Ma non sono solo le musiche lussureggianti e vivaci ad attrarre il coreografo: Merola sceglie la musica di Gershwin nelle sue varie sfaccettature, non solo quindi i brani più euforici e brillanti, ma anche quelli più romantici e intimi, sensuali e seducenti. Salda il tutto una nuova composizione di Stefano Corrias, un tappeto musicale che conferisce unità al ricco mosaico di sentori, ora traboccanti dinamismo, ora pienamente lirici, sospesi nel ripensamento e addensati nella malinconia. Altro apporto autoriale importante alla realizzazione dello spettacolo è stato dato da Cristina Spelti, che ha ideato il disegno delle luci e le scenografie, e firma il concept insieme a Merola. Ogni scena trae ispirazione dal collegamento tra i diversi brani del compositore e alcuni quadri di Edward Hopper, pittore che, grazie al suo realismo e al suo modus operandi per “inquadrature”, è considerato un artista molto vicino al mondo della fotografia e del cinema, capace di rappresentare in maniera poetica ed evocativa momenti anche umili e semplici di vita quotidiana. “Sono stato attratto” – dice il coreografo – “dalla capacità del pittore di costruire atmosfere e sfumature che tratteggiano risvolti e segreti della condizione umana. La regia delle immagini danzate e l’allestimento delle scene creano personaggi e situazioni non determinate una volta per tutte, ma aperte a diversi finali e soluzioni”.
Ispirati direttamente ai quadri di Hopper, sfilano l’intimità dei passi a due e degli assoli, ma anche le scene di insieme, dove voglia di vivere e riscatto dal quotidiano prendono il sopravvento. In scena tanta varietà assume i modi di un set cinematografico, grazie anche ad una scenografia che cambia in continuazione, proprio come in un set, e ad una coreografia che tocca più tasti, grazie alla versatilità del coreografo, capace di declinare la propria creatività e il proprio talento al passo con i tempi della contemporaneità.