Ormai ci siamo. I conti sono quasi fatti e si spera naturalmente che tornino. Soprattutto in questo periodo in cui i numeri la fanno da padrona, anche in una roccaforte artistica e culturale come il Teatro di San Carlo di Napoli, di cui il direttore della Scuola di Ballo Stephane Fournial ne è diventato custode integerrimo. Cominciamo dunque a dare i numeri, che a Napoli ha la consueta doppia faccia della stessa medaglia. Eh sì, perché da queste parti la cabala ed il bancolotto vanno troppo spesso a braccetto con ragionamenti ben più impegnativi. Ma in questo caso i numeri che può snocciolare il sornione direttore francese della prima Scuola di Ballo in Italia e la più antica in Europa sono tutt’altro che in rosso.
Da quando sono giunto qui a Napoli quasi due anni fa – precisa Stephane Fournial – ho subito capito quanto fossero importanti i numeri. Non perché non ne facessi i conti anch’io in passato, ci mancherebbe. Però immaginavo che alla direzione di una Scuola di Ballo se ne potesse fare un pochino a meno. A cominciare dai venticinque anni della direzione di Anna Razzi, ovvero i primi numeri importanti che mi hanno fatto notare. E poi il numero degli allievi, il numero delle sale e dei docenti, il numero di ore di studio da intensificare e quelli delle rappresentazioni mattutine per le scuole. E soprattutto i numeri degli euro in costante ribasso, come del resto accade dappertutto. Ed allora io mi sono rimboccato le maniche per contare meglio e, soprattutto, far contare qualcun altro insieme a me. Mi sono guardato intorno, ho respirato ben bene l’aria di questo magnifico teatro e ho pensato di potercela fare con ingegno, determinazione e tanta “capa tosta” come mi hanno subito insegnato a dire qui a Napoli.
E pian piano i numeri hanno cominciato a virare dalla sua parte. E sommati alle gratificazioni, al successo delle sue rappresentazioni ed all’aumento smisurato delle ore di lavoro in sala pare proprio che la prima scommessa numerica la stia vincendo appieno lo spavaldo direttore dal sorriso magnanimo e dal ciuffo spesso ribelle.
Intanto ho voluto riempire le sale di giovani – aggiunge il direttore – puntando forte sulle audizioni per scovare nuovi talenti e portarli dalla nostra parte. A settembre saremo in duecentoventi con piena soddisfazione di tutti. E questi ragazzi già stanno studiando due lezioni quotidianamente di classico, di cui una con il corso inferiore a quello di appartenenza. Condito da tantissimo repertorio e per i più bravini c’è la concreta opportunità di passare in corso d’opera a quello successivo. Non mettiamo limiti al talento, anzi lo sollecitiamo ad uscire il prima possibile perché all’estero a sedici e diciassette anni già ballano nelle compagnie maggiori. Non ci posiamo permettere più il lusso di aspettare la maggiore età, il passo d’addio e tutto il resto per entrare nel mondo del professionismo. E per fortuna altri numeri hanno girato dalla nostra parte. Mi riferisco quelli degli euro che la Fondazione Banco di Napoli ha voluto donare con borse di studio che finanzieranno l’ospitalità al convitto scelto per alcuni dei quaranta allievi fuori-sede.
Numeri che evidentemente arridono alla progettualità di Stephane Fournial condivisa pubblicamente dalla soprintendente Rosanna Purchia, che peraltro ha sempre speso parole dolci per il suo direttore non facendogli mai mancare il suo sostegno. E quei numeri che sostengono le faccende coreutiche e le scelte artistiche del nuovo corso francese rientrano proprio nel solco del repertorio di balletto appannaggio di tutti gli allievi della scuola impegnati in tutte le rappresentazioni, in teatro e fuori sede.
Un altro mio obiettivo è senz’altro quello di impegnare i miei ragazzi in sala quanto in scena – ci spiega Stephane Fournial – e per questo ho stretto più sinergie di lavoro con gli altri comparti del teatro senza lesinare sforzi e risorse anche con altre produzioni. A cominciare con quella già realizzata al Teatro Petruzzelli di Bari dove molti allievi hanno partecipato all’allestimento de “La Vedova allegra” nella stagione in corso. Così come al Teatro di San Carlo hanno potuto esibirsi ne “Le nozze di Figaro”, “Achille in Sciro”, “Adriana Lecouvreur”, “Charodeika” e nei balletti “Lo Schiaccianoci”, “Giselle”, “Alice in the Wonderland” e nel flash-mob dello stesso balletto di Gianluca Schiavoni, senza dimenticare lo spettacolo “In punta di piedi” nel programma dello scorso “Autunno Danza” al Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli. Occasioni imperdibili di crescita a cui non dovranno mai rinunciare e noi faremo sempre la nostra parte. Non è un caso che l’anno prossimo vorrei uno scambio artistico con il Coro delle Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi affinché i ragazzi delle due scuole del Teatro di San Carlo possano interagire frequentemente e studiare rispettivamente le discipline l’una dell’altra. Prassi del resto in voga proprio qui al Teatro di San Carlo in tempi non sospetti ma dimenticati nell’oblio!
Pare abbia davvero preso a cuore le sorti della sua scuola il direttore Stephane Fournial. Come se la passa a Napoli, a detta di molti la città più invivibile d’Italia?
Non scherziamo affatto. Napoli è una città metropolitana con tutte le contraddizioni insite in una città così grande e popolosa. Io vivo nel centro storico, a due passi dal teatro e respiro ogni giorno la passione smodata di ogni cosa. Tutto è esagerato! Quando la TV pubblica francese è venuta a Napoli per realizzare un documentario sui francesi illustri residenti a Napoli mi hanno intervistato e hanno voluto scoprire la mia permanenza a Napoli ed in teatro. Sono stati benissimo, hanno girato un video molto appassionato e veritiero sulla città, ricca di aspetti negativi e positivi. Ed io sono stato orgoglioso di esserne stato il Cicerone dell’occasione. Tuttavia, anche in quel caso, il documentario ha fatto il giro del mondo e la città di Napoli si è potuta fregiare della sua creatura della Scuola di Ballo. Capirete bene per me quanto sia stato bello! Ma ora mi prendo il lusso di invitare tutti a dare un’occhiata alla nostra Scuola di Ballo. Vorrei che diventasse in breve tempo il punto di riferimento italiano dei giovani talenti. E’ una scommessa che mi eccita molto, soprattutto quando l’avrò vinta!
Crediti fotografici: Francesco Squeglia