Vasyl Vovkun, Direttore Generale del Teatro dell’Opera di Lviv: «There are no problems we can’t solve», questo è il mio motto

di Giada Feraudo
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Il Balletto del Teatro dell’Opera di Lviv è una delle più prestigiose compagnie di danza dell’Europa Orientale. Il corpo di ballo venne fondato nel 1939 e il primo allestimento messo in scena fu il Don Chisciotte di Ludwig Minkus. Oggi è una compagnia che fonde mirabilmente tradizione e innovazione, integrando un vastissimo repertorio classico con molte e nuove produzioni contemporanee, con un particolare occhio di riguardo per la cultura locale.

Giada Feraudo e Fabiola Di Blasi hanno incontrato per i nostri lettori il Direttore Artistico Generale del Teatro dell’Opera di Lviv, Mr. Vasyl Vovkun, celebre regista ucraino, sceneggiatore nonché grande esperto di cultura, che fra il 2007 e il 2010 ha ricoperto la carica di Ministro della Cultura e del Turismo dell’Ucraina.

Mr Vovkun, il Teatro dell’Opera di Lviv ha un repertorio molto ampio per il balletto, per l’opera e per la musica, com’è immediatamente chiaro anche consultando il vostro sito online. Nella scelta delle Stagioni teatrali cosa privilegiate? Preferite allestimenti tradizionali, moderni o entrambi?

L’obiettivo principale che guida la scelta delle nostre Stagioni è quello di raggiungere un’audience trasversale, ed è per questo che cerchiamo di proporre spettacoli per tutte le età. Possiamo dire che diamo spazio a tutto: opera, balletto, operetta, sinfonica.

Lviv si pone oggi come punto d’incontro di tante culture e molti artisti di varia provenienza sono invitati a mettere in scena i loro lavori sul nostro palcoscenico; sotto questo aspetto siamo molto più aperti rispetto alla maggior parte delle realtà che ci circondano. Nel periodo post-sovietico molti teatri ucraini sono rimasti statici a livello di programmazione, purtroppo un retaggio del passato, quando il nostro Paese, come tanti altri, non era autorizzato a salvaguardare e a far crescere la propria cultura a causa del regime di chiusura che veniva imposto. Il nostro obiettivo è oggi quello di far riemergere tutta una parte della nostra identità che è stata in qualche modo soffocata o comunque limitata e nella programmazione delle Stagioni hanno ampio spazio i compositori locali o coloro la cui storia è in qualche modo legata all’Ucraina. Per citare un esempio su tutti farò il nome di Igor Stravinskij, dal momento che i suoi balletti La Sagra della Primavera e Pulcinella sono stati recentemente coreografati dal nostro direttore del ballo Marcello Algeri. La maggior parte delle persone pensa che Stravinskij sia un compositore russo ma in realtà i suoi nonni erano ucraini e lui stesso, che era solito passare l’estate nella tenuta di famiglia proprio in Ucraina, iniziò a lavorare qui alla sua Sagra.

Questo, naturalmente, per spiegare come il nostro tentativo sia quello di recuperare e di far conoscere il più possibile la nostra storia, attraverso i compositori ed altri artisti nostrani, non rivolgendoci soltanto al passato ma anche, e forse soprattutto, al presente. Pensiamo ai compositori locali contemporanei, a cui offriamo spazio nel nostro cartellone con concerti e musica da camera.
Il mio lavoro consiste anche, accanto a quello di valorizzare la nostra cultura, nell’aprire il Teatro ad accogliere il repertorio dei grandi compositori stranieri: mi riferisco a Verdi, Wagner, Mozart, Offenbach… , di cui comprendiamo la grande importanza. Molto spesso allestiamo delle première di tali lavori in chiave moderna, per coinvolgere registi contemporanei e fasce sempre maggiori di spettatori.
Attualmente Lviv è una delle scene più all’avanguardia del territorio ma l’apertura verso il nuovo non fa dimenticare l’importanza di dare risalto a quello che già abbiamo: per questa ragione produciamo nei nostri laboratori tutte le scene e i costumi e li conserviamo, a differenza di altri teatri, che molto spesso dopo un po’ li vendono. Da noi ciò che è in repertorio rimane in quanto le mode vanno e vengono, quindi un allestimento può essere riproposto anche a distanza di tempo senza sembrare datato, mentre il repertorio classico funziona sempre e non passa mai di moda.

In Italia la situazione dei Teatri, e in special modo dei corpi di ballo, è disastrosa a causa della mancanza di fondi. Come funziona da voi la gestione del Teatro?

Dal punto di vista finanziario non abbiamo supporto governativo se non per quanto riguarda le spese del teatro (elettricità, riscaldamento) e per gli stipendi dei dipendenti. Non ci sono altri finanziamenti. Persino le sponsorizzazioni private in questo periodo non sono particolarmente interessate agli investimenti nel campo della cultura perché non danno un ritorno immediato.
Tutto questo stimola il personale del Teatro a lavorare meglio con l’obiettivo di crescere sempre di più per sostenere le spese, comunicare bene con gli altri teatri, migliorare il sistema delle vendite dei biglietti per finanziare le produzioni. Se il Governo facesse tutto forse non saremmo così motivati.

Naturalmente non è sempre tutto così semplice poiché molto spesso ci scontriamo con costi elevati, con molte tasse da pagare, ma cerchiamo di essere positivi e di fare del nostro meglio. Questa è la ragione per cui siamo convinti che sia necessario migliorare le nostre capacità in tutto ciò che facciamo, dobbiamo essere in grado di andare avanti da soli, anche senza aiuti esterni. Non esistono problemi che non possiamo risolvere: questo è il mio motto.

Come fate dunque a finanziare le produzioni?

Abbiamo individuato tre modi che funzionano per far entrare soldi: attraverso la vendita dei biglietti, con le visite guidate e con l’affitto degli spazi teatrali.
Per quanto riguarda la vendita dei biglietti, disponiamo di un sistema dinamico, costruito grazie a uno studio sul pubblico, che ci garantisce quasi sempre il tutto esaurito, anche nei giorni feriali. Navigando sul sito (disponibile in tre lingue, ucraino, inglese e polacco) si può vedere che, per la stessa rappresentazione, i prezzi talvolta sono più alti, altre volte più bassi. Questo perché cerchiamo sempre di capire che tipo di pubblico viene a vedere uno spettacolo e in quale intervallo di prezzo acquista.

Il nostro Teatro, poi, è sempre visitabile, e le nostre guide organizzano diverse tipologie di visite guidate, fra cui una riservata ai bambini. Ci tengo a sottolineare che nel corso di quest’attività permettiamo ai nostri ospiti di visitare tutto il teatro, dal palcoscenico ai laboratori.

L’ultima modalità attraverso cui ricaviamo soldi è l’affitto del Teatro ma con il tempo cercheremo di ricorrere sempre meno a questa soluzione in quanto un teatro è sempre un teatro e ci piace che sia sempre utilizzato allo scopo per cui è stato costruito, tanto più se pensiamo che il nostro è un Teatro che vanta una lunga storia in quanto ha più di 120 anni e ci teniamo al fatto che sia rispettato come tale.

Il balletto fa da sempre parte della grande tradizione dell’Europa Orientale, a Lviv avete in repertorio tutti i più grandi classici. In che modo il balletto è entrato a far parte della cultura locale e come lavorate attualmente per portarlo avanti?  

Per parlare di balletto bisogna partire dal Bolshoi e dalla sua scuola. In passato tutti erano collegati a tale scuola ma oggi a Lviv abbiamo la nostra scuola di ballo, creata non solo da russi, e questo è per noi molto importante. Così come per la musica, infatti, anche nella danza abbiamo molti nomi locali di spicco. Serge Lifar, per esempio, era ucraino, e anche quando era al di fuori del Paese indossava sempre la camicia del costume tradizionale, era un suo tratto stilistico, in omaggio alle sue origini. Generalizzando, quando si parla di danza il collegamento con la Russia è piuttosto immediato, ma non tutto viene dalla Russia! Pensiamo a Nureyev per esempio: il suo cognome ha origini kazake (con l’avvento dell’Unione Sovietica il nonno, di origini tartare, fu costretto a cambiare il suo cognome, Nuri Fasli, in Nureyev, quello che tutto il mondo conosce, ndr).
La scuola russa arriva in Ucraina attraverso grandi ed importanti centri coreografici come Minsk, per citarne uno, che hanno fatto da tramite, e che hanno importato un livello artistico molto alto, contribuendo a crescere i talenti locali. Sfortunatamente molte eccellenze uscite dai nostri centri di formazione hanno scelto di abbandonare il Paese per varie ragioni, soprattutto economiche.

L’importanza di questa scuola classica è enorme, fa ormai parte della nostra società ed è per questo che cerchiamo di salvaguardarla, mantenendo sempre in repertorio i grandi classici, che peraltro fanno sempre sold-out, senza tuttavia dimenticare la nostra specifica cultura e le nostre tradizioni. In età sovietica e post-sovietica le influenze moderne e straniere non venivano contemplate ed ammesse ma oggi capiamo che dobbiamo accogliere anche il nuovo per far crescere la nostra cultura, ed è per questo che stiamo poco a poco aggiungendo creazioni moderne. Per noi è molto importante a tal fine la collaborazione con Marcello Algeri: con lui abbiamo una nuova visione del balletto. Tradizione e innovazione dunque, queste sono le nostre parole d’ordine.

Fra le vostre attività sono previsti progetti per i giovani e per le scuole volti a formare il pubblico di domani?

Stiamo lavorando molto anche su questo aspetto e per questo organizziamo quasi quotidianamente visite guidate per i bambini con laboratori annessi. Il percorso si chiama “Steps to Parnassus” e il nome deriva da un quadro di produzione italiana, dipinto a Roma negli anni Quaranta e in seguito donato al nostro Teatro, raffigurante appunto il monte Parnaso con le Muse e che a Lviv viene esposto proprio davanti al sipario chiuso; prima di ogni rappresentazione ne viene offerta una spiegazione al pubblico presente in sala.
Durante la visita ai bambini viene spiegato il significato di questo quadro, poi si passa alla storia del teatro, alla visita dei reparti degli allestimenti scenici, della sartoria, delle sale prove e, più in generale, di quasi tutti gli ambienti.
Mettiamo in scena anche numerose rappresentazioni, soprattutto matinée, che si svolgono principalmente la domenica mattina, dedicate ai piccoli spettatori, quali ad esempio La Bella Addormentata e Biancaneve, per citare due titoli fra i più richiesti.

Avete in programma tournée internazionali, soprattutto in Italia, o altri progetti?

Abbiamo già avuto esperienze di tournée in Francia, con il balletto Lo Schiaccianoci,  in Polonia, con l’opera, in Lussemburgo, e stiamo lavorando ad altre tournée internazionali.
Abbiamo anche in programma, a novembre, un importante concorso lirico che si svolgerà nel nostro teatro (potete già trovarlo sul sito del Teatro www.opera.lviv.ua/en/ ), il cui primo premio è di 10.000 euro.
Nella prossima stagione avremo poi un ruolo di spicco nell’organizzazione del premio Serge Lifar a Kiev: si tratta di un concorso molto importante e Mr. Vovkun ha già svolto un ruolo importante nell’organizzazione della prima edizione della manifestazione.

Ha trovato interessante la partecipazione in qualità di Presidente della Giuria del Premio Internazionale Danza Giovani Città di Sanremo 2019?

Sì ma ho immediatamente notato che il numero di ragazze partecipanti era di molto superiore a quello dei ragazzi. Questo mi ha sorpreso in quanto nell’est europeo la danza è vista come un’attività per tutti. C’è una cultura della disciplina nelle scuole e il numero di donne  e di uomini è più o meno uguale. La danza ha anche bisogno di uomini.

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