Nella vivacissima e nello stesso tempo brutale giungla urbana della New York degli anni Cinquanta Romeo e Giulietta si chiamano Tony e Maria: West Side Story è una storia d’amore ma anche uno spietato thriller, rivisitazione dell’omonima tragedia shakespeariana trasposta negli anni del boom economico americano.
Il capolavoro di Leonard Bernstein, in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino dal 6 al 10 dicembre, ha letteralmente stupito gli spettatori, che hanno affollato il teatro in tutte le date. Del resto l’occasione era imperdibile: quella di Torino è stata l’unica tappa italiana di uno dei musical più famosi di Broadway, in tour nelle principali città europee, con un allestimento che ripropone la regia e le coreografie originali di Jerome Robbins.
L’Orchestra del Teatro Regio, diretta da Donald Chan, ha dato brillantemente vita ai frenetici, frizzanti e coinvolgenti ritmi della partitura di Bernstein e il numeroso cast del musical comprende artisti di altissimo livello tra i quali spiccano Kevin Hack (Tony), Jenna Burns (Maria), Keely Beirne (Anita), Beau Hutchings (Riff) e Waldemar Quinones-Villanueva (Bernardo).
Per questa produzione la regia e le coreografie originali sono state riprese da Joey McKneely, le scene sono di Paul Gallis, i costumi di Renate Schmitzer, il trucco di Hannelore Uhrmacher, il sound designer è Rick Clarke e il disegno luci è di Peter Halbsgut.
La vicenda racconta di due bande di adolescenti, i bianchi Jets e i portoricani Sharks, che si contendono il controllo di un’area nell’Upper West Side della Grande Mela. Maria, portoricana, lavora in un negozio di abiti da sposa insieme ad Anita, la ragazza di suo fratello Bernardo, ed è destinata a sposare Chino, del quale però non è innamorata. Durante una festa Maria incontra Tony, ex membro della banda dei Jets, e fra i due c’è subito una forte intesa, interrotta però presto da Bernardo, che manda a casa la sorella in malo modo. Riff, capo degli Sharks, e Bernardo si accordano per tenere un Consiglio di Guerra presso il negozio di Doc, considerato terreno neutrale, e durante l’incontro Tony propone un combattimento leale, senza utilizzare armi ma soltanto i pugni. Maria, venuta a conoscenza dell’imminente scontro fra le due bande, si fa promettere da Tony che farà in modo di evitare la rissa ma ciò non sarà possibile: durante il combattimento, in cui si affrontano Riff e Bernardo, quest’ultimo ucciderà il primo e, in un accesso d’ira, sarà colpito a morte dallo stesso Tony.
Ancora ignara di tutto, Maria condivide la propria felicità con le amiche sulle note della celebre aria I feel pretty ma la loro spensieratezza è destinata a finire presto: sopraggiunge infatti Chino, con la notizia che Tony ha ucciso Bernardo. Per salvare il loro amore Maria e Tony decidono di fuggire insieme. Il loro punto di ritrovo sarà al negozio di Doc e da lì i due lasceranno insieme il Paese. Chino, armato, sta cercando Tony per ammazzarlo e sia i Jets, sia Anita cercano il ragazzo per avvertirlo del pericolo. Su preghiera di Maria, impegnata in un interrogatorio con il tenente Schrank, Anita si reca da Doc per chiedere a Tony di aspettarla ma i Jets, per proteggerlo, accolgono la ragazza con insulti razzisti e la umiliano. Per vendicarsi Anita, salvata solo dal tempestivo intervento di Doc, annuncia ai Jets la falsa notizia che Chino ha ucciso Maria. Tony riceve l’annuncio da Doc e, disperato, si aggira per le strade invocando Chino affinché uccida anche lui ma, proprio nel momento in cui il ragazzo incontra Maria, in perfetta salute, Chino lo sorprende e gli spara. Circondati dai membri delle due bande, sconvolti e finalmente ravveduti, i due amanti si stringono per l’ultima volta e Tony muore fra le braccia di Maria.
Il musical, composto da Leonard Bernstein con le coreografie e la regia di Jerome Robbins, fu rappresentato per la prima volta a Brodway il 26 settembre 1957 e conobbe un ulteriore successo anche nella sua versione per il grande schermo: l’omonimo film del 1961, che ebbe come interpreti principali Natalie Wood e Richard Beymer, vinse 10 premi Oscar, 3 Golden Globe e il Grammy Award per la colonna sonora.
Crediti fotografici: Nilz Boehme