Vittoria Maggio: Il Tango e il suo potere terapeutico

di Vittoria Maggio
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Spesso in rete si leggono articoli o post sul potere “terapeutico” del tango. Che questa danza non sia “soltanto” un ballo, i nostri affezionati lettori lo sanno: Finché c’è tango c’è vita lascia infatti spesso ampi spazi di riflessione personale che ognuno di noi è libero di elaborare.

Che il tango contribuisca a farci sentire meglio fisicamente ed emotivamente non lo nega nessun tanguero; che questo ballo abbia una sorta di potere magico è certo accolto e condiviso; che di fatto possa essere una nuova forma di terapia… su questo c’è ancora parecchia resistenza.

La parola terapia suscita ancora timore: mettersi in gioco, guardarsi dentro, confrontarsi, mettersi in discussione…è sicuramente per  chiunque molto faticoso e rischioso.

Qualsiasi forma di terapia dovrebbe portare a un cambiamento migliorativo di sé: proviamo a chiedere a chi balla tango quale tipo di cambiamento ha notato dopo un lasso di tempo di costante pratica! Le risposte saranno tante, alcune simili, altri differenti, ognuno avrà sicuramente una sua storia personale da raccontare.

Una storia che anche i primissimi “ballerini o meglio i primi immigrati del tango” portavano con sé nella nuova vita: dolore, sofferenza, nostalgia, separazione, abbandono, ma anche speranza, creatività, voglia di fare, di costruire, di rinnovarsi, di ricominciare, comunque confronto!

Il tango nasce come un bisogno da soddisfare:  quello dell’incontro con qualcuno che accolga la nostra immensa interiorità; nasce come momento di scambio e l’abbraccio, la più antica e naturale forma di terapia consolatoria, avvolgente, accogliente, calmante e incoraggiante è il suo segreto.

Un segreto che come tale non vuole parole, ma solo ascolto. È un ascolto quasi magico ed e quello del nostro corpo: il nostro respiro parla, la nostra pelle parla, il nostro cuore parla, il nostro sguardo parla, le nostre tensioni parlano, le nostre emozioni, i nostri pensieri….l’abbraccio terapeutico del tango ascolta!

Ascolta sia le emozioni positive, sia quelle negative: non sempre infatti il potere terapeutico del tango è foriero di positività.

Questa è la sua parte “aurea” !

Come in qualsiasi elemento della nostra vita, nelle scelte, negli eventi e nelle persone, in tutto quanto ci circonda,  c’è anche un lato oscuro. E questa parte è altrettanto potente e a guisa di vortice può far sprofondare nei meandri interiori, “centrifugare gli abiti” che per qualche motivo profondo non ci stanno bene addosso e “cambiargli colore e a volte misura”.

In questo il potere terapeutico del tango può essere dirompente e costringerci ad affrontare le parti oscure di noi invitandoci ad abbracciarle, a riconoscerle, a farcele amiche o riconoscerle come nemiche della nostra vita e a confrontarci forse per la prima volta con esse!

Sicuramente sarà uno dei tanghi più difficili e complessi da interpretare e non sarà certo per questioni tecniche!

E come sempre Buon Tango a tutti, a chi già lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e  a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

 Un abbraccio

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