Stasera, sul canale Youtube dell’English National Ballet alle h. 20 italiane, andrà in onda il balletto “Manon” di Kenneth McMillan.
Il balletto, creato nel 1974, prende spunto dal famoso romanzo di Abbè Prevost, l’Histoire de Manon, del 1731.
Lo spettacolo che vedrete è andato in scena nell’ Ottobre 2018 al Manchester Opera House ed è la produzione itinerante del Royal Danish Ballet con le scenografie di Mia Stensgaard. Gli arredamenti e l’ideazione scenografica sono stati poco graditi al pubblico e alla critica britannica a causa della loro essenzialità che non aiuta l’immaginazione dei luoghi dove la storia si svolge ed è in netto contrasto con l’opulenza del XVIII secolo del balletto originale progettato da Nicholas Georgiadis. Anche i costumi, piuttosto eccentrici fino a sfiorare a volte il cattivo gusto, non sono esattamente il punto forte di una performance che, invece, trabocca di dettagli ricchi in ogni ruolo.
Alina Cojocaru regala una prestazione straordinaria dell’eroina di McMillan, nella storia appassionata di una vita dai confini precari.
LA TRAMA
Questo balletto narrativo in tre atti inizia nell’affollato cortile di una locanda vicino a Parigi e termina nelle oscure paludi della Louisiana. Nel mezzo, gli ingredienti essenziali di una moderna soap opera danzante. C’è furto, amore illecito, gelosia, omicidio, ingiusto imprigionamento e abuso sessuale. È una storia oscura con un finale molto insolito rispetto a molti balletti da fiaba popolari. Manon è una giovane donna volubile che abbandona il suo viaggio verso il convento dopo essersi innamorata del bello, anche se povero, Des Grieux, ma è pronta ad abbandonarlo per i lussi offerti dal ricco Monsieur GM che non ama. L’ambientazione è la Parigi del diciottesimo secolo, dove le persone appaiono o ricche e potenti, con un lascivo interesse per la vita equivoca, o povere e indigenti dove la criminalità e / o la prostituzione sono le loro uniche opzioni per sopravvivere. Sembra che tutto e tutti abbiano un prezzo.
Qualunque strada Manon scelga, sembra essere destinata ad essere perdente; la sua scelta di fuggire a Parigi dopo una serie di sfortunati eventi – tra cui aiutare Des Grieux a imbrogliare per vincere soldi giocando a carte; la morte del fratello Lescaut – avrà conseguenze fatali. Debole, emaciata e allucinata, muore tra le braccia del suo amante in una palude di Louisiana. Manon è una vittima o se la è cercata? Lo spettatore rimane con questo dubbio amletico.
Cojocaru è una magnifica Manon, coinvolgendoci nel conflitto del suo personaggio. Preda delle sue emozioni quando si innamora dell’innocente Des Grieux (Joseph Caley); consapevole della trappola dorata e irresistibile quando il ricco signor Monsieur GM (James Streeter) le offre le sue pellicce e la collana di diamanti. È una decisione che Manon prende ad occhi aperti, rinunciando all’amore per il terrore di essere povera. Nella scena del bordello, si sposta da un partner all’altro, trasportata dal flusso e riflusso della bella musica di Massenet. È scossa emotivamente dallo sguardo di Des Grieux, ma si affretta a riaccendere il suo sorriso per il pubblico che la osserva e che lei vuole sedurre. È disperata e distrutta nelle ultime scene, cercando di fuggire o di recuperare ciò che ha perso.
L’eccellenza di Cojocaru nel ruolo di Manon è stata completata dalla sua collaborazione con Caley che ha conferito un mix di ingenuità e nobiltà allo sfortunato Des Grieux. I duetti tra Caley e Cojocaru sono appassionati e dinamici: il pas de deux nella camera da letto dell’Atto 1, dove Caley gira vorticosamente con Cojocaru avvolta intorno al collo, come se non fosse più pesante di una sciarpa. A queste esibizioni si aggiunge un cast illustre: James Streeter è eccezionale come Monsieur G.M, il sugardaddy che “compra” Manon; Jeffrey Cirio continua a stupire nei panni del rapace e sciovinista Lescaut, un mercenario che picchia la sua amante e vende la sorella al miglior offerente; Fabian Reimair gelido e distaccato nel ruolo del carceriere stupratore. Katja Khaniukova con un’esibizione sbalorditiva nel ruolo dell’amante di Lescaut.
Una parte della grandezza di questo balletto è nella libertà espressiva che i ballerini devono possedere per rendere i loro personaggi il più diversi possibile e nell’ esibizione della Cojocaru, la sua serie di emozioni dal momento in cui esce dalla carrozza, non più destinata a nessun convento ma attirata dalle ambizioni contrastanti di amore e avarizia e divisa tra il piacere di un fratello (immorale) e un amante (virtuoso). Sentiamo ogni essenza del suo desiderio per pellicce e gioielli, il suo dolore per l’abbandono di Des Grieux, l’urgenza della loro riunione e il loro disperato viaggio finale. La coreografia di Manon è un lavoro complicato nella parte inferiore del corpo, con alcuni stravaganti sollevamenti, molti rotolamenti, cadute a terra, scivoli e planate, oltre a qualche salto.
In tutto MacMillan si mescola una varietà di stili di balletto, con alcuni passi veramente difficili e incorpora trii, duetti e lavori solisti. Il balletto ha la musica di Massenet originariamente arrangiata da Leighton Lucas in collaborazione con Hilda Gaunt e ri-orchestrata da Martin Yates.
Buona visione a tutti. Mi piacerebbe avere I vostri commenti dopo la visione dello spettacolo.
CAST e PRODUZIONE
Production:
Choreography Kenneth MacMillan
Orchestration – Martin Yates
Designs and Costumes – Mia Stensgaard
Lighting – Mikki Kunttu
Cast
Manon – Alina Cojocaru
Des Grieux – Joseph Caley
Lescaut – Jeffrey Cirio
Monsieur GM – James Streeter
Lescaut’s Mistress – Katja Khaniukova
Madame – Jane Haworth
Gaoler – Fabian Reimar
Beggar Chief – Noam Durand
LINKhttps://www.youtube.com/watch?v=PF3Lw_189BU