Trilogia d’Autore: ricordi, sensazioni, potenza del gesto e grazia d’espressione

di Francesco Borelli
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Ricordi, sensazioni, potenza del gesto e grazia d’espressione. Trilogia d’autore, andato in scena presso il Teatro Martinitt di Milano lo scorso 22 settembre, coniuga in un eccellente parossismo di bellezza le forme più varie e profonde dei sentimenti umani. Un caleidoscopio attento e vigoroso che ha condotto lo spettatore in un tunnel fatto di attese e di aspettative, nei confronti di una danza che quasi mai ha deluso bensì compiaciuto.

Sabrina Massignani, coreografa della compagnia Venezia Balletto, ha dimostrato il desiderio di ricercare un gesto pulito che non trascura, mai, la bellezza della linea e del movimento propri della danza accademica. Una sperimentazione che dona forma a una creatività che nulla esclude, ma unisce, in una contaminazione pressoché perfetta tra balletto classico e contemporaneo.

La prima parte “Reminiscenze” conduce lo spettatore in un mondo immaginifico, quasi un sogno in cui la danza regala forma alla memoria di cose vedute, sentite, vissute. Ogni gesto, ogni sguardo è ricordo, in danza, di ciò di cui l’anima ha memoria. Il palcoscenico diviene una realtà senza tempo in cui le immagini coreutiche, forti, eleganti ed espressive, si susseguono fra sensazioni, a volte chiare e nitide, a volte sbiadite e confuse. Il primo quadro della trilogia è certamente il più accattivante: la scelta musicale e il movimento sembrano sposarsi perfettamente regalando allo spettatore la sensazione che nulla mai si concluda ma che continui, costante, con un movimento senza fine. I danzatori mostrano consapevolezza e forza, perfettamente amalgamati in uno stile coreografico che vuole, certamente espressività, ma anche tecnica e sicurezza, in un mondo in cui troppo spesso la danza contemporanea dimentica l’accademia virando verso “immagini” sporche e prive di rispetto per il bello. Irene Vincoletto, solista in questa prima parte della Trilogia si distingue per intensità del gesto e sicurezza dell’esecuzione. Danzatrice di buona tecnica, non dimentica mai, neppure nei passaggi più contemporanei, la pulizia della danza accademica riempiendo ogni passo di grande forza. Il narratore, Vittorio Cinconze, ci conduce lievemente nel racconto mostrando padronanza del palco ed esperienza.

Da segnalare il corpo di ballo: Federica Fattore, Alessandra Miotti, Isabella Spresian, Elena Righi, Paolo Pierno, Alessia Sinato, Giulia Santi.

Cambio di stile per la seconda parte di Trilogia d’autore. La musica di Izak Perman si presta a un incrocio di passi a due, “Duet” appunto, in cui l’uso delle punte richiama al balletto classico e allo studio della danza accademica. I pass de deux si susseguono e sovrappongono unendo tenute e fuori peso, passaggi e dinamiche armoniose nel pieno rispetto di uno stile neoclassico bello e di spessore.

Hanno danzato Federica Fattore e Alberto Fiammengo. I solisti ospiti sono stati Cristina Tipirig e Constantin Tcaci.

La terza parte, “L’uccello di fuoco: libertà di essere”, vede contrapposti il mago- stregone, simbolo del male e l’uccello di fuoco, il bene, in un confronto costante tra la volontà e il desiderio di esprimersi e la paura.  Prigionia e libertà, paralisi e dinamismo: una dualità costante che trova la sua dimensione in un vortice ipnotico emozionale che scatena ogni genere di emozioni fino allo sfinimento. Sulla sceneggiatura di Francesca Anzalone e la musica di Stravinskij i danzatori esprimono perfettamente la contrapposizione di cui sopra. Le coreografie sono belle e gli insiemi precisi. Il corpo di ballo femminile si distingue più di quello maschile per precisone, sicurezza ed espressività. Intensa e dalla tecnica pulita, l’uccello di fuoco Irene Vincoletto, già solista in “Reminiscenze”, conferma quanto detto precedentemente. Ballerina d’impatto e dallo sguardo che parla e racconta insieme al corpo.

Corpo di ballo: Francesco Spadini, Elena Righi, Giulia Santi, Isabella Spresian, Alessandra Miotti, Federica Fattore, Vittorio Cinconze.

Uno spettacolo che trascorre leggero e piacevole. Un viaggio nella danza in cui la ricerca e la sperimentazione non annoiano, ma stupiscono. La Massignani è coreografa attenta e capace, con un occhio, in grado di esprimere assieme tecnica e dinamica di movimento, rispetto della linea e contemporaneità del gesto.

Uno spettacolo, “Trilogia d’autore”, cui si augura un luminoso futuro.

Crediti fotografici: Luca Vantusso

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