Vittoria Maggio ci racconta “Entre Mujeres”, la donna nel tango

di Vittoria Maggio
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Finché c’è tango c’è vita coglie l’opportunità dell’evento che Milano ospiterà, nei giorni 24 e 25 febbraio, diretto da Daiana Guspero presso Zotto Tango Academy, per approcciare un tema delicato. 

L’evento in questione è Entre Mujeres: la quarta edizione di un fine settimana  dedicato al tango femminile che la Guspero ha ideato e organizzato con successo quattro anni fa: è stata la prima in assoluto ad avere un‘idea tematica tutta “rosa”. 

Venti ore di lezioni tenute dalle migliori ballerine di tango presenti sul panorama internazionale. Quest’anno, oltre a Daiana naturalmente, ci saranno Mariana Montes, Gioia Abballe, Romina Godoy e Valeria Maside: “come piccole donne, si giocherà un po’, ma con tanta serietà per far crescere il tango, la passione e la dedizione per questo ballo!”. 

Non solo tecnica femminile, ma cultura, armonia, danza,  seminari, saranno le lezioni cui si potrà partecipare con una libertà di scelta e priorità; un’opportunità di confronto ai massimi livelli. 

Il tema delicato che la nostra rubrica vuole affrontare è proprio il concetto di donna in ambito tanguero, concetto che apre interminabili argomentazioni, fra le quali sicuramente la più ricorrente è se in questo ballo sia più importante la figura femminile o quella maschile. 

È certo che il Tango nasca “uomo” e questo forse gli dà un presunto diritto di dominio. Ed è certo che nel “dietro le quinte” delle milonga, spesso i commenti più critici siano proprio nei confronti delle donne.  

Poco tempo fa è circolato in rete un post che indicava accuratamente i 10 difetti di cui sono “colpevoli” le donne. Per par condicio c’è chi si è affannato a farne lo specchio dei corrispettivi 10 punti “contro” l’universo maschile. 

C’è un forte controsenso visibile in milonga:  uomini che si permettono di fare correzioni alle dame con cui ballano e donne che investono notevolmente sulla loro formazione,  crescita e apprendimento; uomini che tendono a sentirsi arrivati al termine del processo di apprendimento e che forti della loro “minoranza numerica” smettono di frequentare corsi e si autoincensano; qualcosa non torna a livello logico: secondo alcune statistiche è certo che le donne studino più a lungo degli uomini  anche quando hanno raggiunto un buon livello tecnico. Non si accontentano, vogliono migliorarsi. Entre Mujeres è l’esempio simbolico: ogni anno le iscritte sono numerosissime. 

I numeri degli uomini che praticano con costanza nei corsi di livello avanzato sono sempre più esigui, mentre  si inizia a intravedere anche in Italia un buon numero di donne che approccia il ruolo maschile. 

Le donne sono splendide nel tango… tutti i ballerini veramente grandi sostengono che la più importante capacità di un milonguero sia quella di rendere la propria ballerina splendida e, parafrasando Carlos Gavito, di farla “sentire una regina”.  

Gavito è il ballerino che ha argomentato maggiormente sul tema: sapeva eseguire alla perfezione sia i passi dell’uomo che della donna, ma nel momento in cui ballava si adattava e improvvisava sulla base di come la sua compagna eseguiva i propri passi.  

Nelle parole di Pablo Veron: “Un buon ballerino di Tango è una persona che ha ritmo e buon orecchio musicale. Ha rispetto per la donna, sa che cosa fare al momento giusto con la compagna giusta. Si adatta alla donna. Le fa sentire che è la migliore ballerina. Balla per lei.”  

E come dice  Miguel Angel Zotto: “Il talento più importante che un milonguero deve avere è la capacità di rendere la donna splendida”.  

Il rispetto per la donna, di cui ci parlano questi grandi ballerini e maestri, è elemento distintivo di questo ballo. Senza questo rispetto non si può parlare di tango che ha quindi  una visione quanto mai attuale e moderna del ruolo femminile, che lo rende simbolo contrapposto alla visione machista con cui solitamente viene identificato. 

“Durante un Tango la ballerina è l’unica donna per il tanguero, non esistono le persone intorno, esiste solo lei, la musica, la ronda e il ballo!” afferma Pablo Veron! 

E  come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … a chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita! 

Un abbraccio! 

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