Vittoria Maggio: “Dal grammofono al PC e la figura del Musicalizador”

di Vittoria Maggio
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Certo, i tanghi che una volta uscivano dal grammofono avevano un fascino indiscusso. La stessa forma dell’apparecchio era suggestiva e posare il grande disco sul piatto era quasi un momento magico, un rito. 

Passare dal grammofono di ieri al PC di oggi è terribile e quindi quel fascino, quel rito perduto ha bisogno di essere ritrovato in una figura che riesca a creare l’atmosfera! 

In milonga quindi c’è una figura importante che funge da collante, da punto di riferimento, da direttore d’orchestra! Colui che guida la serata: il Musicalizador 

É  il vero re delle notti tanguere e il suo fascino ha sostituito quello del grammofono: preparato ed esperto conoscitore della materia, dotato di ottimo gusto musicale, conosce i gusti del pubblico e sa trasformare una serata qualsiasi in una notte speciale.  

Sono molti i musicalizador che cominciano a intraprendere questo strano mestiere, affascinante e più difficile di quello che si possa pensare, tanti ci provano, ma solo i migliori resistono nel tempo. 

È necessaria  buona competenza tecnica, grande sensibilità musicale e forte empatia con la pista. 

Pochi vivono di questo mestiere e questi pochi ormai sono un vero e proprio marchio, nome di tendenza, una certezza commerciale per chi li ospita che sa bene che  riempirà la pista da ballo.  

La serata riuscita é quella che vorresti non finire mai,   in cui si gode di buona musica sin dall’inizio, anche se  per i brani più belli,  i più drammatici e scenografici, inevitabilmente si deve aspettare tarda notte! 

Creare la famosa “buona onda”, che noi tangueri aspettiamo, non è banale o scontato. 

Tanto dipende dal “capitano della nave” e tanto dipende dall”equipaggio” della serata, dalle nostre emozioni, dalle dinamiche che si presentano sulla pista e che mai sono così prevedibili. 

La gente cambia anche quando è la stessa perché il tango e così legato alla vita nella sua quotidianità che un evento importante  può incidere sulla notte tanguera, così come incide il nostro buono o cattivo umore.  

Il bravo Musicalizador é attento a tutto questo e da grande osservatore propone e adatta la musica a quello che vede e che sente ogni notte.  Senza sensibilità musicale ed emotiva non si può marcare la differenza, marcare il giusto ritmo, marcare la “buona onda”. 

Nascosto dietro il suo PC sembra quasi un essere poco avvicinabile soprattutto le prime volte:  mantiene una sorta di simil confidenza col pubblico ballerino, spesso assorto nei suoi pensieri anche quando mette il “pilota automatico” e va a fumarsi una sigaretta o a bersi una buona birra. 

La proporzione tra Musicalizador uomini e donne è piuttosto schiacciante: tre a uno! Comunque sia,  uomini e donne che intraprendono questo mestiere sono appassionati di musica e di tango, alcuni sono diplomati musicisti, altri bravissimi ballerini,  oppure  di famiglia appassionata di tango.  

Iniziano un percorso di studi personali con grandi Musicalozadores Argentini: Marcelo Rojas, Daniel Pereyra, Horacio Godoy, Mario Orlando, Damian Boggio e naturalmente lui….il punto di riferimento per tutti, per la vecchia e nuova generazione: Felix Picherna. 

Il Maestro per antonomasia che tutti ricordano con i suoi elegantissimi abiti di seconda mano, innamorato della voce di Carlos Gardel, appassionato di vino rosso, fumo e corse di cavallo. Lui non aveva certo il PC e nemmeno lo ha mai voluto anche negli ultimi anni di lavoro. Forse se avesse potuto si sarebbe portato un grammofono! 

Era sempre in viaggio per tutta Europa a regalare la sua musica che sempre sapeva sorprendere con tanghi inattesi e cortine di boogie woogie o un rock’n roll, portandosi appresso  la sua mitica valigia piena di musicassette che usava ancora per far ballare tangheri vecchi e giovani. Una valigia come quella di Mary Poppins dove con magia trovava sempre un qualcosa che forse nemmeno si ricordava di avere!  

Pochi anni fa ci ha lasciati e oggi chi ha preso il suo posto nel cuore dei ballerini forse esiste: anche lui corre da una milonga all’altra nel mondo, anche lui accoglie sempre con un sorriso, anche lui è garanzia di “buona onda tanguera”. 

Ma si sa, i tempi sono cambiati per tutto e per tutti e quindi anche per lui è impossibile essere all’altezza di quel mix di emozioni che il suo predecessore sapeva regalare essendo lui cresciuto proprio sui tanghi suonati dal grammofono. 

Il tango é come la vita: cambia la vita e cambia il tango, in meglio? Chissà, ognuno di noi avrà la sua personale risposta! 

E come sempre buon tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolta oppure lo guarda, a chi lo ama e a chi lo rifiuta e male ne parlerà…A chi vive insomma, perché Finchè c’è tango c’è vita! 

Un abbraccio! 

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