Il tango prima di essere tutto quel “vaso” ricco di contenuti che solo questo ballo è in grado di essere, è un incontro fra un uomo e una donna, un incontro che parte da uno sguardo di intesa, un lieve sorriso, la ricerca dell’abbraccio con l’unicità della persona che hai tra le braccia, il sintonizzarsi dei respiri, la ricerca dei reciproci pesi, la sensibilità dei due che diventa una, la connessione con il brano musicale che avvolge l’abbraccio della coppia.
In questo incontro, come sappiamo, la possibilità di innamorarsi è alta, se per il tempo di una tanda o per il tempo di una vita questo lo segnerà solo il destino.
L’equilibrio di una coppia innamorata nel tango è arduo e impegnativo, mantenere l’asse del rapporto di coppia è virtuosismo di vero funambolo.
Se sia meglio ballare tango col tuo uomo, con la tua donna oppure da single o avere un compagno che non condivide con te la tua passione, non ha risposta, è insondabile.
Se balla meglio una coppia che va a letto insieme o il contrario, non è dato saperlo.
Le coppie nel tango, come nella vita, si incontrano e si allontanano, ma nel tango tutto è più forte e amplificato, tutto più bello e doloroso; si entra in profondità nella lettura di sé e dell’altro per quel magico linguaggio del corpo che dice più di tante parole.
Ci sono vari nemici e ostacoli al mantenimento dell’asse di equilibrio della coppia tanguera: la potenziale gelosia che si scatena in milonga quando vedi il tuo uomo o la tua donna nelle braccia di un’altra persona è “l’attentato”principale all’innesco della bomba.
Le piccole incomprensioni del quotidiano possono facilmente detonare in milonga; gli inevitabili momenti di passaggio che vivono tutte le coppie trovano la loro arena di confronto.
Ma c’è forse un nemico ancora più temibile nella vita di una coppia tanguera ed è proprio lo stesso tango!
Il tango è sempre presente nella coppia, è il terzo occhio, il terzo incomodo, l’osservatore esterno ed interno che, così come è capace di unire, così è capace di separare. Forse paradossalmente non aspetta altro che insinuarsi nella stessa armonia che lui stesso ha creato e romperla.
“Ami più il tango di me” è la frase che riassume in un’espressione di sentimento, forse infantile o forse no, una verità che per alcuni ballerini rappresenta una realtà.
Il tango come la danza può “riempire” a tal punto da far credere di non avere bisogno di altro. Crea un’illusione così simile alla realtà che nessun Houdini sarebbe in grado di distinguere.
Così facendo, ti rende Re o Regina di te stesso, con un enorme potere di te che tutto il resto viene dopo di te. Ti connette con la tua parte più profonda, ancestrale, intima, vera e la può portare a galla, sulla superficie del mare che abbiamo dentro di noi.
Quello che sale in superficie può piacere o non piacere a chi ti ama e ti sta accanto, a chi condivide il regno di cui si è Re o Regina; provocherà una scelta, un prendere o lasciare, un’accettazione o meno di quello che sei, e probabilmente sortirà il suo effetto nella frase ad effetto “Ami più il tango di me” dove il tango sarà capro espiatorio di ciò che esso stesso ha reso visibile.
Naturalmente non sarà l’unico motivo per cui verrete lasciati da chi condivideva il vostro regno, oppure sarà l’unico vero motivo: chi vi lascerà avrà fatto un’ottima sacada, la migliore mai eseguita ballando! E voi rimarrete senza parole !
E come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!
Un abbraccio!