“Credo che non esistano purtroppo le condizioni sanitarie in questo momento per poter prevedere nel prossimo Dpcm, quello che andrà in vigore dal 4 dicembre, le aperture di palestre e centri sportivi. Sono pienamente consapevole che sarà una sofferenza ulteriore per tutto questo mondo ma è bene prepararsi, direi certamente, al fatto che ci sarà una proroga delle chiusure. E ciò varrà anche per i teatri e i musei. Ci attende un periodo ancora difficile ma noi ci saremo e aiuteremo il settore anche per tutto il tempo ulteriore in cui resteranno chiusi i centri. Dobbiamo superare i mesi più critici facendo ancora dei sacrifici”.
Queste le testuali parole pronunciate dal ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora nel corso della puntata di Porta a Porta andata in onda su Rai Uno lo scorso 19 novembre.
Nessuna novità, quindi, si prospetta all’orizzonte. Come è ormai consuetudine non si è direttamente parlato di scuole di danza ma, senza dubbio alcuno e, senza necessità di ulteriori specifiche, anche le realtà legate allo studio del balletto rimarranno chiuse.
Intanto le domande si rincorrono veloci, e ognuno di noi, parlo di insegnanti di danza o di chi di spettacolo dal vivo, campa, ha un’opinione. GIUSTAMENTE.
Quando riapriremo? C’è chi parla di metà dicembre, chi ormai non spera più e se pensa a una riapertura già pensa al mese di gennaio.
La didattica, ormai, è online, tra connessioni mordi e fuggi, allievi immobili in pose estatiche per poi renderti conto che non si tratta di un equilibrio ma di un blocco dovuto a “chissà quali altri problemi”.
Ma noi andiamo avanti, perché il mondo della danza è forte, il mondo della danza non si ferma e con determinazione e coraggio, combatte una battaglia lunga e difficile. In effetti potremmo cercare noi il vaccino contro il coronavirus; in fondo, dopo aver studiato ogni più recondito anfratto di decreti, leggi, documenti di ogni genere e tipo, aver fatto un rapido bilancio delle condizioni economiche dello stato – solo per capire di che morte morire- ci manca solo la laurea in medicina. E i teatri? Eh ma in quei luoghi così pericolosi in cui sembra che il virus si annidi più che in qualsiasi altro posto, non si compra nulla. Non sono funzionali allo shopping natalizio. Lasciamoli chiusi…
Qui in redazioni arrivano mail su mail in cui, tanti, chiedono risposte o delucidazioni. Purtroppo ne sappiamo quanto voi. E tra una futura laurea in medicina, una in economia e un’altra in scienze politiche… ANDIAMO AVANTI.
Fonte: Agenzia DIRE
www.dire.it