“The Blue Hour” e l’intensa coreografia di Giorgio Azzone

di Sabrina Ronchetti
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Venerdì 30 Novembre è andata in scena presso il Teatro Fontana di Milano, una serata di danza contemporanea all’interno del Festival “Più che Danza”, fondato da Franca Ferrari nel 2014 con lo scopo di dare spazio e visibilità ai giovani artisti soprattutto nel campo dell’espressione contemporanea.

Tra in vari titoli in programma, ha spiccato il lavoro del giovane coreografo Giorgio Azzone che ha presentato la sua ultima creazione “THE BLUE HOUR”, (L’ora blu) quel momento della giornata in cui la notte svanisce ed inizia un nuovo giorno, quell’attimo in cui tutto si ferma per un momento quando la natura finisce un ciclo e ne inizia un altro.

Questa transizione, che noi tutti viviamo quando troviamo il coraggio di prendere nuove decisioni, di affrontare con coraggio il futuro abbandonando alle spalle il passato è stato sapientemente reso da Giorgio Azzone nella sua coreografia, grazie anche al lavoro davvero intenso di Kevin Regonesi e Viola Vicini, i danzatori protagonisti di  Blue Hour, uniti tra loro da un equilibrio fittizio, invasi da emozioni contrastanti che hanno saputo rendere il lavoro di Azzone estremamente coinvolgente agli occhi del pubblico.

Il coreografo ha “usato” sapientemente la duttilità dei corpi di Kevin e Viola, i quali si sono lasciati trasportare completamente da questo linguaggio contemporaneo che ha contribuito a mettere in risalto le loro qualità estetiche, tecniche ed espressive.

“THE BLUE HOUR” è una creazione molto differente da tutte le altre presenti all’interno del Festival e che richiede dei performer dal forte background classico e di tecnica contemporanea.

Uno spettacolo dal “look” minimal, dove venti minuti sono passati in un soffio che ha guidato il pubblico attraverso un messaggio forte e che è riuscito ad emozionare i presenti senza l’uso di effetti speciali o provocazioni, ma con il semplice uso intenso e sapiente dei corpi dei due danzatori, che hanno dimostrato tra l’altro un’estrema sintonia tra loro. Ci auguriamo di vedere sempre di più spettacoli contemporanei di questo gusto e valore.

Crediti fotografici: Gianni Foraboschi.

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