“West Side Story” firmato Bellone torna in scena a Firenze e Genova

di Alessandra Colpo
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Dopo il grande successo della scorsa stagione in occasione dell’inaugurazione della stagione teatrale del Teatro Carlo Felice di Genova, torna a grande richiesta “West Side Story” di Leonard Bernstein, Jerome Robbins, Arthur Laurents e Stephen Sondheim, lo spettacolo che ha rivoluzionato la storia della musica.
“West Side Story” sarà per la prima volta a Firenze al Teatro del Maggio Fiorentino dal 13 al 22 dicembre e poi nuovamente a Genova al Teatro Carlo Felice dall’1 al 4 gennaio.

Questo grande allestimento ha la regia di Federico Bellone (“An American in Paris”, “A qualcuno piace caldo”, “Mary Poppins” della Disney) e le coreografie originali di Jerome Robbins riprodotte da Fabrizio Angelini. Lo spettacolo sarà in lingua originale con dialoghi in italiano e si avvarrà dell’orchestra sinfonica del teatro ospitante.

Una storia d’amore ma anche un action thriller, “West Side Story” è tutto questo, un amore sfortunato tra due giovani, Tony e Maria, la cui felicità è distrutta dall’odio tra le due bande rivali alle quali appartengono: i Jets e gli Sharks, il tutto ambientato nella giungla urbana della New York degli anni Cinquanta.
Il musical conobbe un ulteriore successo anche nella sua versione per il grande schermo: l’omonimo film con Natalie Wood vinse 10 premi Oscar, 3 Golden Globe e il Grammy Award per la colonna sonora. Adattamento del celebre “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, il capolavoro di Bernstein unisce ritmi travolgenti di mambo e samba con melodie affascinanti che sono rimaste nella memoria collettiva quali “Maria”, “America”, “I Feel Pretty” e “Tonight”.

Leonard Bernstein, grandissimo direttore d’orchestra nonché compositore, ha saputo trovare in questo lavoro il giusto connubio tra linguaggio popolare e stile colto, creando un capolavoro che travalica i generi e le generazioni.

Note di regia – “Questa produzione italiana del musical “West Side Story” è l’unione tra la tradizione, con le ancora modernissime coreografie del mito Jerome Robbins e le orchestrazioni mozzafiato del genio Leonard Bernstein, nonché con un’ambientazione rispetto a scene e costumi assolutamente anni ’50, e il gusto della società attuale, con un allestimento raffinato e elegante che basa il tutto sul concetto della paura.
Perché è la paura la chiave dello spettacolo: Tony, Romeo, teme che Maria, la sua Giulietta, possa non perdonargli l’omicidio, quasi incidentale, del fratello; Maria teme l’impossibilità di poter vivere la sua storia d’amore; le bande si temono reciprocamente perché ignorano quali possano essere le conseguenze di un’immigrazione o la possibile mancanza di accettazione in una terra straniera; infine gli adulti temono il precipitarsi degli eventi verso uno stato di caos e vivono quasi impotenti la situazione.
Il problema è rappresentato dal colore rosso, predominante in palcoscenico, e da imponenti scale antincendio in ferro che, oltre a essere il simbolo dello spettacolo, e ovviamente un chiaro richiamo al balcone veronese, vorticano tra loro per formare tanti scorci di una New York sospesa e drammatica, sede appunto di questa paura.
Nuovo anche l’adattamento di Travaglio, che riprende il libretto con un mestiere unico nel nostro Paese e un occhio alla modernità. Freschissimo il cast, composto da una recente generazione di interpreti che, come da curriculum, sono il top del Teatro Musicale nostrano.
Un’occasione rara, uno strappo alla regola, poiché questo WEST è un’eccezione dell’agenzia americana che ne detiene i diritti e che ci ha permesso di riportare in scena questo capolavoro del teatro, come dice il Times, in lingua italiana per i dialoghi e in originale per le canzoni.

Federico Bellone, regista di “West Side Story”

Crediti fotografici: Marcello Orselli

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