Stephane Fournial: ecco come sarà la scuola di ballo del Teatro di San carlo

di Massimiliano Craus
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Ormai è un anno che Stephane Fournial è a Napoli a dirigere la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo, la prima scuola in Italia e la più antica d’Europa, come lo stesso direttore ha voluto imprimere in bella mostra sul sito internet del teatro. Un orgoglio ed un blasone che evidentemente accomuna tutti gli uomini e le donne di danza che vi hanno lasciato il segno. Fino all’ultima direttrice della scuola Anna Razzi, nonché attuale Presidente Onorario e musa ispiratrice dell’intera vita tersicorea napoletana di questi ultimi venticinque anni. E da un anno a questa parte il testimone è stato assegnato al parigino Stephane Fournial, interprete noto agli appassionati di tutta Europa e della stessa Napoli al fianco di Carla Fracci nell’ultimo “Filumena Marturano” del 2000, portato allora in scena al Teatro di San Carlo con le musiche di Nino Rota composte originariamente per la riduzione cinematografica del 1951, la regia di Beppe Menegatti e la coreografia di Luc Bouy. Un clamore che ha lasciato il segno per tutti i successivi quindici anni quando il pubblico napoletano si è ritrovato, un po’ a sorpresa, nuovamente Stephane Fournial alla porta principale del Massimo e della sua Scuola di Ballo.

 “Ribadisco di essere stato io il primo a sorprendersi della mia nomina – ammette il direttore – per cui siamo tutti nella stessa barca. Ma poi mi sono buttato in questa storia con animo e corpo per ripagare la fiducia della soprintendente Rosanna Purchia e dei tanti appassionati di danza della città, della regione e di tutti quelli che amano il teatro più bello del mondo.”

Queste sono state le prime dichiarazioni dell’epoca che restano ancora attualissime, soprattutto perché il lavoro da fare è tanto e la passione è ancora immutata. Tuttavia il primo anno accademico è passato, non senza i consueti rumors e le palpitazioni degli ormai centocinquanta allievi della Scuola di Ballo. Le prime mosse del direttore sono più o meno note, soprattutto orientate a insistere sul solco della tradizione classica e del repertorio da studiare in sala per poi portarlo in scena. Una questione di causa-effetto assai cara al francese, così deciso a riportare in auge l’etichetta classica per il proprio ensemble giovanile solo con lo studio accurato dei canoni storici in ogni lezione.

“Credo fermamente che un’accademia come quella del Teatro di San Carlo – spiega Stephane Fournial – non possa prescindere dalle tecniche classica e maschile, nonché dal repertorio romantico lungo l’intero iter di studio. Il mio primo anno è stato centrato sulle nuove responsabilità degli allievi e degli insegnanti, tutti chiamati a rivoltarci come un calzino per tirare ognuno di noi il meglio per il bene della scuola. Abbiamo intanto aumentato il monte ore di lavoro al giorno per tutti, provando ad ottimizzare di volta in volta le sale, i maestri, i pianisti ed i programmi che ho messo a disposizione del mio corpo-docenti. Questa è una delle grandi novità che ho voluto garantire alla mia scuola, ovvero un significativo passo verso la stabilizzazione della didattica appannaggio degli allievi. L’aspetto più importante a cui ambisco è l’offrire a questa istituzione una riforma che vada al di là del mio mandato triennale e del mio stesso nome. Tutta la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo dovrà giovarsi di questo sforzo pensato e ragionato da quando ho messo piede nel mio ufficio al terzo piano di questo teatro.”

Oltre alle buone intenzioni, Fournial aveva anche promesso una novità importante sulla scena del Massimo napoletano, in riferimento al suo debutto con lo spettacolo di fine anno accademico, che peraltro non ha assolutamente voluto definire saggio.

“Il saggio lo lasciamo alle tante scuole di danza in giro – spiega Stephane Fournial – noi siamo l’accademia del Teatro di San Carlo, la scuola prima in Italia e la più antica in Europa. Abbiamo un pedigree che va al di là dei secoli e delle etoile che l’hanno resa famosa nel mondo. Abbiamo un blasone ed una storia incredibile per cui dobbiamo andare in scena con quel piglio e con la consapevolezza di doverci distinguere a tutti i costi. E per far questo dobbiamo rinunciare a saggi e spettacolini che, giocoforza, dovranno lasciare spazio a veri e propri eventi di danza e balletto. Il defilé dello scorso 30 giugno ha voluto spiegare con i fatti i miei obiettivi e le mie finalità. La nostra scuola è un’accademia che mette in bella mostra i propri frutti con eleganza, rispetto e conoscenza degli spazi scenici, della musicalità e del repertorio interpretato. Tutti i miei centocinquanta allievi dovranno saper stare sulla scena sin dalla propedeutica, manifestando ogni volta il senso di appartenenza alla propria istituzione scolastica e teatrale. Dobbiamo essere professionisti da subito, tanto che ho deciso di spingere i miei allievi sin dall’adolescenza per dotarli degli strumenti necessari per diventare ballerini e ballerini il prima possibile.”

La questione della causa-effetto torna spesso nelle parole del direttore francese, soprattutto quando accenna alla necessità di studiare di più e meglio in sala. A questo proposito ha spinto fortemente per l’istituzione del nuovo convitto per gli allievi fuori-sede, con la scuola dell’obbligo associata ed il servizio navetta utile a consentirgli di restare più tempo nella Scuola di Ballo sancarliana.

“Mi sto preoccupando di ogni aspetto della mia scuola – conferma ancora una volta Stephane Fournial – perché voglio dirigere quest’accademia seguendo i crismi della mia stessa formazione. Oltre che maggiorare gli impegni nello studio del repertorio, della tecnica di punte e delle classi maschili, ho pensato di indirizzare il corso della propedeutica allo studio con il Coro delle Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi. Del resto proprio al Teatro di San Carlo esisteva questa meravigliosa abitudine di portare in scena nelle rappresentazioni de “Lo Schiaccianoci” i bambini del Coro delle Voci Bianche e della Scuola di Ballo ed io, a maggior ragione, voglio riuscirci nel minor tempo possibile. Se non dovessi farcela per questo Natale ci riuscirò senz’altro per il prossimo, promesso! Così come sto portando avanti il mio intento di istituire l’associazione “Amici della Scuola di Ballo del San Carlo” affinché arrivino aiuti concreti e benefici permanenti per i tantissimi allievi della scuola. Vorrei tanto che quest’accademia venisse sostenuta sempre e non una tantum come accade oggi.”

Ambizioso e determinato, Stephane Fournial guarda spesso al di là delle sale per cercare un sostegno economico delle istituzioni pubbliche e private ma poi torna alla sbarra e rimette sotto torchio i suoi baldi giovani. Fino alla docimologia, altro tassello ritoccato dal direttore francese che stabilisce in ventesimi la valutazione complessiva per gli allievi che saranno ancora scrutinati a cadenza trimestrale come in passato. Salvo dedicarsi alla cura del palcoscenico come nel prossimo spettacolo al Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli il 26 e 27 novembre con “In punta di piedi…..estratti dal repertorio classico”, pensato ed ideato sul solco della scorsa rappresentazione del 30 giugno sulla scena del Massimo partenopeo.

“Torniamo in scena e ne sono felice – chiude sornione il francese – anche se avrei voluto disporre di maggiore tempo a disposizione. In questa occasione di novembre voglio riproporre tutti i miei centocinquanta allievi perché devono avere sempre più confidenza con il palco ed il pubblico. Chiudiamo l’Autunno Danza 2016 ma ho già chiesto che le prossime volte dobbiamo ballare anche noi sul palcoscenico del San Carlo, per ovvie ragioni di spazi e di prestigio. Comunque questo spettacolo vorrà essere un ulteriore passo in avanti verso l’approfondimento del repertorio ottocentesco, studiando in sala le tracce salienti dei balletti più noti per poi interpretarli nel migliore dei modi. Ci vorrà tempo ma i miei ragazzi sapranno essere presto dei veri ballerini, pronti a fare il salto di qualità ancor prima di uscire da questa scuola. Il titolo “In punta di piedi…..estratti dal repertorio classico” sta proprio nel nostro massimo rispetto del repertorio, nel quale abbiamo deciso di entrare proprio in punta di piedi, come nel modo di dire in italiano, giusto? E così in punta di piedi, e con le punte ai piedi, rientriamo nel repertorio e ce lo cuciamo addosso per noi e per il nostro pubblico da sold out.”

Ma poi il palco cederà il testimone nuovamente alle sale del terzo piano del teatro, dove i tanti ragazzi di Stephane Fournial si rimetteranno a disposizione dei maestri e del loro futuro. Un futuro che sarà seguito a menadito al Teatro di San Carlo, con il coinvolgimento delle famiglie intercettate con comunicazioni mensili digitali ed una partecipazione in toto dei docenti della scuola a tutte le audizioni per i nuovi ingressi previsti nell’anno accademico in corso. In attesa che numeri, titoli, nomi e cognomi possano dare ragione al direttore, ci apprestiamo a veder scorrere la scuola sancarliana in punta di piedi fin dentro i meandri del repertorio.

Crediti fotografici: Francesco Squeglia

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