Prima rappresentazione assoluta: San Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 15 gennaio 1890
Balletto in tre atti con prologo
Coreografia di Marius Petipa dalla fiaba La Belle au bois dormant di Charles Perrault
Libretto di Ivan Vsevolozhsky e Marius Petipa
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Il 13 maggio 1888 il direttore dei teatri imperiali Ivan Vsevolozhsky scrisse a Čajkovskij per proporgli di creare la musica per un nuovo balletto basato sulla fiaba La Bella Addormentata di Charles Perrault.
La coreografia fu affidata a Marius Petipa, già autore di numerosi e famosi balletti, che divenne poi anche coautore del libretto insieme al direttore.
La Bella Addormentata è il balletto più lungo di Čajkovskij e il secondo, per cronologia di composizione, del suo trittico.
La prova generale avvenne in presenza dello zar Alessandro III e la prima ebbe luogo il 15 gennaio 1890 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo: la direzione orchestrale fu di Riccardo Drigo. Protagonista, nel ruolo di Aurora, l’italiana Carlotta Brianza, accanto al russo Pavel Gerdt in quello del principe Désiré.
La prima rappresentazione ottenne riconoscimenti più favorevoli de Il lago dei cigni da parte della stampa ma Čajkovskij non ebbe mai la soddisfazione di vedere il suo lavoro diventare un successo immediato nei teatri al di fuori della Russia. Morì infatti nel 1893 e solo nel 1896 il balletto giunse in Italia, al Teatro alla Scala di Milano: l’allestimento milanese fu anche il primo ad essere eseguito al di fuori della scena pietroburghese. Bisognerà aspettare il 1899 perché sia rappresentato a Mosca.
Nel 1903, a soli dieci anni dalla sua creazione, La Bella Addormentata era il secondo balletto più popolare nel repertorio del Balletto Imperiale, essendo stato eseguito 200 volte, ma fu solo nel 1921, a Londra, che ottenne ampi consensi e, finalmente, un posto permanente nel repertorio classico.
Fra le principali interpreti del ruolo si ricorda in modo particolare Margot Fonteyn, che ne fece il suo cavallo di battaglia. Così la descrive il critico Alberto Testa, in un articolo pubblicato su La Repubblica il 22 febbraio 1991, il giorno successivo alla morte della grande danzatrice: «La sua Aurora era veramente un aprirsi alla giovinezza, alla vita, un personaggio che interpretò ancora avanti negli anni con grande, inimitabile stile».
La trama
Prologo
Il re Florestano e la regina stanno celebrando il battesimo della loro figlia, la principessa Aurora. Entra la Fata dei Lillà, madrina della piccola, circondata da un corteo di fate buone. Sopraggiungono alcuni servi, impauriti, annunciando l’arrivo della malvagia fata Carabosse, che non è stata invitata alla cerimonia, e che fa il proprio ingresso con il suo mostruoso seguito. A nulla valgono le scuse del re e della regina: indignata, Carabosse si vendica lanciando un maleficio sulla neonata: Aurora crescerà e diventerà una bellissima principessa, amata da tutti, ma, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, si pungerà un dito con un fuso e morirà. La Fata dei Lillà, che non ha ancora offerto il suo dono, mitiga la profezia di Carabosse: la principessa non morirà ma cadrà in un sonno profondo. Solo il bacio di un giovane principe innamorato di lei potrà risvegliarla.
Atto I
La corte festeggia il sedicesimo compleanno di Aurora. Alcuni nobili corteggiatori giunti da lontano per chiedere la sua mano danzano con la principessa. Travestita da vecchia mendicante la malvagia Carabosse attira l’attenzione di Aurora mostrandole un fuso, un oggetto a lei sconosciuto in quanto bandito dal regno. Improvvisamente la ragazza si punge un dito e cade a terra priva di sensi. Carabosse celebra il trionfo della sua profezia. Appare allora la Fata dei Lillà, che con la sua magia fa cadere Aurora in un sonno profondo lungo cent’anni. Con lei si addormentano tutti nel reame.
Atto II
Cent’anni sono trascorsi. Il principe Désiré e la sua corte sono a caccia nel bosco vicino al castello quando, all’improvviso, la Fata dei Lillà appare al principe in una visione e gli mostra la bella principessa addormentata. Desideroso di vederla e di strapparla all’incantesimo, il principe Désiré si fa condurre dalla Fata dei Lillà al castello incantato, circondato da una fitta foresta di rovi. La Fata dei Lillà sconfigge la cattiva Carabosse e il principe raggiunge Aurora. Il suo bacio spezza il maleficio.
Atto III
Alla reggia del re Florestano si celebra il matrimonio fra la principessa Aurora e il principe Désirée. Giungono numerosi invitati: sono fate, principi e i personaggi delle fiabe (Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Florina e l’uccellino azzurro, il gatto con gli stivali e altri). Tutti danzano felici fino all’arrivo della Fata dei Lillà, che corona con la sua presenza l’unione dei due principi.