Finché c’è tango c’è vita ha guardato il cielo grigio del primo weekend di ottobre e ha pensato a un tango che immediatamente riempie la pista quando viene scelto dal musicalizador della serata: è un tango romantico, melodico, soave, leggero come le nubi e che in Italia è conosciuto come Il Tango delle Nuvole oppure Tango Greco.
Molti precisano subito che questo brano non é un vero tango, non ha nulla a che fare con l’Argentina e tanto meno con la Grecia. A tanta certezza come rispondere diversamente?
Ma noi di Finché c’è tango c’è vita che amiamo pensare “rotondo”, consideriamo il concetto di diversità insito nella natura stessa del tango e proviamo a leggere altrimenti le origini di questo brano e a sfatare il preconcetto.
Innanzitutto il fatto che piaccia a tutti i ballerini e che immediatamente dopo le prime note i loro occhi cerchino gli occhi altrui, sorridenti ed invitanti all’abbraccio nella coppia tanguera, forse già dovrebbe far cadere la lapidaria definizione di “non é un tango”!
La sua nascita e l’evoluzione poi ne fanno davvero un mix di nazionalità e culture diverse che ricordano le origini del tango stesso: il brano infatti deriva dalla musica celtica, é stato poi composto da una nota suonatrice di arpa celtico-canadese per un film documentario nel 1991 e ha preso il titolo di Tango to Evora, dove Evora è una deliziosa cittadina portoghese non distante da Lisbona.
Anni dopo è stato riarrangiato in Turchia e di seguito in Grecia dove é stato portato al successo dalla più famosa cantante greca che ne ha composto per la prima volta il testo: si è ispirata ad una leggenda greca che si rifà al famoso mito di Nefele, la donna tramutata in nuvola da Zeus per far cadere in trappola e incriminare Issione, colpevole di volerne sedurre la moglie.
Prende così il nome di Nefelis Tango, dove Nefele significa appunto nuvola in greco.
E veniamo al testo: una ragazza bellissima che danza con un nastro d’oro tra i capelli di cui si innamorano perdutamente due angeli che la vogliono rapire e farle perdere i ricordi. Sarà salvata da Zeus che la farà fuggire trasformandola però in una nuvola.
Come non vedere in questa ragazza il prototipo della donna giovane e innocente spesso ritratta nei tanghi degli anni ‘30/’40 ingannata e raggirata da un compadrito senza scrupoli e liberata forse solo da una morte prematura?
Un tango quindi lontano sicuramente dai classici canoni, eppure così vicino a loro per natura, emozione e toni evocativi che lo rendono amato e ballato con delicata passione. Viene classificato come tango nuevo e ballato generalmente con uno stile più moderno e un abbraccio aperto.
Ne troverete svariate interpretazioni in rete e se cercate bene scoprirete anche una versione disco degna di essere ascoltata in un chiringuito sulla spiaggia o in un locale alla moda.
Io ho scelto la versione cantata di Aris Alexious, la famosa cantante greca che ha battezzato il brano Nefelis Tango con un video dall’atmosfera impalpabile, a tratti irreale nei suoi unici due colori, il rosso e il nero che rende i ballerini due figure quasi animate artificialmente. Buona ascolto e buona visione !
https://m.youtube.com/watch?v=ov04doxj7KY
Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!
Un abbraccio!